Mauro D’Attis, “Costringere i tifosi ad avere tre abbonamenti è lesivo”. L'intervista

Mauro D’Attis parlamentare brindisino di Forza Italia conosciuto nella sua terra come l’onorevole della gente ancora una volta si occupa di un tema molto sentito in questi giorni.
Non sempre la politica riesce ad intercettare il mal contento su argomenti nazional popolari come quello sollevato oggi ai Ministri dell’Economia, delle Finanze e delle attività culturali. Ha scomodato tutti D’Attis, per ripristinare il diritto di seguire il campionato calcistico in maniera semplice e non così dispendiosa. La notizia apparsa sulle agenzie di stampa dapprima ci ha strappato un sorriso ma poi ci ha incuriositi e abbiamo deciso di sentirlo direttamente.
La politica si occupa anche di sport? 
La politica si occupa dei cittadini e dei loro legittimi interessi. Costringere i tifosi ad avere ben tre abbonamenti su streaming, digitale e sul satellite per seguire un solo campionato mi sembra lesivo sia dal punto di vista economico che sociale. Il calcio in Italia è molto più che uno sport e riveste un ruolo che non può essere sottovalutato.
Lei ha parlato di danni economici oltre che sociali…
Certo. Il mondo del totocalcio e delle scommesse in generale costituisce un buon introito per le casse statali. Chi giocherà più senza poter seguire in diretta il campionato?
Cosa chiede ai Ministeri che ha interrogato?
Di ripristinare, sempre nell’ottica di libero mercato, una situazione di eguaglianza. Non possono esistere tifosi di serie B, non può il calcio diventare una cosa da ricchi o da nerd. I tifosi più anziani non navigano su internet e spesso non hanno una connessione in casa, non possiamo dimenticarci di nessuno neanche se si tratta di un campionato di calcio. 

Fattitaliani

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