Alle
serate romane delle signore benestanti che si trovano per giocare,
per stare insieme, nascondendo o rivelando trascorsi deludenti di
passioni soffocate sotto la cenere degli anni, si alterna la vicenda
di una ragazza che non conosce il proprio passato e che dovrà
perderlo interamente prima di riappropriarsene.
Il
dissolvimento totale di se stessa, la scoperta e la fine dell’amore,
il tormento della prigionia e l’insanabile ferita del lutto sono le
dure tappe della sua formazione personale.
Tra
il thriller e il romanzo rosa, come spesso accade nella narrativa di
Pascal Schembri, s’insinua una nota di tensione sociale, un tocco
d’indagine sull’amore e su certe usanze del meridione italiano,
sull’inquadramento storico di una organizzazione sovranazionale
come “Il Clan”, composta da famiglie in continua faida,
sprovviste di scrupoli e dedite ad affari d’ogni genere,
contrapposte alla comunità femminile delle giocatrici di Burraco che
tutte le settimane si riuniscono per ammazzare il tempo prima che il
tempo le prenda per sfinimento.
Un doppio affresco sull’instancabile lavorio della vita contro la
vecchiaia, contro la morte e contro l’insensibilità.
L’autore
Agrigentino
residente a Parigi, Pascal
Schembri esordisce
in Italia nel 2008 con il romanzo Il
miracolo di San Calogero, seguito
presto dal giallo Macelleria
siciliana, dopo aver pubblicato in
Francia e nel Belpaese, sotto vari pseudonimi, libri
inchiesta sulla violenza coniugale e romanzi sulla libertà sessuale
e di opinione.
In
ambito biografico ha pubblicato saggi su Françoise Sagan, Ennio
Flaiano, Marilyn Monroe, Mario Monicelli e Édith Piaf.
Premio
Telamone 2014, Pergamena Luigi Pirandello 2015.