SIMPAR-ISURA, IL DOLORE IN ITALIA COSTA 3,2 MLD. LEGGE 38/2010: SOLO 1 MEDICO SU 3 LA CONOSCE

Si è aperto a Firenze, sino all'1 aprile, il Congresso Internazionale di Anestesiologia e terapie del dolore SIMPAR-ISURA, organizzato e presieduto dal Prof. Massimo Allegri, ricercatore presso l'Università di Parma e specialista in anestesia rianimazione e terapia del dolore. Sono presenti 1200 specialisti e medici, metà italiani e metà provenienti da tutto il mondo, per confrontarsi sulle nuove scoperte scientifiche e tecnologiche e su tutte le tematiche relative allo studio e alla gestione del dolore cronico.

Una edizione speciale, in cui convergono due importanti appuntamenti internazionali. Trattasi di SIMPAR (Study In Multidisciplinary PAin Research), primo network internazionale capace di coniugare clinica e ricerca di base, e di ISURA (International Symposium of Ultrasound in Regional Anesthesia), società mondiale dedicata all’applicazione degli ultrasuoni per l’anestesia locale e per medicina del dolore.

I COSTI DEL DOLORE - "E' il congresso dal punto di vista numerico più importante d'Italia ed ha un altissimo livello qualitativo e scientifico - spiega il Prof. Guido Fanelli (nella foto), Azienda Ospedaliero - Universitaria di Parma - La base è dedicata sopratutto alla ricerca clinica e alla ricerca transazionale: si esplorano nuovi sviluppi per curare la malattia del dolore. Questa in Italia comporta una spesa, tra costi diretti e indiretti, di 3,2 miliardi di euro, secondo gli ultimi dati Istat a disposizione. I costi del dolore in Europa rappresentano il 2,3% del PIL. Negli Stati Uniti, invece, eguagliano la somma dei costi della terapia anticancro, vascolare e antivirale, arrivando a 600 milioni di dollari".

IL CASO "PREGABALIN" - E' molto importante, quindi, combattere il dolore non solo da un punto di vista clinico, negli interessi del paziente, ma anche da un punto di vista farmaeconomico. Come insegna il recente caso del Pregabalin, uno dei farmaci maggiormente prescritti al mondo contro il dolore. Questo, secondo la ricerca pubblicata dal New England Journal of Medicine, non è efficace contro il nervo sciatico, come invece si è da sempre ritenuto.  In Italia si sono spesi 80 milioni di euro per questo farmaco, ma si guarda con fiducia alle nuove soluzioni terapeutiche.

LA LEGGE 38/2010 - In Italia c'è anche una legge che si propone di tutelare chi soffre in maniera cronica. Si tratta della 38/2010, ma solo un medico su tre ne conosce l'esistenza. "L'Italia - dichiara il Prof. Massimo Allegri - è stato il primo Paese al mondo ad aver accolto le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Questa afferma che è un diritto di ogni cittadino non soffrire. La legge istituisce un percorso tale che permette al paziente di avere una rete istituzionale clinica per la gestione del proprio dolore. Purtroppo però questa, applicata a macchia di leopardo. La 38/2010 inoltre istituisce dei percorsi formativi specifici per i medici e consente un accesso semplificato ad alcuni farmaci". 

Secondo un recente studio europeo, la terapia del dolore in media viene insegnata 6 ore in 6 anni. L'Università di Parma in Italia è quella che spicca in fatto di preparazione, dichiarata l'"Università senza dolore". In questa non solo si insegna la terapia del dolore, ma la si lega ad altre discipline, in un contesto multidisciplinare. Uno dei grandi impegni degli specialisti è esportare questo modello anche nelle altre città, così che si possa avere una maggiore preparazione a livello teorico e pratico.
Fattitaliani

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