Bye Bye Japan e l'album "In the cave" per raccontare il non detto e l'indefinito. L'intervista

Partono subito con una bellissima citazione (Elephant Talk dei King Crimson, vedi la prima traccia). Post prog rock? Diremmo proprio di no. L’approccio è tra il post punk, il rock nervoso degli Yeah Yeah Yeah (che ci vengono in mente grazie alla voce della front woman), la wave cavernosa di Siouxsie (ancora un rimando doveroso a una donna, grazie alla cantante), o ancora i Come di Talia Zedek (nei brani più lenti, malati e, appunto, cavernosi). Disco spigoloso ma molto ben fatto, grazie anche al solito lavoro impeccabile del produttore siciliano Daniele Grasso, da sempre vicino ai suoni bluesy e noise e alla wave d’altri tempi. Stasera i Bye Bye Japan presenteranno l'album "In the cave" al Mono di Catania. L'intervista.

Che impronta avete voluto dare all'album?
Avevamo un lotto di canzoni che pensavamo potessero avere le potenzialità per costituire un album. Sotto la preziosa guida di Daniele Grasso, produttore del disco, e di DCave Records lo sono diventate. Volevamo raggiungere un risultato equilibrato in cui le nostre chiare melodie mediterranee sanguinassero blues e VooDoo. Il compito era arduo, ma pensiamo di esserci riusciti. L’Italia è un Paese fortemente esoterico, ma tutti fanno finta di non accorgersene. Ecco, con le nostre 10 piccole storie volevamo raccontare i tempi che viviamo, il sommerso dei luoghi che abitiamo. Il non detto e il “non finito”. Il non detto e “l’indefinito”. Non fateci mai registrare un secondo lavoro, perché potremmo anche approfondire!
Quali sono i vostri cantanti di riferimento? 
La band è formata da 4 elementi e ciascuno di noi ha le proprie preferenze. Crediamo di trovare un punto d’incontro nei lavori più “leggeri” di Jack White, nell’evoluzione delle sonorità più pop e meno electro dei Kills e nella follia post punk degli Yeah Yeah Yeahs. Poi amiamo Joy Fomidable e Wolf Alice.  
Qual è l’esperienza lavorativa che più vi ha segnato fino ad ora?
Vincere un piccolo concorso e ritrovarsi a condividere il palco con Frankie Hi-Nrg e Zulu dei 99 Posse.
Invece quella mai fatta e che vi piacerebbe fare?
Aprire un grande concerto. Trovarsi sul palco, che so, con gli Skunk Anansie. Anche solo per vedere se reggeremmo la botta, se siamo davvero pronti per qualcosa di simile.
Progetti futuri? un tour? 
Ancora non abbiamo programmato le uscite live di questo lavoro. Non credo che avremo la possibilità di strutturare un vero e proprio tour. Credo che faremo come sempre, trovando più date possibili e cercando di legarle fra loro in percorsi logistici che abbiamo una logica. La verità è che l’aiuto di un’agenzia di booking ci servirebbe come il pane, ma quelle a cui abbiamo provato a chiedere sinora, non hanno mostrato grande interesse ad averci nel proprio roster. Volendo chiudere con una battuta: non sanno cosa perdono!

Fattitaliani

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