Bruxelles, il 16 novembre Vernissage della mostra "Leonor Fini. Memorie triestine"

La mostra espone testimonianze inedite della vita dell’artista surrealista Leonor Fini a Trieste, città in cui ha vissuto i primi anni della sua vita e dove ha avuto modo di frequentare il vivace ambiente intellettuale multiculturale degli anni venti del novecento, animato da personaggi del calibro di Gillo Dorfles, Umberto Saba, Italo Svevo, Leo Castelli, Bobbi Blazen.

L’esposizione si compone di due collezioni di opere su carta inedite donate dall’artista e all’amico triestino Giorgio Cociani, cui era unita da una comune passione per i gatti - fonte d’ispirazione principale della sua arte - e alla cugina triestina Mery. Una parte della mostra è dedicata inoltre a lettere, cartoline inedite, capi d’abbigliamento appartenuti all’artista e a una serie di libri d’arte a lei dedicati, piuttosto rari. Ad arricchire emblematicamente quest’angolo della mostra, saranno esposti tre dipinti importanti di Arturo Nathan, Leonor Fini e Gillo Dorfles, per testimoniare simbolicamente la loro affinità elettiva e la loro grande amicizia e per offrire un quadro dell’intellighenzia e dell’arte triestina che ruotavano intorno alla Fini in quegli anni di formazione, rimasti fondamentali per la pittrice nell’elaborazione del proprio fare artistico.
Completano la mostra le ceramiche dipinte dall’artista dopo la seconda guerra mondiale.
Leonor Fini è stata una grande artista surrealista, legata in particolar modo a elementi onirici femminili. È considerata uno dei rari esempi di pittrice capace d’imporsi per l’originalità delle sue opere. Dotata di un indubbio talento riconosciuto da critici e pubblico, ha condotto un’esistenza particolare, prima a Trieste e poi a Parigi, che ha fatto di lei un personaggio e ha ispirato numerose biografie, tra cui l’ottimo saggio di Jocelyne Godard Leonor Fini ou les metamorphoses d’une oeuvre (1996), film e sceneggiati televisivi prodotti per lo più in Francia, Germania e Svizzera.
Curatrice: Marianna Accerboni, architetto e critico d’arte.

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