Kaos 2017: Brancato, Ternullo e Barbera finalisti nella sezione Poesia. Le interviste di Fattitaliani

Fattitaliani continua a incontrare i finalisti di Kaos 2017, il festival dell’editoria, della legalità e dell’identità siciliana che il 9 e il 10 dicembre si svolgerà l’edizione 2017 della manifestazione Kaos nei locali dell'Accademia Michelangelo di Agrigento. Oggi è la volta dei tre autori che si contenderanno il premio per la migliore poesia: Cetta Brancato con Una lacrima di luna, Elisabetta Ternullo con Dietro un incanto, Michele Barbera con Amore nudo. Le interviste.

Come è nata la sua poesia finalista a Kaos 2017? 
Cetta BrancatoLa mia lacrima di luna è un omaggio all'isola. Talmente madre da educare l'uomo a nascondere il pianto.
Elisabetta Ternullo: "Dietro un incanto" nasce da un panorama etneo: di notte, l'Etna dai fianchi imbiancati, le stelle ad ammirare l'incanto. Ho pensato all'Etna come a una donna, ho dato voce alla montagna, una donna che fuori è gelida, bianca, ma dentro cova il rosso fuoco dell'amore che nasce dalle sue viscere. E le stelle complici...
Michele Barbera: “Amore nudo” è un affresco di sentimenti contrastanti, di passione e di natura. È una poesia che mi è nata dentro, e che ha trovato un momento particolare della mia vita per venire prepotentemente fuori. È una lettera d'amore disperato, autentico e, perciò nudo, sullo sfondo di una terra magicamente esasperata, la Sicilia; ma è anche un messaggio di speranza, per noi che - testardamente - viviamo nell'attesa di un futuro migliore che riscatti le ombre del nostro passato. 
Ci sono degli oggetti, dei luoghi, delle persone che più degli altri ispirano poesia secondo la sua esperienza?
Cetta BrancatoLa poesia è solo un atto d'amore. Quindi s'impone con innocenza  e nudità al poeta. Il verso nasce, spesso, da una ferita, da un abisso, da un'assenza. È, pertanto, perfetta felicità. 
Elisabetta TernulloTutto ispira poesia, tutto è poesia. La poesia è ovunque. Tutto inonda, tutto pervade, tutto fluisce. Non c'è che da sentire. La poesia non è per pochi e non è circoscritta ai momenti di ispirazione. È dappertutto, è nonostante, è nei tempi e nei frattempi.
Michele Barbera: La poesia è prima di ogni altra cosa sentimento. Viene da dentro noi stessi. È la lente di ingrandimento del nostro cuore. Tutto può essere oggetto di poesia, un paesaggio, una persona cara o che, viceversa, odiamo, un libro, uno sguardo, un sorriso. Ma dobbiamo sentire l'ispirazione che sboccia dentro l'anima. È sbagliato pensare che la poesia sia solo questione di tecnica o un mero esercizio di rime e sillabe. A volte basta un sasso, anonimo, ai margini del nostro cammino, che magari gli altri trascurano o calpestano, per accendere la scintilla di un dialogo mistico tra noi ed il lettore che si riflette nei versi come uno specchio dell'anima. È qualcosa di misterioso, quasi iniziatico. La poesia piace perché smuove qualcosa dentro di noi. Diceva un grande poeta che la poesia è quello che viene detto nei versi, ma, ancora di più, quello che non è detto, ma intuito. 
Oggi la poesia che senso ha?
Cetta Brancato: La poesia, come diceva Pasolini, è merce non consumabile. Oggi più che mai conferma il proprio valore eretico, indispensabile per la crescita culturale di un poeta. 
Elisabetta TernulloLa poesia oggi ha il senso che ha avuto sempre. Il senso con il tempo non è cambiato. Magari è cambiato lo stile dei poeti che attraversano il tempo e che, di conseguenza, sono influenzati da fattori sociali, valori morali differenti. Il senso trovo che sia immutato: elevazione dell'essere.  Esaltazione della verità: un poeta non può mentire, una poesia, degna di essere tale, è un lembo di verità.
Michele Barbera: Dire che la poesia migliora il mondo perché migliora l'uomo, potrebbe essere una banalità, ma è - in sintesi - il “sugo della storia”, come direbbe Manzoni. Tutti siamo un po' poeti e questo ci aiuta a vivere meglio. Ho conosciuto persone prive di studi, che, però, componevano spontaneamente, e custodivano a memoria, versi in dialetto di una straordinaria intensità, figli di quella tradizione poetica orale e popolare che risale ai tempi di Omero. La poesia, dunque, è essere e vivere. Non riesco ad immaginare un mondo senza poesia, senza quella espressione viva ed autentica dei sentimenti che è intuitiva e non bisogna di orpelli o di tecnicismi. La poesia è anche libertà, rivoluzione, lotta contro l'omologazione e la massificazione, è una panacea contro l'infelicità e contro l'ostracismo della fantasia. La poesia ha guidato la storia: i versi lirici di Va' pensiero o quelli ironici di Sant'Ambrogio sono la metafora intellettuale del Risorgimento. Non per nulla il poeta è la coscienza della società, la parte più sensibile, colui che primo di ogni altro esperime il malessere, il disagio, il male di vivere. Ed, allo stesso tempo, addita ai contemporanei la via della riflessione e del riscatto. Concludo con una citazione, mutuata da un filosofo inglese: se la poesia è dolore, allo stesso tempo è medicina. Giovanni Zambito.
©Riproduzione riservata
Kaos 2017, Alessandro Savona e Ignazio Bascone.
Fattitaliani

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