A Simone Cocciglia il premio Mia Martini: rappresenta il lavoro, il sacrificio, le cadute, le rialzate... la vita. L'intervista di Fattitaliani

Il cantautore abruzzese Simone Cocciglia con il brano “Cercavo un senso”, uscito il 29 settembre, si è aggiudicato la 23esima edizione del Premio Mia Martini la cui commissione artistica era diretta da Franco Fasano e composta da Mario Rosini ed Amara. L'intervista di Fattitaliani.

La canzone, presentata in anteprima nazionale al Premio Mia Martini, racconta del momento in cui le domande si fanno prepotenti ed è la confusione ad averla vinta. 
L’autore ne parla così: “Si è alla ricerca costante di un senso, delle cose, delle relazioni, degli accadimenti, in modo particolare, quando sono storti, non conformi alle aspettative, adombrati, dotati di un peso che grava sulle spalle e sullo stomaco. Come quando si è barche nella tempesta più nera ma sullo sfondo si inizia a percepire un bagliore di risposta; una consapevolezza viene a galla e i perché si avvistano all'orizzonte.”
Cercavo un senso - prosegue Simone Cocciglia - “è un tassello fondamentale del mio percorso artistico, che mi permette di guardare indietro con leggerezza e consapevolezza, quando il senso delle cose era torbido e la strada da percorrere in salita.”
Quanto è importante un premio così per ripartire col piede giusto? 
Una bella boccata di ossigeno e di energia. Sono segnali che indicano che sono sulla strada giusta, la mia. Questo Premio rappresenta il lavoro, il sacrificio, i “NO!”, le cadute, le rialzate, la polvere ingoiata ma soprattutto la Vita che amo a dismisura, oltre ogni amarezza e delusione. Sono onorato e felice di questo importante riconoscimento.
Il video - diretto da Francesco Paolucci e Francesco Colantoni - rispecchia un po' contenuto e significato del brano? 
Sì. Viene narrata la storia d'amore di due ragazzi: inizialmente c'è feeling, sintonia, sorrisi e corrispondenza.
La protagonista femminile è intenta a disegnare il ritratto del suo uomo.
Nel corso della canzone, però, la tensione si alza, i sorrisi vengono sostituiti da gesti ruvidi e violenti.
L'Amore si spegne e subentra la rivalità, il conflitto, la fine.
Si conclude con l'inquadratura sulla tela che raffigura il ragazzo di spalle, che va via. La stessa fine che racconto in “Cercavo un senso”
Ci puoi anticipare qualcosa dell'album che seguirà? 
Sarà un concept album. Raccogliendo tutti i brani mi sono reso conto che parlano tutti della stessa tematica, vista da diverse angolazioni e con diversi mood musicali, ma uniti da un unico argomento. Avrà tante sfumature musicali: sarà orgogliosamente pop.
Di quale canzone di Mia Martini interpretesti una cover? 
“E non finisce mica il cielo”. È una delle canzoni italiane più belle di sempre con un testo straordinario di Ivano Fossati ed una interpretazione di Mimì memorabile. Mi lega anche un altro ricordo a questa canzone: la scelsi per l'esibizione nel 2013 per Mezzogiorno in Famiglia, in diretta su Rai Due. Giovanni Zambito.
Fattitaliani

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