“Munnizza accatastata” di “Anonimo palermitano”, dopo il successo ottenuto, si trasforma in installazione site-specific diffusa

di Andrea Giostra - Il 10 agosto 2018, sulle pagine social, è stata postata una foto con una breve didascalia dell’opera di arte contemporanea “Munnizza accatastata” di “Anonimo palermitano”, ammirata a piazza Bologni a Palermo, quella stessa mattina, dal maestro Valerio Toninelli in una piccola delegazione di artisti toscani in visita in città. Valerio Toninelli è un pittore e scultore pistoiese di fama internazionale, formatosi e cresciuto artisticamente in Toscana, con uno stile pittorico che fanno dei colori e della luce le componenti essenziali delle sue opere, che prendono spunto e ispirazione dalla prestigiosa Scuola dei Macchiaioli fiorentini della seconda metà dell’Ottocento. La mattina del 10 agosto, fu proprio il maestro Toninelli che, dopo aver ammirato l’interessante installazione “La spirale della vita” dell’artista veneziano Gianfranco Meggiato, inaugurata il 19 luglio 2018 in occasione della ricorrenza dell’uccisione di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, si fermò ad ammirare l’opera Munnizza accatastata e mi fece notare l’originalità e la potenza provocatoria che riusciva a scatenare nell’osservatore riflessioni filosofiche e analisi concettuali sul senso di quell’opera realizzata in quella prestigiosa location, quale quella di piazza Bologni, e dell’arte contemporanea che oggi esprime spesso stimolazioni controverse e contrastanti.
La foto con didascalia postata sui social dell’opera Munnizza accatastata ha ottenuto decine di migliaia di visualizzazioni e ha scatenato centinaia di commenti e critiche, tanto che diversi magazine nazionali e regionali di arte e cultura, ne hanno scritto e parlato diffusamente. Ebbene, tutto questo clamore ha coinvolto tantissimi artisti e critici d’arte che hanno detto la loro e che questo articolo, prendendo spunto da alcune di queste riflessioni, ne riporta la portata con le considerazioni di un gruppo rappresentativo, per dare al lettore ulteriori spunti di riflessione e motivo di confronto con amici e conoscenti appassionati d’arte e cultura.

C’è da dire che intanto gli organizzatori, visto il successo che ha varcato anche i confini nazionali, e il clamore suscitato dall’opera Munnizza accatastata tra critici d’arte, artisti, addetti ai lavori e persone appassionate d’arte, proprio sulla scia della politica culturale di Manifesta12, a Palermo fino al 4 novembre 2018, ha pensato bene di chiedere ad Annomino palermitano di realizzare una site-specificdiffusa in tutta la città, soprattutto nei quartieri di Palermo con meno identità storica e culturale qual è invece piazza Bologni nel cuore della Palermo dentro le mura, dove realizzare un numero imprecisato di installazioni d’arte contemporanea che prende a modello proprio “Munnizza accatastata”. Il mandato artistico dato ad Anonimo palermitano per realizzare le installazioni site specific diffuse, non ha limiti né di dimensione né di grandezza espositiva. In realtà la mostra site specific diffusa, rischia di diventare una delle più grandi manifestazioni al mondo di arte contemporanea che ha saputo realizzare oggi, in pochissimi giorni, un numero imprecisato di installazioni sparse in tutta la città. Tutte opere caratterizzate da grande originalità, grandi dimensioni, uso dei colori, della plasticità e della luce sorprendenti, con un elemento innovativo che è quello della partecipazione attiva e propositiva dello spettatore palermitano che diviene artista-partecipe attivo e può contribuire, con piccoli e quotidiani interventi, ad aumentare la grandezza dell’opera espositiva divenendo di fatto co-autore e sentendosi partecipe di un evento artistico di dimensioni planetario. La mission degli organizzatori di Palermo è quella di indagare e riflettere sugli sviluppi emergenti e dirompenti di una pulsione creativa popolare, che vede realizzare opere con oggetti poveri e di facile reperibilità casalinga. Vengono così selezionate, direttamente sul campo dai co-artisti di città, le location e le varie installazioni, alle quali è stato dato lo stesso nome dell’opera originaria del 10 agosto 2018 a piazza Bologni, indicando esclusivamente il luogo dov’è realizzata, ovvero: Munnizza accatastata Libertà, Munnizza accatastata Arenella, Munnizza accatastata Sperone, Munnizza accatastata Sanfilippo Neri, Munnizza accatastata Strasburgo, Munnizza accatastata Settecannoli, etc. etc. Il grande evento artistico internazionale, che a ragione adesso potremmo chiamare “Munnizza accatastata”, rischia di divenire un appuntamento biennale nella stessa città, Palermo, con l’intento di ricercare ed esplorare il territorio geografico e soprattutto psicologico della città sia dal punto di vista dei costumi politico-sociali che dei confini mentali, che dal punto di vista della contaminazione espressivo-artistico che conduce alle produzioni di opere di così grande impatto emotivo e riflessivo.

Ma detto questo, vediamo cosa hanno detto in proposito i nostri critici d’arte e i nostri artistici che hanno espresso pubblicamente la loro opinione sull’evento “Munnizza accatastata”. Nella fattispecie abbiamo selezionato una decina di commentatori tra critici d’arte e artistici di arti visive, che si sono prestati al “giuoco” speculativo e alle elaborazioni filosofiche che l’opera in questione ha suscitato.

Ma andiamo ai nostri commentatori esperti e critici d’arte… cosa ci dicono dell’opera site specific in questione?

Anna Rita Barbieri, artista bolognese, scrive che «Personalmente osservo queste opere e ne prendo atto, alcune mi hanno colpito molto, le ho trovate interessanti ed incisive, la maggior parte le ho trovate una colossale presa in giro nonché scontata operazione mediatica, sicuramente trovo superflua tutta l'enfasi cui vogliono avvolgerle spesso perché non c'è null'altro di cui valga la pena parlare.». Le replicaCarlo Barbieri, noto scrittore palermitano, che scrive che quella di Munnizza accatastata «È un’opera bene inserita in Manifesta, che ha visto capolavori come la “Fellatio Verde” o come si chiama quel video in cui un uomo nudo fa il servizietto a una pianta, esposto all’Orto Botanico per l’edificazione culturale di grandi e piccini. La “Munnizza Accatastata” esprime l’anima di Palermo, riassunta dal motto del suo Genio, “Palermo nutre gli altri e divora i suoi”: da sempre sfruttata da altri, non rispetta sé stessa e si autodistrugge.». Paolo Battaglia la Terra Borgese, critico d’arte palermitano, non si sbilancia e ci scrive che «Se volessi essere gentile potrei dirti tantissime belle cose, ma preferisco sempre la sincerità, quando questa non reca danno ad alcuno, e, dunque, come suggerisce il Sommo, mi taccio, con la consapevolezza di non essere io in grado di apprezzare positivamente.» Il notissimo critico d’arte emiliano, Marco Cagnolati, ci dice invece che «È indubbio che, accanto all’installazione “La spirale della vita” di Gianfranco Meggiato, non si possa lasciare dell’immondizia senza che nessuna autorità comunale la rimuova immediatamente. Quindi se è rimasta, significa che, anche se non ha l’aspetto dell’opera volutamente creata, la è. Non significa per questo che debba essere automaticamente considerata di valore: infatti, dal mio punto di vista critico, di originale non ha nulla, vi è molto di “già visto” con diversi riferimenti all’“arte povera”.» Dagli States ci scrive Giusi Di Leonardo, artista italo-americane che vive a Pittsburgh, che ne rimane sconvolta tanto da scrivere d’impeto che sono… «Cose veramente di arrizzari li carni... non sanno più cosa fare... si va sempre più indietro e verso le bruttezze…». La talentuosa Nadia Fanelli, pittrice lombarda, ci scrive che… «questa installazione, in modo provocatorio, fa emergere come effettivamente, l’arte contemporanea spesso si riduca a sola provocazione, fregandosene dell’estetica e mandando in “tilt” lo spettatore, che non capisce più la natura di ciò che guarda (mi viene in mente il fatto accaduto ad Art Basel, dove una donna accoltellata da una psicopatica era accasciata mentre intorno la gente guardava senza soccorrerla credendo ad una performance)». Ritornando a Palermo con Anna Maria Esposito, critico d’arte siciliana, ci scrive che «La critica ironica e ideologica è chiara, per il fatto che viene bloccato un ingresso, l'ingresso di un bellissimo palazzo in abbandono. La riflessione è chiara: inabitabile per l'abbandono, allora tanto vale chiuderne l'accesso.» Il modo della scuola rimane invece perplesso e Antonella Madonia, docente palermitana appassionata d’arte, sottolinea l’aspetto riflessivo che suscita l’opera scrivendo che «La provocazione è forte. A me ha suscitato una riflessione... La Munnizza interiore che abbiamo. Quella che non vogliamo far vedere a nessuno ma che forse, ciò nonostante, sta lì in bella mostra attendendo di essere rimossa.» Giuseppa Matraxia, artista e pittrice palermitana, va subito al cuore della questione ritenendo che «… è più pericolosa la spazzatura dentro la testa di certa gente che la spazzatura vera. La spazzatura dalle strade si può rimuovere con una buona gestione di chi è di competenza, e con la collaborazione dei cittadini stessi. L'altra non saprei proprio…».Da Mantova Monica Tonello, viaggiatrice lombarda e amante della bellezza, si sofferma sulla condizione attuale delle nostre città che l’opera ben richiama alla mente dell’osservatore… «È la rappresentazione delle nostre città purtroppo, è ciò che ci meritiamo…». Anche il mondo delle letterature social interviene con Cristina Pace, book blogger e scrittrice palermitana, che dice… «Mi piace credere che Anonimo Palermitano volesse raccontare la storia di chi tenta di sbarcare il lunario contro chi non sa neanche cosa significhi lavorare, una storia forse la sua, di chi ha dato voce a chi non ne ha e che tenta di trovare riscatto in futuro. Oggetti poveri per un nuovo inizio, oggetti poveri per ricordare... chi fossero i padroni e di chi sarebbero potuti diventare.» La nota giornalista e scrittrice palermitana Giusi Patti Holmes, rimane interdetta e ci scrive che … «Letto l'articolo, molto interessante e nobilitante un'opera che, secondo i miei gusti, di arte ha poco e niente…» Betty Scaglione Cimò, giornalista e scrittrice sciacchitana, essendo stata a visitare l’opera, racconta che… «Mi avvicino un po' e sento anche un certo odore. Miiiiiiii, penso tra me e me, ora fanno le istallazioni odoranti. Mentre sono attenta a dare una mia lettura dell'opera, mi passa accanto un palermitano, si ferma mi guarda e dice: “Ha visto chi belli cose chi avemu a Palermo? Un'opera d'arte. “Munnizza accatastata” se gira per la città ne trova altre.” Alza le spalle e va via. Sarà forse una nuova corrente di artisti?»
Concludiamo con il maestro Valerio Toninelli, noto artista, scultore e pittore pistoiese, che per primo ha scoperto l’opera di Anonimo palermitano, e ci scrive queste bellissime parole: «Per quanto concerne l’immagine, la foto dell’opera Munnizza accatastata di Anonimo palermitano, e la descrizione della medesima, ribadisco il mio pensiero… anzitutto la foto, la scelta del soggetto, l'intuizione, è opera d'arte già di suo. Il titolo lascia mille risvolti di discussioni aperte a tutti i fruitori... Il titolo “Munnizza accatastata”, ti riporta e mette in luce anche diversi temi. Quello dell'incuria, da parte di cittadini, che non hanno nel cuore il problema di un ordine che dovrebbe avere una città, perché sono distanti dal bello, dal pulito… al contempo, il disordine, il caos, che si trasforma in materia didattica e serve a risvegliare anche sentimenti persi… il tutto in una cornice energica e di colore. La simmetria, la geometria della disposizione degli oggetti accatastati davanti alla porta di Palazzo Alliata di Villafranca. Attentamente, da caos, pare strano, diviene ordine… infinite sono le sfumature, e, credo che il maestro Michelangelo Pistoletto(1933), avrebbe totalmente rubato il gesto e l'idea, all'artista Anonimo palermitano…»

Potrà pure essere un caso, ma Palermo ha da qualche giorno rimosso l’installazione Munnizza accatastata da piazza Bologni, trasformando l’idea artistica in una grande opera site specific diffusa in tutta la città. Da allora, il 10 agosto 2018, giornata in cui fu scoperta l’opera d’arte contemporanea Munnizza accatastata di Anonimo palermitano, vive una vivacità artistica partecipata dai cittadini e dall’intera collettività palermitana che raramente ha avuto nel passato. Le opere site specific dal titolo “Munnizza accatastata”, sono ammirate e “apprezzate” quotidianamente da tutti i palermitani che temerariamente e con approssimative ma efficaci recensioni artistiche, condite da viscerale emotività, sfogano sui social le loro emozioni e le loro più controverse riflessioni, inondando Facebook e Instagram di immagini che hanno innalzato ancora di più Palermo a Capitale della cultura italiana 2018.

Opera
Site specific "Munnizza accatastata"
Autore
"Anonimo palermitano"

Manifesta12 Palermo:

Palazzo Belmonte Riso | Polo Museale regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo
Corso Vittorio Emanuele n. 365 – 90134 Palermo
+39 091 587 717

Andrea Giostra


Note a margine:

Questo l’elenco delle persone che ho selezionato per questo articolo, e che hanno commentato l’opera “Munnizza accatastata” di Anonimo palermitano:

Anna Rita Barbieri, artista, pittrice, vive e lavora a Bologna (IT)

Carlo Barbieri, scrittore, vive e lavora a Palermo (IT)


Marco Cagnolati, critico d’arte, vive e lavora a Brescello (IT)


Nadia Fanelli, artista, pittrice, vive e lavora a Castel Goffredo (IT)


Antonella Madonia, docente appassionata d’arte, vive e lavora a Palermo (IT)

Antonella Madonia, docente appassionata d’arte, vive e lavora a Palermo (IT)

Cristina Pace, book blogger, scrittrice, vive e lavora a Palermo (IT)

Giusi Patti Holmes, giornalista, scrittrice, vive e lavora a Palermo (IT)

Betty Scaglione Cimò, giornalista, scrittrice, vive e lavora a Sciacca (IT)

Valerio Toninelli, artista, scultore, pittore, vive e lavora a Pistoia (IT)

A seguire, le critiche e i commenti integrali, sull’opera d’arte moderna “Munnizza accatastata” di Anonimo palermitano

Anna Rita Barbieri, artista, pittrice, vive e lavora a Bologna (IT)
«Buongiorno Andrea. Ho letto in una delle tue Pagine l’articolo relativo a " Munnizza accatastata". Non ho una "educazione" sull'Arte Contemporanea e ho approfittato nel mio recente viaggio negli USA, in mete un po' alternative, per visitare Musei e approfondire l’argomento, ti posto per farti un esempio la foto di una scultura, che si trova all’esterno del museo di Denver, "Big Sweep di Coosje van Bruggen e Claes Oldenburg”. Come puoi vedere siamo in argomento. Il mio pensiero è che sono opere entrambe che attirano l'attenzione in quanto esprimono il sentire comune nelle modalità immediate e comunicative alle quali siamo oggi ormai abituati e che altresì riflettono la bruttura di questi nostri tempi. Il rischio è che venga alla fine sublimato un problema reale e irrisolto. Non siamo più all'epoca del Grand Tour in cui si viaggiava per Formazione, per Conoscere, ora per lo più si viaggia e si guarda senza vedere per far sapere agli altri che siamo andati e abbiamo visto. Personalmente osservo queste opere e ne prendo atto, alcune mi hanno colpito molto, le ho trovate interessanti ed incisive, la maggior parte le ho trovate una colossale presa in giro nonché scontata operazione mediatica, sicuramente trovo superflua tutta l'enfasi cui vogliono avvolgerle spesso perché non c'è null'altro di cui valga la pena parlare. Non rinnego di vivere in questo Mondo, ripeto, prendo atto, ma quando e se ho bisogno, e ne ho bisogno, di Bellezza, guardo altro… Un caro saluto e l'augurio di una serena giornata con un sorriso, Anna Rita»

Carlo Barbieri, scrittore, vive e lavora a Palermo (IT)
Caro Andrea, la tua ironia è ingiusta. È un’opera bene inserita in Manifesta, che ha visto capolavori come la “Fellatio Verde” o come si chiama quel video in cui un uomo nudo fa il servizietto a una pianta, esposto all’Orto Botanico per l’edificazione culturale di grandi e piccini. La “Munnizza Accatastata” esprime l’anima di Palermo, riassunta dal motto del suo Genio, “Palermo nutre gli altri e divora i suoi”: da sempre sfruttata da altri, non rispetta sé stessa e si autodistrugge. E comunque, basta con questo denigrare. Guarda un qualsiasi cumulo di Munnizza palermitana: una meraviglia! Ogni collinetta sembra, odore a parte, un enorme bouquet, ha i colori della Vucciria di Guttuso. E allora, perché non cominciamo a valorizzarla, questa Munnizza? Ne parlavo già anni fa in un articoletto: si potrebbero organizzare cacce al tesoro tipo ago nel pagliaio, "Trova l’ago e vinci l’AIDS", gare di cani di riporto da pannolone, battute al sorcio con allegre arrostite alle falde dei cumuli più alti… e se il Comune si procurasse un cannone da neve, avremmo anche piste da sci sotto casa. Ci potremmo pure fare soldi con attività produttive. C’è la crisi, no? Bene, nei primi anni ’40 non si fecero gli “orti di guerra" e si coltivarono patate pure nelle aiuole? E noi trasformiamo i cumuli di Munnizza in fungaie. Magari non le diamo in appalto a una società del Comune, se no finisce che ogni fungo ci costa cento euro e magari è velenoso, perché qualche furbo funzionario ha scelto le amanite "in quanto i funghi più belli". Ma l’idea-bomba è un’altra: farci una montagna di denaro con la ricerca scientifica. Quanto pagherebbe una multinazionale farmaceutica per mettere le mani su batteri e virus ancora sconosciuti? Miliardi. Ho già lo slogan: "Venite a Palermo a studiare oggi quello che colpirà il mondo domani". Ci coprirebbero d’oro. Insomma, invece di sfottere, facciamo un appello agli amministratori di Palermo Felicissima: signori amministratori, non è che un giorno ci svegliamo e ci ritroviamo le strade pulite? Non facciamo scherzi.»

Paolo Battaglia la Terra Borgese, critico d’arte, vive e lavora a Palermo (IT)
«Carissimo Andrea, appena adesso sono riuscito a leggere con l'attenzione che meriti il tuo articolo sulla “mostra” site-specific di cui chiedi il mio parere. Se volessi essere gentile potrei dirti tantissime belle cose, ma preferisco sempre la sincerità, quando questa non reca danno ad alcuno, e, dunque, come suggerisce il Sommo, mi taccio, con la consapevolezza di non essere io in grado di apprezzare positivamente.Auspico che la tua sensibilità resti immune dalle mie parole, che in ogni caso sono sempre rispettose di tutti e di tutto. Trovo invece ben centrati e gradevolissimi i tuoi commenti che con chiarezza e determinazione supportano con la maniera pregevole e con fare autorevole - che personalmente incoraggio- l'operato dell'Artista “Anonimo palermitano”.»

Marco Cagnolati, critico d’arte, vive e lavora a Brescello (IT)
«MANIFESTA 12 - Opera "Munnizza accatastata" di Anonimo palermitano - piazza Bologni n. 10 - Palermo. Risvolti artistici, sociali, culturali, filosofici, accademici e social mistificazione contemporanea. Il fatto che non sia tra gli eventi collaterali non riconosciuti di “Manifesta12” è irrilevante ai fini della non qualità dell’opera sul piano esecutivo. È forse intenzionale il volere far parlare di sé attraverso un’azione eseguita in un luogo e momento specifico e, quindi, con l’obiettivo centrato di provocare discussione. Qualcuno, di conseguenza, deve assumersi la responsabilità, la colpa o il merito di avergli consentito di neutralizzare e irridere un tratto della contemporaneità: l’obbligo di essere performanti e competitivi in ogni circostanza. È indubbio che, accanto all’installazione “La spirale della vita”, non si possa lasciare dell’immondizia senza che nessuna autorità comunale la rimuova immediatamente. Quindi se è rimasta, significa che, anche se non ha l’aspetto dell’opera volutamente creata, la è. Non significa per questo che debba essere automaticamente considerata di valore: infatti, dal mio punto di vista critico, di originale non ha nulla, vi è molto di “già visto” con diversi riferimenti all’“arte povera”. Questo “artista” chiunque sia, deve essere in ogni caso contento del clamore che è riuscito a creare con la sua opera, perché, se prende dei calci nel deretano e non sa a chi darli, significa che è davanti a tutti.»

Giusi Di Leonardo, artista, vive e lavora a Pittsburgh (Pennsylvania – USA)
«Cose da veramente di arrizzari li carni... non sanno più cosa fare... si va sempre più indietro e verso le bruttezze, e sapete perché? Perché’ oggi l’uomo è confuso, idiota e sporco, non solo fuori ma anche dentro... c’è troppo egoismo e concentrazione a sbalordire in qualsiasi maniera… basta che venga fuori il proprio “IO” SI METTE IN MOSTRA... Chi va a vedere questa Munnizza per conto mio è Munnizza... non si dà importanza a una schifezza del genere.... MA STATE SCHERZANDO...? Palermo capitale della cultura.... mah! .... con tutta l’Arte che c’è da vedere in giro per la mia Palermo…»

Nadia Fanelli, artista, pittrice, vive e lavora a Castel Goffredo (IT)
«Buongiorno Andrea, ho letto l’articolo che mi hai inviato e che ho trovato molto chiaro ed esaustivo nel contestualizzare l’installazione di cui parli, anche e soprattutto per chi purtroppo, come me, non è potuto venire a Palermo. Manifesta è un prestigioso evento d’arte, che non ha perso l’occasione di far parlare di se (questo in fondo è l’obiettivo), anche se con pareri discordanti... e questa installazione, in modo provocatorio, fa emergere come effettivamente, l’arte contemporanea spesso si riduca a sola provocazione, fregandosene dell’estetica e mandando in “tilt” lo spettatore, che non capisce più la natura di ciò che guarda (mi viene in mente il fatto accaduto ad Art Basel, dove una donna accoltellata da una psicopatica era accasciata mentre intorno la gente guardava senza soccorrerla credendo ad una performance) ..comunque, vero è che l’arte deve portare a delle riflessioni, qualsiasi siano i mezzi… e “Munnizza Accatastata” indubbiamente ci è riuscita
Bell’articolo Andrea, mi piace! Colgo occasione per augurarti Buon Ferragosto!»

Anna Maria Esposito, critico d’arte, vive e lavora a Palermo (IT)
«ANONIMO PALERMITANO, CUMULO. Che si tratti di un'installazione lo dimostra il fatto che si tratta d'immondizia "pulita", facile da toccare, e la disposizione degli elementi. La critica ironica e ideologica è chiara, per il fatto che viene bloccato un ingresso, l'ingresso di un bellissimo palazzo in abbandono. La riflessione è chiara: inabitabile per l'abbandono, allora tanto vale chiuderne l'accesso. La casualità dei veri cumuli rovina l'ambiente e disorienta. Il cumulo falso, costruito sicuramente per gioco, diventa lieve critica, denuncia ed ammiccante ironia. Palermo, nei secoli, è uguale a sé stessa. "Documenta" non la scalfisce.»

«Sarei curiosa di andare a vedere “Munnizza accatastata”. Probabilmente nei prossimi giorni ci andrò. La provocazione è forte. A me ha suscitato una riflessione... La Munnizza interiore che abbiamo. Quella che non vogliamo far vedere a nessuno ma che forse, ciò nonostante, sta lì in bella mostra attendendo di essere rimossa. Io l’ho considerato così... Un invito a vedere ciò che di sporco esiste dentro di noi... Fare pulizia... Partire da dentro di noi e via via ripulire ciò che ci circonda...»

«In sintesi caro Andrea è più pericolosa la spazzatura dentro la testa di certa gente che la spazzatura vera. La spazzatura dalle strade si può rimuovere con una buona gestione di chi è di competenza, e con la collaborazione dei cittadini stessi. L'altra non saprei proprio… bisogna agire forse fin da piccoli con l'esempio dei grandi, è già qualcosa…»

«È la rappresentazione delle nostre città purtroppo, è ciò che ci meritiamo… preferisco ciò che c’è intorno.»

Cristina Pace, book blogger, scrittrice, vive e lavora a Palermo (IT)
«Tutto comincia da un'idea, una sensazione, un pensiero che scatta veloce, prima che il cervello prenda davvero coscienza, i neuroni si attivano, gli occhi vedono una possibilità, le mani creano. Ecco cosa accade quando la creatività diventa arte, quando semplici oggetti, cominciano a raccontare una storia, la loro storia. Forse un singolo oggetto posto nel medesimo spazio non avrebbe fatto lo stesso effetto, ma ecco che più "cose" unite fra loro creano una sinergia ed un energia che stravolge e confonde. Palermo capitale della Cultura, una città dalla mentalità aperta pronta ad accogliere e promuovere nuove iniziative, era ed è decisamente pronta per il sig. Anonimo Palermitano, che senza sprechi e a costo zero ha creato qualcosa di unico e sorprendente. Io sono un tipo che osserva molto e devo dirvi che il cervello di quest'uomo mi affascina non poco, non so cosa pensasse, né cosa in effetti volesse creare, però posso dirvi ciò che questa installazione mi ha trasmesso: io ci vedo le due facce di Palermo, la ricchezza e la bellezza dei suoi palazzi, delle sue chiese dei quartieri per bene, contro il degrado generale che l'affligge. Una dicotomia che va avanti da secoli, vecchi retaggi forse mai spariti, fai un passo e vedi l'ostentazione, fai due passi giri l'angolo e vedi la povertà più nera. Una città, la nostra, che andrebbe valorizzata, ma che trova lustro solo a sprazzi alterni. Mi piace credere che Anonimo Palermitano volesse raccontare la storia di chi tenta di sbarcare il lunario contro chi non sa neanche cosa significhi lavorare, una storia forse la sua, di chi ha dato voce a chi non ne ha e che tenta di trovare riscatto in futuro. Oggetti poveri per un nuovo inizio, oggetti poveri per ricordare... chi fossero i padroni e di chi sarebbero potuti diventare.»

«Letto l'articolo molto interessante e nobilitante un'opera che, secondo i miei gusti, di arte ha poco e niente. Però andrò a vederla perché magari di persona potrebbe produrre in me un effetto diverso e dirompente. Complimenti!»

Betty Scaglione Cimò, giornalista, scrittrice, vive e lavora a Sciacca (IT)
«Palermo capitale della cultura 2018 sta dando il meglio di sé per fare conoscere a noi tutti, artisti di ogni specie. Pittori, scultori, musicisti, scrittori e chi più ne ha, più ne metta. Una delle opere che colpisce di più è la grande installazione che si trova in piazza Bologni, dietro il maestoso portone di palazzo Alliata di Villafranca, al civico 10. Questa grande opera, composta da sacchi, sacchetti, troll, scatole e da una carrozzella per neonati, è visitata da centinaia di persone. Mi avvicino un po' e sento anche un certo odore. Miiiiiiii, penso tra me e me, ora fanno le istallazioni odoranti. Mentre sono attenta a dare una mia lettura dell'opera, mi passa accanto un palermitano, si ferma mi guarda e dice: “Ha visto chi belli cose chi avemu a Palermo? Un'opera d'arte. “Munnizza accatastata” se gira per la città ne trova altre.” Alza le spalle e va via. Sarà forse una nuova corrente di artisti? Non mi resta che andare alla ricerca di altre installazioni, quelle della corrente Munnizza. Speriamo che il sindaco non le abbia scambiate per spazzatura e le abbia fatte rimuovere!»

Valerio Toninelli, artista, scultore, pittore, vive e lavora a Pistoia (IT)

«Per quanto concerne l’immagine, la foto dell’opera Munnizza accatastata di Anonimo palermitano, e la descrizione della medesima, ribadisco il mio pensiero… anzitutto la foto, la scelta del soggetto, l'intuizione, è opera d'arte arte già di suo. Il titolo lascia mille risvolti di discussioni aperte a tutti i fruitori... Il titolo “Munnizza accatastata”, ti riporta e mette in luce anche diversi temi. Quello dell'incuria, da parte di cittadini, che non hanno nel cuore il problema di un ordine che dovrebbe avere una città, perché sono distanti dal bello, dal pulito… al contempo, il disordine, il caos, che si trasforma in materia didattica e serve a risvegliare anche sentimenti persi… il tutto in una cornice energica e di colore. La simmetria, la geometria della disposizione degli oggetti accatastati davanti alla porta di Palazzo Alliata di Villafranca. Attentamente, da caos, pare strano, diviene ordine… infinite sono le sfumature, e, credo che il maestro Michelangelo Pistoletto (1933), avrebbe totalmente rubato il gesto e l'idea, all'artista Anonimo palermitano…»
Fattitaliani

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