Agrigento, Festa dell'Unità “Cento passi di bellezza”. Incontro su "Lampedusa, isola che non isola"

Quella di sabato 18 ottobre è una splendida mattinata, ideale per ritrovarsi nel chiostro agrigentino dell’ex Collegio dei Filippini e compiere un tratto dei “Cento passi di bellezza” proposti dagli organizzatori. Tema del convenire è “Lampedusa”, magnifica bellezza mediterranea; isola – specificano gli ideatori – “che non isola”. Coordinati da Rogero Fiorentino siedono, di fronte ad un pubblico partecipe perché attento, Giusi Nicolini, primo cittadino di Lampedusa e Linosa, Maria Iacono, deputata PD e componente della Commissione Politiche dell’Unione Europea, Maria Serena Rizzo, responsabile per la cultura del PD agrigentino, Davide Camarrone, autore di “Lampaduza” e Alfonso Cacciatore, curatore e coautore di “Bibbia e Corano a Lampedusa”. 

Rogero Fiorentino apre l’incontro invitando il curatore di “Bibbia e Corano…” a dare conto dell’opera. Il volume, dichiara Alfonso Cacciatore, è un testimone di affraternamenti nella tragedia, che ha la sua origine nel rinvenimento su una carretta del mare di due copie della Bibbia in lingua francese e di alcuni testi della tradizione islamica, e nel medesimo tempo documenta l’accostamento tra genti di due grandi tradizioni religiose, cristiana e musulmana. Distribuito in tre grandi nuclei: la parte cristiana, la parte islamica e le testimonianze, rinviene e offre una prospettiva di fraternità, tanto in chiave religiosa quanto laica, del transito dei migranti nel Mediterraneo. 
Con la citazione di una delle ultime parole pronunciate da Gesù in croce : “Elì, Elì, lemà sabactàni?” Davide Camarrone dà l’incipit al suo coinvolgente intervento. L’interrogazione orante di Gesù rivolta al Padre potrebbe essere la stessa che padri, madri, figli, marinai, giornalisti si pongono a seguito delle tragedie del Mediterraneo. L’autore di “Lampaduza” denuncia uno dei peccati più consumati e non confessati: l’indifferenza. Afferma, e non a torto, che la migrazione odierna è il fenomeno più sconvolgente della storia umana e bloccarlo sarebbe pura follia, invece andrebbe colto come opportunità culturale, sociale, economica, demografica; se si indugerà ad agire una cattiva intelligenza del mondo e della storia, ci si autocondannerà all’emarginazione e all’ostruzione del futuro. Ad oggi, le politiche europee in ordine alla migrazione, bruciano ingenti risorse economiche per difendere paure e pregiudizi. Per Camarrone nel nostro vecchio continente si è creato un enorme vuoto politico intellettuale, sono morti gli intellettuali da tavolino e tuttavia sono nati e vanno nascendo gli operatori solidali. I migranti, dopo poco meno di cinque secoli, tornano a colorare una Sicilia monocromatica e a ridare voce a lingue che qui erano già di casa. 
Nel suo intervento l’on. Maria Iacono, ha sottolineato come non sia maturata ancora in Europa la consapevolezza che il Mediterraneo, volenti o nolenti, si stia riappropriando del suo ruolo di cuore della politica Occidentale. Tuttavia si registrano segnali di maggiore sensibilità e si stanno compiendo dei passi in avanti per quanto attiene il diritto d’asilo, la problematica dei minori non accompagnati o la concessione della cittadinanza ai bambini figli di migranti nati in Italia. Mentre Maria Serena Rizzo, rievocando nel suo contributo le grandi migrazioni che hanno attraversato la storia fin dal sorgere dell’uomo, ha marcato la centralità del Mediterraneo quale mare che sì unisce ma rischia di dividere. Interessante il rilancio della proposta di creazione di una Università del Mediterraneo che potrebbe costituire per Agrigento una chance e di apertura verso i popoli, e di sviluppo. 
A Giusi Nicolini, che non di rado si è vista costretta ad usare l’arma della provocazione per rappresentare la “normale umanità” dei lampedusani, è toccato chiudere il giro degli interventi. Ciò che desta enorme stupore nella sindaca è un grande paradosso che vede nella normale e ordinaria solidarietà dei lampedusani un fatto straordinario, addirittura da premio Nobel. Per la tenace amministratrice locale è da segnalare nella vicenda che coinvolge migranti e lampedusani il ruolo drammaticamente negativo dell’informazione e financo del servizio pubblico, spesso megafono di campagne elettorali e cassa di risonanza di eccessi strumentali: a Lampedusa finora non si è verificata un’aggressione da parte dei migranti, né si è mai registrato un caso di trasmissione di malattie infettive o tropicali ed inoltre solo il 15% della migrazione giunge in Italia dal mare. Giusi Nicolini sa che voler fermare il fenomeno migratorio è andare contro la storia o di più contro la stessa natura dell’uomo; si auspica che l’informazione sia capace di essere libera indipendente, capace di raccontare fatti trasmettendoli nella loro verità. Sottolinea come sia sottostimato se non taciuto il ruolo delle donne emigrate in Italia e in chiusura al suo intervento torna alla sua Lampedusa e alla tantissima strada che rimane perché la sua isola sul piano dei diritti e dei servizi diventi un posto moderno, un posto normale. 
Mentre ad Agrigento così si scrutava con serenità l’orizzonte della storia che verrà, altrove, odierni demagoghi xenofobi, dalla coscienza tacitata a basso prezzo per le tantissime colpe commesse contro i diritti altrui, arringavano cortei e piazze amplificando le paure e i pregiudizi dei loro malcapitati. Fattitaliani.
Fattitaliani

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