Franco Mussida a Fattitaliani: la vita in primis è un'esperienza emotiva. L'intervista al fondatore e presidente del CPM Music Institute

di Laura Gorini - Al via a partire dal 26 maggio sei seminari incentrati sullo sviluppo della propria coscienza emotiva anche attraverso un diverso modo di ascoltare la Musica presso il CPM Music Institute, sito in Via Elio Reguzzoni, 15- Milano) tenuti dal fondatore e presidente Franco Mussida. Durante gli incontri, che si svolgeranno dalle ore 10.00 alle ore 14.00, verranno sperimentati nuovi approcci pedagogici utilizzabili da tutti gli interessati: formatori, educatori, insegnanti, assistenti e da chi intende operare nel mondo del sociale.

Obiettivo precipuo degli incontri  è  quello favorire in maniera reale ed effettiva  la crescita emotiva della persona e offrire i meccanismi di assimilazione di energie naturali ed etiche utili per il sostegno del proprio lavoro. Accrescere sensibilità, stabilità, fermezza e lucidità interiori necessarie per svolgere con sempre rinnovato entusiasmo l’impegno educativo nel sociale. Limitare le conseguenze di possibili prostrazioni o depressioni che possono colpire chi nel lavoro è soggetto ad un grande dispendio di energie affettive.
Inoltre i  proventi economici ricavati dai seminari andranno a supportare il lavoro di ricerca in ambito pedagogico musicale e le iniziative legate al mondo del sociale, attività che il CPM Music Institute svolge da trent’anni.
Franco, al centro degli incontri vi sono i sentimenti. Ma oggi in un mondo dove sembra che tutti e tutto vadano di fretta, è davvero possibile parlare di sentimenti?
La nostra vita è prima di tutto un' esperienza emotiva. Che lo si voglia o no la sorgente di partenza per ogni cosa che facciano è cercare ciò che ci da piacere, o che ci permettere di sopravvivere con il massimo del piacere possibile. Le emozioni quando le viviamo in modo un po’ più durevole nel tempo le chiamiamo sentimenti.
Il mondo dei sentimenti, tutti i sentimenti fissano la nostra esperienza affettiva, ci permettono di viverla in tutta la sua profondità anche in modo a volte molto doloroso.
Quello che riusciamo a fare sempre meno è elaborarli, osservarli, accettarli, comprendere che sono una cosa preziosa. E’ questo che facciamo fatica a fare. E più non lo facciamo più siamo in loro balia, e più siamo in loro balia più ci viene la voglia di sopprimerli. Ma cosi facendo o ci indeboliamo tremendamente o diventiamo macchine non più uomini.
Talora- però- si tende a viverli nella maniera sbagliata e fin troppo teatrale... Come si può trovare il giusto equilibrio?
Vivere Il Pianeta dei Sentimenti, come lo chiamo io, ed è il titolo di un libro che accompagnerà oltre che i seminari anche il mio prossimo spettacolo musicale, significa conoscerne a fondo la struttura affettiva nella quale si manifestano. Significa imparare a conoscersi e ad accettarsi. La Musica aiuta a farlo con una precisione e una sicurezza impressionanti. Tutto ciò che è vero, vissuto in profondità, non è teatro, il teatro è l’esasperazione dell’espressività; ma questa è tutta un’altra cosa.
Crede che Internet e in particolare i Social Network siano un danno in tal senso?
Di fate Turchine e di fate Morgane se ne solo succedute tante nei secoli.
Agli uomini è sempre stato richiesto,  in questo essere tirati da una parte e dall’altra, di trovare il proprio equilibrio, il massimo possibile della propria libertà.
Per essere liberi prima ancora di conoscere intellettualmente, culturalmente, occorre essere connessi con il mondo della natura. E’ lei che ci dice fino a dove è opportuno spingerci nell’elaborare scienza, nel trovare equilibrio tra rapporti umani virtuali e rapporti veri, naturali appunto.

Ma perché- secondo lei- i giovani avvertono sempre il bisogno di postare i loro stati d' animo e di mettere in piazza i loro sentimenti?
Perché un dato,  una misurazione di peso, di lunghezza, di potenza, il calcolo di un’ellissi, la circonferenza della terra la distanza tra universi, il numero degli alberi di una città etc…sono  dati oggettivi,  non diversificano nulla, dati utili certo , ma ad una realtà intellettuale di massa. Ciò che invece ci rende unici, è il nostro sentire, il nostro mondo interiore unico e irripetibile. Purtroppo non abbiamo ancora compreso che questa unicità la esprimiamo in territori affettivi comuni.  Se ne avessimo più coscienza, ed è uno degli obiettivi del seminario, ci sentiremmo meno soli. C’è da dire però che l’eccesso di espressività senza il filtro della percezione del vero senso del valore, specie se si tratta di arte, di Musica, produce un pericoloso fenomeno: quello della Bulimia Espressiva. 
La Musica e l' Arte possono davvero aiutare a capire il loro giusto valore?
Bella domanda! La Musica e l’Arte sono già di per se stesse un valore. Lo vediamo dalle opere, dalle meraviglie degli artisti e dei musicisti: ad ogni opera artistica diamo un valore, e non solo economico.
Trent’anni passati a offrire Arte musicale tra carceri, comunità, palcoscenici e scuole, mi hanno però aperto alla visione di un’arte di solo servizio che va oltre le forme divisive dell’arte come commercio, oltre il gusto per la forma , per l’eccellere umano nel maneggio di tecniche e materiali.
L’Arte, la Musica può, anzi, deve raccontare se stessa, il suo giusto valore, meglio il suo giusto ruolo, nell’esperienza quotidiana dell’uomo, della persona comune quale io sono, nell’ascoltatore nell’atto di unire la Musica all’intimità, all’interiorità di chi la sta sentendo davvero, provocando in lui modifiche emotive notevoli.

Recentemente è nata Slow Music di cui sono Fondatore. Mi occupo di formazione degli ascoltatori. Il primo pensiero che mi sono permesso di fare uscire come pensiero di lentezza e di osservazione del fenomeno musicale è stato: “Noi abbiamo creato la Musica ma ci siamo scordati come mai.” Vi assicuro che  per scoprire come mai,  occorre osservare in un altro modo la Musica legandola all’oggi dell’esperienza affettiva. È un viaggio meraviglioso. Davanti a noi c’è un mondo ancora tutto da scoprire.
Foto di Omar Cantoro
Questo il calendario dei sei seminari:
Sabato 26 maggio:Introduzione all’Ecologia dei Sentimenti”;
Sabato 16 giugno: “Il formatore come artista e scienziato sociale”;
Sabato 22 settembreLa comune struttura affettiva individuale”;
Sabato 20 ottobre:Vincere il caos interiore”;
Sabato 24 novembre:Un nuovo modo di ascoltare la Musica”;
Sabato 15 dicembre: Pratica dell’Ecologia dei Sentimenti”.
Fattitaliani

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