Giornata contro la schiavitù infantile: 21 milioni le vittime. Parla Carlotta Bellini

Il 16 aprile di dieci anni fa moriva Iqbal Masih, un bambino di 12 anni ucciso dalle mafie tessili del Pakistan perché ne aveva denunciato lo sfruttamento. La Giornata mondiale contro la schiavitù infantile ne ricorda l’anniversario.I dati più aggiornati sul lavoro forzato nel mondo risalgono al 2012 e ci parlano di circa 21 milioni di minori sfruttati. Ma quanto è stato fatto contro la schiavitù infantile e quanto rimane da fare? Federica Bertolucci lo ha chiesto a Carlotta Bellini, responsabile protezione "Save the children Italia": 

R. – C’è da fare tantissimo: in Italia, perché manca un piano nazionale contro la tratta di esseri umani e un piano che preveda anche delle misure di supporto per le vittime; e a livello internazionale, perché in questi giorni – e in particolare negli ultimi quattro giorni – sono più di 8 mila le persone che sono arrivate alla frontiera sud dell’Italia e dell’Europa e che hanno raccontato delle storie atroci. Persone che sono, a tutti gli effetti, trattate come schiave: sono bruciate vive, sono torturate e le si costringe a chiamare le famiglie per far sentire loro le urla di dolore; bambini che vengono imprigionati nel deserto, che diventano vittime di tratta… E una volta che sono in Italia o in Europa questo rischio lo corrono ancora.
D. – Non esiste solo la schiavitù nelle multinazionali o nei campi di lavoro: c’è anche lo sfruttamento sessuale e il fenomeno dei matrimoni precoci…
R. – Lo sfruttamento sessuale in Italia riguarda soprattutto il gruppo delle ragazze che provengono da Paesi dell’Est - e tra queste anche e soprattutto da Paesi dell’Unione Europea, come la Romania e la Bulgaria - e le ragazze nigeriane. Si tratta di minori ed adolescenti femmine che vengono reclutate nei loro Paesi di origine, con la promessa di lavori che potrebbero essere quello della parrucchiera – per le ragazze nigeriane è la promessa più ricorrente - oppure quello di babysitter: una volta che sono nel nostro Paese, invece, vengono controllate e sfruttate a tutti gli effetti. C’è poi il fenomeno dei matrimoni precoci: si tratta di un fenomeno che coinvolge soprattutto ragazze che provengono da Paesi dell’ex Jugoslavia, ma che coinvolge anche minori italiane: in questo caso si tratta di minori rom, che vengono vendute da una famiglia ad un’altra famiglia per essere date in sposa ad un uomo. Una volta che il matrimonio avviene, divengono delle schiave: vengono costrette a rubare oppure a compiere altre attività illegali.
D. – L’Italia è il Paese in Europa dove è stato segnalato il maggior numero di vittime accertate e presunte. I dati ci parlano di quasi 2.400 minori sfruttati nel 2010…
R. – Sicuramente il numero è sottostimato. Rimangono molte ragazze e anche molti minori maschi che sono coinvolti in attività di sfruttamento lavorativo o sfruttamento sessuale e che non vengono identificati. Quindi quella che noi conosciamo è veramente solo la punta di un iceberg. E’ fondamentale l’impegno da parte del governo italiano, attraverso l’adozione finalmente di un piano nazionale sulla tratta e sullo sfruttamento; a livello europeo attraverso una azione condivisa per l’accoglienza e per il supporto e la protezione; e a livello mondiale per affrontare fenomeni che non vengono assolutamente registrati come fenomeni di sfruttamento, abusi, violenze e di nuovo – purtroppo! – di schiavitù. Federica Bertolucci, Radio Vaticana, Radiogiornale del 16 aprile 2015.
Fattitaliani

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