Gabriella Greison a Fattitaliani: le vite dei grandissimi ci aiutano a cogliere il senso delle nostre piccole battaglie. L'intervista

Dal 18 al 21 gennaio 2018 Gabriella Greison torna a Roma con il suo spettacolo '1927 MONOLOGO QUANTISTICO', al Teatro Brancaccino. Orari spettacolo alle 20, tranne domenica alle 18.45: Biglietti quiL'abbiamo raggiunta per una intervista.


Tutto parte da una foto datata 1927, perché ha scelto proprio quella? 
Mi sono laureata in fisica a Milano, poi ho frequentato l’École Polytechnique a Parigi; mentre questa passione per la fisica mi portava a cercare risposte alle mie grandi domande, mi sono sempre più incuriosita riguardo alle biografie dei giganti, vale a dire Einstein, Schrödinger, Heisenberg, Marie Curie, Dirac, Pauli… Ispirata dalla foto scattata alla fine dell’ottobre 1927 al 5° Congresso Solvay, che mi ha sempre affascinata perché riunisce i 29 fisici che diedero vita alla fisica quantistica, sono andata a Bruxelles e ho rifatto il percorso degli scienziati prima di quella famosa foto. Perché era nata la fisica quantistica, che cosa aveva spinto quelle persone a cambiare le cose e farsi pure prendere per matti… Era un nuovo punto di vista per osservare la quotidianità. Ho interpretato i partecipanti a quel congresso in “1927, Monologo Quantistico” caratterizzandoli con i loro tic e le loro manie. A me piace un sacco capire il lato umano, analizzare i cambiamenti e le lotte che li accompagnano: analizzare le vite dei grandissimi ci aiuta anche a cogliere il senso delle nostre piccole battaglie di ogni giorno. Le mie ricerche su questa foto sono durate due anni, e poi ho pubblicato tutto nel libro 'L'incredibile cena dei fisici quantistici'. Ma avevo così tanto materiale che ci ho scritto anche un monologo, e da due anni lo porto in giro nei teatri di tutta Italia. Quanti sold out, una cosa incredibile! Per ora il record di applauso più lungo alla fine è nelle mani degli spettatori napoletani, cinque minuti è il record, con una serie di 'brava' che mi facevano venire i brividi. Al secondo posto c'è Milano e poi Genova. Vediamo se nelle prossime date si riesce a riscrivere il podio. 

Dopo 'L'incredibile cena dei fisici quantistici' (edito da Salani) che è stato definito dagli addetti ai lavori un vero longseller, lei ha pubblicato due libri dedicati alle donne nella scienza: 'Superdonne!' (edito da Salani) e 'Sei donne che hanno cambiato il mondo' (edito da Bollati Boringhieri), e anche questi sono stati un caso editoriale da migliaia di copie vendute (il secondo è alla quinta ristampa!). In un momento in cui le STEM sono l'argomento del giorno, come è arrivata alla costruzione di questi lavori? 

Per secoli le donne non hanno potuto arrivare ai vertici - delle arti, delle scienze, dello Stato - non per via del loro cervello (il cervello dell’uomo e della donna sono uguali, lo diceva Rita Levi Montalcini), ma per l’oppressione imposta loro dalla società maschilista. Uomo e donna avevano ruoli differenti. L’uomo cacciatore, guerriero, politico. La donna madre, moglie, casa, lavori domestici. Ma quel mondo, ormai, non esiste più. Le cose stanno cambiando; in tutto il mondo le donne si battono per la loro libertà. Le ragazze di Teheran, le signore di Istanbul, le donne indiane, le arabe. Chiedete a una ragazza della mia generazione cosa pensa di Cenerentola... Le ragazze della mia generazione vanno al cinema a vedere altri tipi di cartoni animati o film. Le ragazze ora guardano The Brave della Pixar e si siedono sul trono per regnare da single. Per questo l'idea alla base del libro è quella di raccontare le donne che piacciono alle ragazze di oggi. E che piacciono anche a me. 

Poi ha creato il suo monologo 'Due donne ai Raggi X', che porta in giro per l'Italia nella forma light (la forma teatrale completa ha debuttato con data unica alla Sala Umberto di Roma il 7 novembre scorso per i 150 anni dalla nascita di Marie Curie con il teatro pieno di 400 spettatori entusiasti). Di cosa si tratta?

Ho creato questo monologo con l'idea di solcare questo momento storico che stiamo vivendo in cui le donne escono sui giornali per ben altri motivi. Ho capito che c'era una necessità, che nessuno colmava. E così ho ricostruito le vite di Marie Curie e Hedy Lamarr e le ho messe insieme, nell'unione di queste due vite ci possiamo specchiare tutti noi. Io, da fisica, combatto la mia battaglia proprio usando la scienza, la mia preparazione, la mia formazione. Lo faccio con i miei romanzi in libreria e con i miei monologhi nei teatri (sul mio sito ci sono tutte le date www.GreisonAnatomy.com). La scienza più dura è considerata la fisica, oggi solo 10% dei laureati sono femmine (molto meglio va ad esempio per matematica che le laureate sono 50%), eppure la fisica è perfetta per il cervello femminile come per quello maschile (lo diceva appunto Rita Levi Montalcini). Questo dato è assurdo. Gli errori più comuni vengono compiuti dai giornali e le tv che fanno terrorismo psicologico contro la fisica ('terrore alla maturità forse esce fisica', avete presente questi titoli?), poi altri errori vengono compiuti dai divulgatori che non sono dei fisici, ma questo è un altro discorso... Infine, l'altro errore è quello di pensare che le donne della scienza del passato erano coscienti di quello che stavano facendo e volevano cambiare il mondo. In realtà loro non lo sapevano. Loro volevano solo fare quello che gli piaceva fare. Da piccola sono cresciuta guardando Star Trek e Guerre Stellari. E una delle cose che mi hanno insegnato queste due magnifiche saghe fantascientifiche è che le donne combattono contro le ingiustizie al pari degli uomini e al pari di tutti gli altri (animali, extraterrestri, nuove specie viventi). Da Uhura a Rey, donne strepitose, che non si travestono certo da uomini per rivendicare la propria libertà. Che non si lagnano. Il fine ultimo è salvare il mondo, e non si perdono in distinzioni inutili tra razza, sesso, età, origini, religioni, specie. Cioè, il bello sta proprio in questo: non si fa proprio caso al fatto che ci siano queste differenze. Sul mio sito ho messo una sezione in cui dò gli appuntamenti proprio su questi temi.

Leggendo il suo sito www.GreisonAnatomy.com ci siamo accorti come lei sia amata tantissimo dai ragazzi, dagli studenti, e in tanti le mandano lettere d'amore. Non è certo una cosa scontata! Come ci è riuscita? E come è riuscita a diventare un riferimento? Come lavora lei?
“È vero. E ne vado molto fiera. I ragazzi si accorgono delle cose che faccio perché sono semplice, racconto tutto nei dettagli, dal momento in cui penso che voglio fare qualcosa fino a quando riesco a realizzarla, che sia un libro o un monologo teatrale. Non ho un'industria dietro che lavora per me, come i divulgatori famosi in Italia per via della televisione, ma sono io, una fisica, che dice la verità su quello che fa. Creo tutto da zero, come le “Pillole di Fisica”, un programma televisivo che non esisteva da nessuna parte al mondo, totalmente nuove, andate in onda su RaiNews24. Ora sul mio canale youtube queste Pillole vengono continuamente diffuse dai ragazzi sui social network. Così come tanti altri miei lavori, essendo molto attiva sui social. Io sono una fisica, non sono una divulgatrice. Racconto quello che so, perché l'ho studiato per anni e anni. E questo crea sicurezza e credibilità. L’ho visto fare negli Stati Uniti e in Francia, sono cresciuta guardando il lavoro di colleghi più bravi di me in Gran Bretagna, sono loro che mi danno consigli, e con cui mi confronto: i fisici migliori riescono a dare punti di vista diversi e innovativi in un gruppo di lavoro che si occupa di altre materie. Mi mandano sempre nuovi stimoli, nuove energie, e soprattutto tanto materiale da usare per i miei romanzi e per i miei monologhi. Negli Stati Uniti c’è questa voglia di contaminazione tra competenze ed è frequente avere un laureato in fisica in qualsiasi team di ricerca, non necessariamente di ambito scientifico; da noi questa modalità d’approccio analitica arriverà chissà tra quanto. Intanto, dal 20 al 28 marzo 2018 mi lancerò in una nuova sfida, la prima edizione del festival teatrale “W la Fisica” al Teatro Menotti di Milano. Ho aperto un crowdfunding per sostenerlo (qui il link), un festival che non esiste da nessuna parte al mondo, tutto dedicato alla fisica e fatto solo da fisici o scienziati: tantissimi spettacoli, incontri, laboratori interattivi, interviste inedite”
Elisabetta Ruffolo

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Fattitaliani

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