Fino al
10 febbraio al Teatro Sette di Roma “STREMATE Ultimo atto” con Federica Cifola
(Marisa), Beatrice Fazi (Elvira) e Giulia Ricciardi (Mirella) che è anche
autrice del testo. Ludovica Di Donato nel ruolo di Frida, Direttrice e“badante”
della Residenza. Regia Michele La Ginestra e Andrea Palotto.
Chi di
noi non ha paura dell’avanzare degli anni, della demenza senile, di altri
problemi che potrebbero sopravvenire? Giulia Ricciardi ha esorcizzato le stesse
paure, inserendole nello spettacolo. Nella vita come sulla scena, vorrebbe
trascorrere la sua vecchiaia con le amiche di sempre per mantenersi più attive.
Elvira, Marisa e Mirella sono ospiti di una “Residenza per signore” gestita
stranamente da una cattivissima badante francese… Tre simpatiche vecchiette un
po’ malandate che non si arrendono alla terza età e addirittura Mirella
progetta un piano per evadere. Una specie di fuga da Alcatraz a Cuba perché
sono prigioniere di Frida e temono che prima o poi possa succedere qualcosa di
brutto.
Elvira, Marisa e Mirella tanto stremate non sono! L’affiatamento nella vita e
sulla scena le porta da anni a formare un trio inossidabile e non saranno certo
gli acciacchi che verranno a fermarle… Il finale è aperto e tutti ci chiediamo
“sarà veramente l’ultimo atto?” Ai posteri l’ardua sentenza!
Le
stremate. Ultimo atto, come nasce l’idea di farle finire in una Casa di Riposo
piuttosto che su una nave da Crociera?
Giulia Ricciardi: Nasce
dal fatto che voglio esorcizzare le mie paure e le ho inserite tutte in questo
spettacolo. Spesso mi chiedo “come sarà e se sarà” perché quella è la migliore
delle ipotesi. Ho sempre pensato che sarebbe stato bello passare la vecchiaia
con le amiche per mantenersi più attive. Ho immaginato queste tre sciagurate
tra una trentina d’anni, esattamente nel 2049, che si ritrovano a vivere
insieme in una casa di riposo. Mi è spuntata l’idea di realizzare un mezzo
giallo ed ho introdotto la figura di Frida, una giovane badante. Una serie di
piccoli misteri che chiaramente non posso spiegare.
Una badante molto sui generis come molto spesso si legge sulle cronache
dei giornali e che forse ci spaventa molto
di più rispetto alla vecchiaia. E’ una badante francese ed è cattivissima.
C’ è un “motivo preciso sulla Nazionalità francese”!
Che cosa ti ha divertito di più o di meno
nel recitare il tuo personaggio?
Di meno niente, di più tutto! Trovare
faticosamente, la postura, la prossenica, la mimica, la voce di una donna molto
più grande di me, ridotta molto male perché ha il deambulatore, è stato
divertente ma anche molto appagante. Lo studio di tutte e tre è stato
finalizzato a non fare una caricatura grottesca ma una vecchiaia credibile,
possibile.
Federica, il tuo personaggio è quello più
divertente! Sì, perché è quella che dimentica tutto, che continua a
presentarsi con le stesse persone che sono accanto a lei. È uno spettacolo in
cui si ride tanto ma lascia dentro un senso di amarezza. Lo dice anche il
pubblico quando viene a salutarci nel camerino.
Ad un certo punto voi progettate un piano
di fuga…
Giulia: Assolutamente sì! Sono
io che progetto il piano fin dall’inizio perché voglio andare a Cuba e perché
ritengo di essere la più geniale delle mie amiche, il problema è che una soffre
di Alzheimer e l’altra è sorda. Una non capisce e l’altra non sente. Portare a
termine questo piano è veramente difficile. Piano piano le coinvolgo e
riusciamo ad iniziare questa fuga…
Il vostro sogno è quello di riprendere la
vita che facevate prima! Com’era? Bellissima perché noi eravamo un po’ alla
Sex & the City! Donne abbienti con una vita piuttosto agiata. Marisa quella che ha l’Alzheimer viene da un
passato abbastanza benestante. Elvira ha sposato un arabo ricchissimo. Siamo
tutte messe abbastanza bene e vorremmo continuare su questa linea.
Cosa vi legava in gioventù e cosa vi lega
nella vecchiaia? L’amicizia, sempre! E’ il tema dominante dello spettacolo. Nella vita coltivo molto l’amicizia,
con Federica e Beatrice ma curo molto anche quella con altre persone.
Finché c’è vita, c’è speranza. Cosa ne
pensi?
Giulia Ricciardi: Sempre! Si può tornare sui propri passi,
ricominciare, studiare. In qualsiasi momento si può fare qualunque cosa.
Prendendo spunto da una Commedia di
Massimo Natale “Se potessi tornare indietro” cosa fareste?
Giulia: Crederei molto di più in me stessa perché l’ho fatto poco!
Federica: Farei i figli un po’
di anni prima per rendere tutto più leggero. Non cambierei nulla perché sono
felice di tutto quello che ho fatto!
Quanto ti spaventa la vecchiaia? In
realtà a me non spaventa perché la vedo come una cosa naturale che fa parte
della vita. A vent’anni devi fare un sacco di cose… In qualche modo oggi, è
come se fossi arrivata ad un punto in cui alla mia età mi sento più pacificata.
Elisabetta
Ruffolo