Opera, Agrippina ad Anversa: la fascinazione del potere declinata al femminile. La recensione di Fattitaliani

Fattitaliani
Agrippina, la seconda opera italiana di Händel, è stata scritta nel 1709 su libretto italiano, e pose Händel alla ribalta internazionale del mondo lirico dell'epoca. Un'opera dove gli elementi di musica, testo e drammaturgia sono fortissimamente collegati fra loro.
Dramma, tragedia, commedia, satira, allegoria, soap-opera. Una raccolta di tutte queste componenti: i musicologi naturalmente vi troveranno la parodia, carattere forse meno leggibile dall'ascoltatore contemporaneo. La complessità del racconto segue una logica che nella rappresentazione non può essere interrotta.
Ann Hallenberg (Agrippina) & Bálint Szabó (Claudio)
Nello svolgersi della narrazione c'è l'essenza del lavoro: le arie ci dicono molto dei personaggi disegnandone i caratteri e in ciò Händel va più a fondo dei parametri del tempo per quanto la partitura è strettamente codificata secondo il periodo. Ovviamente, il regista che oggi la mette in scena deve trovare una chiave che la attualizzi e la renda leggibile.
Ann Hallenberg (Agrippina), Bálint Szabó (Claudio) & Evgeny Solodovnikov (Lesbo)
Il racconto di donne che vogliono raggiungere e mantenere il potere in un'epoca a cui non è loro concesso come Agrippina, Madame du Pompadour, Madame du Barry, trovarono con mezzi diversi da quelli maschili la strada per arrivare mantenere e gestire il potere. E quale più esplicita chiave deve aver pensato la regista Mariame Clément che quella delle soap-opera degli anni Ottanta che in qualche maniera attualizzano la fascinazione degli spettatori del Settecento verso i torbidi eventi dell'antica Roma dove Svetonio e Tacito possono esser visti come anticipatori di un trash che negli anni Ottanta vide il suo fulgido inizio?
Ann Hallenberg (Agrippina)
Jake Arditti (Narciso), Toby Girling (Pallante) & Ann Hallenberg (Agrippina)
Nella rappresentazione in scena all'opera di Anversa fino al 4 aprile, complici anche i titoli di testa e di coda con tanto di personaggi e interpreti, vengono in mente Dynasty, Dallas, certo: ma anche Bold and the Beautiful, la soap-opera più seguita al mondo, da trent'anni in programmazione.
Susan Flannery e Katherine Kelly Lang in "Bold and the Beautiful"
In Agrippina è facile intravedere Stephanie Forrester che cerca in tutti i modi di avvantaggiare l'amato figlio Ridge (Nerone), di ostacolare la rivale Poppea (alias Brooke Logan) oggetto delle attenzioni amorose dei tre uomini della famiglia, cioè Claudio, Ottone e Nerone (cioè Eric, Thorn e Ridge Forrester).
Ann Hallenberg (Agrippina) & Dilyara Idrisova (Poppea)
Agrippina e Poppea sono due donne di potere che con maestria manipolano l'ambiente per raggiungere i loro scopi. Con la differenza forse che Agrippina (una magnifica e assolutamente naturale Ann Hallenberg, grande mezzosoprano e attrice da Oscar) va in attacco, Poppea (il soprano russo Dilyara Idrisova) agisce in difesa. 
Renata Pokupić (Nerone) & Dilyara Idrisova (Poppea)
Bálint Szabó (Claudio), Evgeny Solodovnikov (Lesbo) & Dilyara Idrisova (Poppea)
Renata Pokupić (Nerone)
Nello svolgersi dell'opera assistiamo anche alla nascita di un mostro, un Nerone (il mezzosoprano Renata Pokupić) che da esitante adolescente in balia della madre, cresce ed evolve nella distorta e incestuosa figura che la storia ci restituisce. 
Renata Pokupić (Nerone) & Ann Hallenberg (Agrippina)
Ann Hallenberg (Agrippina), Jake Arditti (Narciso), Toby Girling (Pallante) & Bálint Szabó (Claudio)
Fra tutti i personaggi, ciniche macchine al servizio di una smisurata voglia di potere, si distingue l'umanità di Ottone, unica figura che la musica di Händel disegna come profondamente e ingenuamente umana: con la sua ricca armonia e complessità ritmica, il musicista crea un'anima bagnata dalla malinconia consegnandoci la solitudine di Ottone circondata da nefandezze e intrighi, tratteggiandoci nella bella e intensa interpretazione del controtenore Tim Mead una figura integra, ma forse "perdente".
Tim Mead (Ottone)

Dilyara Idrisova (Poppea) & Tim Mead (Ottone)
L'artista ha restituito in modo limpido, chiaro, perfetto arie meravigliose come «Voi che udite il mio lamento», «Tacerò, pur che fedele», «Vaghe fonti, che mormorando» e «Pur ch’io ti stringa al sen». 
Tim Mead (Ottone) & Ann Hallenberg (Agrippina)
L'opera di Händel contiene molti monologhi interiori che ci danno uno sguardo dentro l'anima dei personaggi aggiungendo una profondità psicologica che la regista rende visivamente attraverso la sapiente aggiunta di immagini cinematografiche perfettamente integrate nella narrazione dell'opera. 
Renata Pokupić (Nerone), Jake Arditti (Narciso) & Toby Girling (Pallante)
La musica, naturalmente, è il motore dell'opera, e tutto è mosso dalla partitura, dalla grandezza qualitativa del libretto e dallo svolgimento musicale che il Maestro Stefano Montanari, violinista pianista e direttore, grande esperto di strumenti storici, conduce felicemente in porto. G.C.
Foto Agrippina di © Annemie Augustijns
Fattitaliani

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