Teatri di Pietra, Carlotta Bruni e Rosa Merlino sono Daphne "due interpreti e due caratteri opposti ma appartenenti ad una stessa natura". L'intervista di Fattitaliani


Stasera alle 21.15 nell'Area Archeologica - Arco di Malborghetto a Roma andrà in scena "DAPHNE" da Ovidio (Mda Produzioni). Regia e coreografia Aurelio Gatti con Carlotta Bruni, Rosa Merlino, Luca Piomponi. Fattitaliani ha intervistato entrambe le interpreti del personaggio ovidiano. 



Quanto conoscevate di Apollo e Dafne prima dello spettacolo? 
Come tante narrazioni legate al mito conoscevamo questa storia molto superficialmente e di riflesso alle tante citazioni che ne vengono fatte in altri testi.
Quando è stato il momento di costruire questo spettacolo, il personaggio di Daphne e quello di Apollo hanno preso forma e sfumature che prima non avevano corpo.
In particolare, l'evoluzione che i due affrontano prima di arrivare a quella che è conosciuta come metamorfosi.
In che modo lo spettacolo permette a tutto il pubblico di conoscerli più da vicino?
Innanzitutto Daphne è uno spettacolo per tre danzatori in cui la narrazione avviene esclusivamente attraverso la gestualità e una costruzione coreografica che può permettere, anche ad un pubblico non in confidenza con il linguaggio poetico e mitologico, di seguire gli accadimenti della storia.
Nello specifico Aurelio Gatti si è voluto soffermare sulla dualità del personaggio di Daphne, volendola rappresentare con due interpreti e due caratteri opposti ma appartenenti ad una stessa natura, proprio per dare maggior forza e leggibilità alle scelte e alle relazioni tra i due personaggi.
Come viene resa attraverso la danza la metamorfosi di Dafne?
Per la rappresentazione della metamorfosi le scelte potevano essere diverse. In questo caso si è dato peso alla ricerca di un obbiettivo e un futuro ignoto verso cui Daphne corre per sfuggire dall'amore di Apollo. L'uso di una gestualità "fuori da sè" in quanto ninfa e anche di oggetti di scena, aiutano a dare forma a questa trasformazione in qualcosa, nello specifico la pianta di alloro, unica soluzione per lei per non assecondare un destino ovvio.
E la reazione di Apollo alla metamorfosi di Dafne?
Nella reazione di Apollo si legge soprattutto un'incredulità, in quanto dio, di una amore non corrisposto. Un amore forte e sincero ma che in Daphne non trova restituzione. Lui dunque è disposto a inseguirla e in questa corsa, non atto di forza ma di vera passione, si esprime il suo sgomento di fronte ad una scelta incomprensibile ai suoi occhi.
Ne rimarrà una contemplazione e l'alloro diventerà simbolo universale di tutti questi significati.
Cosa pensate del vostro personaggio? lo giudicate? Provate compassione o che? 
Giudizio e compassione non sono forse i due sentimenti che ci hanno fatto prendere confidenza con i nostri personaggi.
Per raccontare una storia bisogna prima di tutto comprenderla e capire le ragioni di chi si muove al suo interno.
Quello che cerchiamo di fare è entrare in empatia con i personaggi e restituirne un'immagine pura nel senso dell'origine del mito, scevro da tutte le considerazioni che invece il pubblico è libero di fare. Giovanni Zambito.
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Note Biografiche
Carlotta Bruni
Dopo anni di pratica di ginnastica artistica a livello agonistico inizia gli studi di danza classica per poi frequentare il Corso di Perfezionamento in danza contemporanea MODEM della Compagnia Zappalà Danza dal 2006 al 2008.
Come danzatrice, dal 2008 ad oggi, collabora con svariate compagnie, coreografi e registi in Italia e all'estero:
MDA Produzioni Danza di Aurelio Gatti (con cui prende parte a più di 25 produzioni), Beppe Menegatti, Cadmium Compagnie, Paolo Poli, Roberto Olivan, Ashai Lombardo Arop, Yong Min Cho, Michal Mualem e Giannalberto De Filippis.
Come coreografa e docente di movimento, dal 2013, collabora con la Cooperativa Teatrale Gli Ipocriti di Napoli, dal 2015 è assistente alle coreografie di Virgilio Sieni e dal 2016 è docente presso l'Oltrarno, Scuola di Formazione del Mestiere dell'attore del Teatro La Pergola di Firenze diretta da Pierfrancesco Favino.
  
Rosa Merlino
Rosa Merlino si forma a Firenze col corso di formazione professionale in danza moderna diretto da Daniel Tinazzi e Rosanna Brocanello presso l’0pusballet. Viene poi selezionata per il MoDem corso di alta formazione in danza contemporanea diretto da Roberto Zappalà presso Scenario Pubblico di Catania. Si perfeziona con docenti d’eccezione a Bruxelles, tra i quali Inaky Azpillaga, Anne Teresa De Keersmaeker. Collabora con diversi coreografi della scena italiana quali Loris Petrillo, Micha van Hoecke, Giovanna Velardi, Massimiliano Burini, Natalia Vallebona, Giuseppe Muscarello. Nel 2008 inizia la sua collaborazione con MDA diretta da Aurelio Gatti. Dal 2009 inizia una personale ricerca di linguaggio costantemente in evoluzione. In questa ricerca si inseriscono i laboratori di movimento espressivo per bambini, adolescenti e adulti che conduce in qualità di docente ospite presso scuole di danza, campus formativi, enti pubblici e privati.

Luca Piomponi
Nel 2008 supera l'esame di ammissione all'Accademia Nazionale di Danza di Roma dove si diploma nell'indirizzo contemporaneo nel 2015. Durante i suoi studi ha l'opportunità di lavorare con coreografi quali Orietta Bizzarri, Zarko Prebil, Adriana Borriello, Guido Pistoni, Maria Grazia Garofoli, Guillaume Siard e Richard Haisma. Nel 2014 l'Accademia gli dà l'opportunità di studiare per un breve periodo presso la Iwanson International School of  Contemporary Dance di Monaco.
Danza nello spettacolo "Los Pàjaros Muertos" della comagnia La Veronal di Marcos Morau presso il Festival Oriente Occidente
2016. Danza in "Ero e Leandro" per la regia di Mariagiovanna Hansen.
Lavora nella nuova produzione del regista Giuliano Scarpinato "Ovid  hotel".
È danzatore della compagnia Mda produzioni danza di Aurelio Gatti: danza nelle produzioni "Viriditas"  "Daphne" e "Dimmi Tiresia" in tournée per le rassegne "Teatri di Pietra" e "Teatri di Pietra Sicilia".


Il mito di Apollo e Dafne è la storia di un amore mai realizzato, ma anche di un paradosso: proprio il dio protettore delle arti mediche non riesce a trovare un farmaco per la ferita infertagli da Eros; proprio il nume che conosce presente, passato e futuro, lascia che la sua mente onniveggente sia offuscata dalla tenace passione per la bellissima Dafne, figlia del fiume Peneo e di Gea.

Apollo, nel vederla, se ne innamora, ma la fanciulla, nel vedere il dio, fugge ed egli la invoca  …

Ninfa penea, férmati, ti prego: non t'insegue un nemico;
férmati! Così davanti al lupo l'agnella, al leone la cerva,
all'aquila le colombe fuggono in un turbinio d'ali,
così tutte davanti al nemico; ma io t'inseguo per amore!
Ahimè, che tu non cada distesa, che i rovi non ti graffino
le gambe indifese, ch'io non sia causa del tuo male!

Quando ormai sta per essere ghermita, Dafne, esausta, rivolge una preghiera al padre (o alla madre), affinché la sua forma, causa di tanto tormento, sia tramutata in qualcos’altro. In pochi istanti la giovinetta si irrigidisce, i piedi divengono radici, le braccia rami, il corpo si ricopre di una ruvida scorza: si sta trasformando in un albero di alloro. Apollo la raggiunge, ma è troppo tardi; riesce appena a rubarle un bacio, prima che anche la sua bocca sia ricoperta dalla corteccia.
Questo il mito, narrato da Ovidio nelle Metamorfosi.

Viene naturale prendere le parti di Dafne, che fugge da un accanito e possessivo spasimante, forse intento a soddisfare la sua passione senza tener conto della volontà dell’amata, eppure merita un’attenzione la sofferenza di Apollo, il dolore di chi ama senza essere ricambiato. Il dio potrebbe avere tutte le fanciulle che vuole, ma desidera Dafne, non per un capriccio, ma perché è stato ferito dalla freccia d’amore di Eros… non si sceglie di amare e chi amare.

Perché innamorarsi di una creatura che susciterà di certo dolore e rifiuto? Apollo, che può conoscere il futuro, avrebbe potuto prevedere le tragiche conseguenze della sua passione eppure, insegue Dafne. Egli è il dio dell’ordine e del raziocinio, eppure compie atti irrazionali per amore. La ragione viene sconvolta per colui o colei che si desidera ardentemente. L'amore, suscita un sentimento di totalità e interezza, trasfonde nell'idea di armonia, idealizza la vita futura accanto alla persona amata a tal punto da idealizzare l’altro: il rifiuto è quasi un omicidio; è come se la persona amata, respingendo, uccidesse l’immagine ideale che di lei ci si è costruiti.

Il rifiuto è ingiusto. Saffo, nella celebre ode ad Afrodite, invoca la dea perché ristabilisca gli equilibri e faccia rispettare la legge cosmica dell’amore, secondo la quale chi è amato ha il dovere di ricambiare con altrettanto amore. Il rifiuto costituisce un atto di ingiustizia (adikia).

Nella realtà, però, non c’è alcuna legge che obblighi ad amare.
Se Dafne è una vittima, Apollo non va certo giustificato, ma compatito.
Il grande sgomento è che una corsa straordinaria, rocambolesca, meravigliosa viene interrotta, per sempre. Se non  importano le ragioni e i disegni di Apollo, ugualmente vale per quelle del rifiuto di Dafne. La corsa di Dafne si è fermata nella preghiera di metamorfosi, di sottrazione della forma, ma anche di sviluppo e dinamica… e la  ninfa che correva ora è solo tronco immobile.

Una danza per un mito che, malgrado gli usi e gli abusi funzionali alle diverse mode o epoche, ripropone, integro e autentico, il mistero dell’eros: due interpreti per Dafne (Carlotta Bruni e Rosa Merlino), un Apollo (il giovane Luca  Piomponi)… e poi una corsa infinita. 


Orario : 21,15

Ingresso 12 euro intero  – 10 euro ridotto – 5 euro convenzionati / associazioni / studenti
biglietti online : www.liveticket.it

Info & prenotazioni: teatridipietra@gmail.com/ whatsapp 333 709 7449
/teatridipietra.blogspot.it ///

ARCO di MALBORGHETTO : Via Malborghetto , 3 -  ROMA
sulla Via Flaminia , altezza  Stazione Sacrofano
Fattitaliani

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