L’11 novembre al Teatro Sociale G. Busca di Alba (CN),
“Il Decreto” della Compagnia del Teatro Artistico d’inchiesta.
Un’opera nata non perché si è contro i vaccini che sono da sempre una imprescindibile scoperta della scienza umana ma per informare e per contestare il decreto e successivamente la sua conversione in legge. Perché affidare l’obbligatorietà ad un decreto legge visto che non erano in corso epidemie e quindi mancavano gli elementi essenziali, quali la necessità e l’urgenza? I vaccini sono sempre stati fatti ma negli anni sono stati moltiplicati in un’unica dose, fino ad arrivare a dieci e resi obbligatori da 0 a 16 anni. Perché non rispettare il principio di prevenzione? Perché non fare delle mono dosi per permettere a chi già aveva contratto alcune malattie, di vaccinarsi per le altre? Perché soprattutto non lasciare la libertà di scelta ai genitori? Alcuni medici curanti, virologi ed altri specialisti che hanno cercato e cercano di fornire informazioni vengono subito contestati, per non parlare delle polemiche nate sui Social.
Un’opera nata non perché si è contro i vaccini che sono da sempre una imprescindibile scoperta della scienza umana ma per informare e per contestare il decreto e successivamente la sua conversione in legge. Perché affidare l’obbligatorietà ad un decreto legge visto che non erano in corso epidemie e quindi mancavano gli elementi essenziali, quali la necessità e l’urgenza? I vaccini sono sempre stati fatti ma negli anni sono stati moltiplicati in un’unica dose, fino ad arrivare a dieci e resi obbligatori da 0 a 16 anni. Perché non rispettare il principio di prevenzione? Perché non fare delle mono dosi per permettere a chi già aveva contratto alcune malattie, di vaccinarsi per le altre? Perché soprattutto non lasciare la libertà di scelta ai genitori? Alcuni medici curanti, virologi ed altri specialisti che hanno cercato e cercano di fornire informazioni vengono subito contestati, per non parlare delle polemiche nate sui Social.
Lo spettacolo sta girando l’Italia e ha già realizzato molti sold out!
Per chiarire i nostri dubbi e per informare i nostri lettori abbiamo
intervistato David Gramiccioli,
reporter ed attore.
Perché
uno spettacolo dal titolo “Il Decreto”?
Perché
l’attività del Movimento si è sviluppata intorno alla fase del Decreto della
Lorenzin, il 28 luglio poi c’è stata la conversione con l’approvazione ed il
passaggio alla maggioranza della seconda Camera base e la conversione in Legge
e da allora si è iniziato a combattere contro la Legge. La cosa è assolutamente
sentimentale, c’è stato Pesaro l’otto luglio con cinquantamila persone, da lì “il
Decreto” e quindi anche il titolo dell’opera.
Mi sembra di capire che lo spettacolo
nasce non perché si è contro il Decreto della Lorenzin ma vuole spiegare alla
gente che dovrebbe esserci la libertà di scelta?
Personalmente sono
impegnato su questo fronte da quasi venti anni e tutta la nostra attività
sociale ed ideologica, non politica in senso partitico, è spinta contro la
Legge che spesso e volentieri ho definito “razziale”. I “veri
costituzionalisti” italiani non si spiegano come il Presidente della Repubblica
possa aver potuto apporre la firma su una legge incostituzionale.
Non siamo contro i vaccini perché ho da sempre sostenuto che sono una
imprescindibile scoperta della scienza umana. Questo primato è stato oggi messo
in discussione dalle logiche e dagli interessi della lobby farmaceutica e di
tutta la forza corruttrice che ha questo cartello, nei confronti non solo della
politica ma anche delle varie Istituzioni dei Paesi di tutto il mondo. Vaccini
sì ma libertà di scelta.
Qualcuno ha forse dimenticato il
principio di prevenzione?
Prevenzione è un dogma ed è un punto saldo su cui
sviluppare le capacità preventive a tutela della salute dei bambini.
La legge deve essere rispettata e non può
essere raggirata.
Non so dove trovino la convinzione e la forza alcuni
avvocati che si spendono molto sull’aspetto legale. Chi va contro qualsiasi
legge, commette un reato.
Dovremo essere capaci d’intercettare alcuni segmenti importanti della società e
far crescere questa consapevolezza, cioè “illuminare” le persone con la
conoscenza, far diventare questo Movimento una forza determinante e cercare in
seguito di chiedere l’abrogazione.
Da chi è composto questo Movimento?
Da genitori, da persone informate. Quando tracciano il nostro identikit dicono
“sono persone informate” come se fosse un limite anzi questo è un pregio, una
qualità, un riconoscimento del movimento stesso, fatto da persone che si sono
informate. La Legge Lorenzin ci dà anche il privilegio di focalizzare questo
aspetto. Prima della legge c’erano i vaccini, trivalente, tetravalente poi
l’esavalente e non c’era questo Movimento composto in termini di opinione da
milioni d’Italiani. Era un Movimento numericamente molto contenuto, quando si
alza il numero dei vaccini obbligatori, lì reagisce una grande fetta dell’opinione pubblica. Ribadisco che
il Movimento non è contro i vaccini ma è contro la Legge ed a favore della
libertà di scelta. Oggettivamente non vi era nessun motivo per introdurre il
Decreto che è un atto normativo di carattere provvisorio avente forza di legge,
adottato in casi straordinari di necessità ed urgenza dal Governo ai sensi
dell’art. 77 della Costituzione Italiana. L’attuale Presidente del Consiglio,
all’indomani della presentazione del Decreto disse “di fatto non c’è nessuna
urgenza per introdurre questo Decreto e convertirlo in legge perché di fatto
manca proprio l’epidemia”.
Informare?
I mass media tacciono e
noi abbiamo scelto un sito a te particolarmente caro che è il Teatro ed è bello
vedere le sale piene. Quando ho visto quattrocento persone a Colleferro, ho
pensato che negli altri Teatri avremmo fatto sold out. La risposta è
affermativa perché si fa sold out dappertutto.
Perché lo spettacolo è gratuito?
La Compagnia rappresenta a titolo
assolutamente gratuito questo spettacolo. Sono stati presi Teatri importanti
andando direttamente a fittare il Teatro e naturalmente si devono coprire anche
i costi delle Maschere, dei Vigili del Fuoco, laddove non si arriva a farlo, si
fa pagare il biglietto che parte da un euro e non può superare i dieci. Quindi
è un costo sociale. Molti di questi teatri sono comunque gratuiti anche se poi
riceviamo delle donazioni spontanee. C’è grande sostegno e grande partecipazione
e ne sono contento. Sembra che vogliano censurare il Web ma non lo faranno mai
perché è l’Agorà virtuale che ha sostituito la piazza di una volta.
Andrete
anche al Sud?
Napoli e Catanzaro
Elisabetta
Ruffolo