ISTANBUL, IL "MEDITERRANEO" DI MIMMO JODICE: IN MOSTRA 40 OPERE IN BIANCO E NERO

È stata inaugurata ieri, lunedì 16 luglio, presso la Sala Assos dei Musei Archeologici di Istanbul la mostra la mostra "Mediterraneo" di Mimmo Jodice, che, promossa in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e il Consolato Generale d’Italia ad Istanbul, resterà aperta al pubblico sino al 31 agosto.

"Mediterraneo" presenta quaranta opere, realizzate in rigoroso bianco e nero negli anni Novanta attraverso le quali il grande artista, uno dei maggiori interpreti della fotografia contemporanea, ci conduce in un percorso fondato sul mito, sulla memoria, sulla cultura e sul paesaggio delle grandi civiltà che hanno popolato il bacino del Mediterraneo.
Bianco e nero, Mediterraneo e nord Africa: gli scatti artistici di Mimmo Jodice dedicati al Mediterraneo interpretano al meglio lo spirito della diplomazia culturale italiana nello spazio geografico di cui il nostro Paese è centro cruciale, crocevia di passato e presente, crogiolo di culture e tradizioni. L’Italia e il Mediterraneo sono al centro di questa straordinaria indagine di Mimmo Jodice tra statue e volti umani, tra antiche rovine della storia e rigogliosi paesaggi. Una indagine condotta con l’obiettivo puntato non alla realtà scabra ed essenziale della quotidianità ma alla ricchezza del mito ed alla abbondanza di culture, lingue e tradizioni che fanno del Mediterraneo un luogo di incontri e di sovrapposizioni, di dialogo e di contaminazioni.
Immagini archeologiche, spazi aperti e paesaggi marini dai forti contrasti luminosi, frammenti di corpi, volti dagli occhi che mantengono intatto lo sguardo su ciò che hanno visto, raccontano con concentrata intensità essenze dell’antica cultura mediterranea in un’atmosfera dove il Mito viene riproposto e attualizzato, dove le immagini del passato e della classicità sono interpretate con una prospettiva assolutamente contemporanea.
Il Mare Nostrum è un mare di pacifica convivenza, di un colloquio che tanto deve essere franco e schietto quanto ricco di rispetto reciproco, perché è dalla reciprocità e dalla convivenza delle nostre diverse presenze che è nata la grande civiltà del Mediterraneo. Oggi più che mai, dunque, questo richiamo ad un patrimonio di culture comuni e condivise è necessario a chi vuol costruire ponti contro i muri dell’indifferenza e dell’intolleranza.
Il progetto è curato dal Comitato scientifico della collezione Farnesina del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con il MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e con la famiglia Cotroneo, proprietaria della collezione. 
La mostra è parte di "Italia, Culture, Mediterraneo", programma culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Mimmo Jodice è uno dei grandi fotografi della storia della fotografia italiana. Vive a Napoli dove è nato nel 1934. Fotografo di avanguardia sin dagli anni Sessanta, attento alle sperimentazioni ed alle possibilità espressive del linguaggio fotografico, è stato protagonista instancabile nel dibattito culturale che ha portato alla crescita e successivamente all’affermazione della fotografia italiana anche in campo internazionale. Agli inizi degli anni Sessanta scopre la fotografia. Inizia allora a sperimentare i materiali fotografici e le possibilità della fotografia, non come mezzo meramente descrittivo, ma come strumento creativo. Durante questi anni Mimmo Jodice vive a stretto contatto con i più importanti artisti delle neo avanguardie che frequentano Napoli in quegli anni: Wahrol, Beuys, De Dominicis, Paolini, Kosuth, Lewitt, Kounellis, Nitsch e molti altri.
A partire dal 1980, con “Vedute di Napoli”, Jodice avvia una nuova indagine sulla realtà, lavorando alla definizione di un nuovo spazio urbano e del paesaggio, scegliendo una visione non documentaria ma sottilmente visionaria, di lontana ascendenza metafisica, alla quale resterà sempre fedele; questa ricerca segna una definitiva svolta nel suo linguaggio.
Nel 1985 inizia una lunga ed approfondita ricerca sul mito del Mediterraneo. Il risultato è un libro “Mediterranean”, pubblicato da Aperture, New York, e una mostra al Philadelphia Museum of Art.
Nel 1988 è presente alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi con la mostra Paris, city of light e al Palazzo Ducale di Mantova, con Eden, un’approfondita ricerca sul tema della natura morta. Nel 2002 presso il Massachusetts College of Art di Boston organizza la mostra Inlands, vision of Boston e nel 2004 il Museu de Arte de Sao Paulo gli dedica una importante personale Sao Paolo in occasione dei 450 anni di fondazione della città. Del 2008 è il volume “ROMA”, con scritti di Richard Burdett e Cornelia Lauff. Roma è un immenso teatro nel quale, come già aveva fatto a Parigi anni prima, Jodice mette a confronto la città antica, quella rinascimentale, quella barocca, quella turistica e la città contemporanea in trasformazione.
Nel 2010 due grandi mostre personali in contemporanea con un importante volume antologico, l’una al Palazzo delle Esposizioni di Roma, l’altra alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi, rendono omaggio alla sua opera.
Nel 2011 Jodice viene invitato dal Museo del Louvre a realizzare un progetto legato al museo e al suo patrimonio artistico. Realizza “Les yeux du Louvre” una serie di ritratti ravvicinati delle persone che lavorano al Louvre, dal direttore al guardiano; parallelamente estrae da dipinti di noti artisti come Delacroix, David, Leonardo, Raffaello, Ingres, Bronzino, Delaroche, Parmigianino, Pontormo, una serie di volti, fortemente riquadrati; crea dunque una sequenza nella quale vivi e morti, volti contemporanei fotografati e volti del passato dipinti, si alternano regolarmente legati tra loro dagli occhi, in assoluta continuità. Nel 2014 una mostra dal titolo “Arcipelago del mondo antico”, a cura di Filippo Maggia e voluta dalla Fondazione Fotografia, viene presentata al Foro Boario di Modena, nell’ambito del Festival della Filosofia 2014, a conferma della centralità del tema dell’arte antica e delle civiltà passate nell’opera del grande fotografo napoletano.
Nel 2016 Napoli dedica a Mimmo Jodice la sua più grande e approfondita retrospettiva “Attesa 1965/2016” al Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina (MADRE) a cura di Andrea Viliani. (aise)
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