L’AQUILA - Oggi è
il primo giorno di primavera. L’anno scorso, il 21 marzo, veniva presentato a
L’Aquila il volume “Le radici e le ali” di
Goffredo Palmerini. In questi giorni
la casa editrice One Group sta
approntando il prossimo libro di Palmerini “L’Italia nel cuore”, la cui
uscita è prevista tra qualche settimana. Con il consenso della casa editrice s’invia
la copertina del libro e, quale anticipazione, il testo della Presentazione di Luisa Prayer che apre il volume.
Migrazioni ieri e
oggi nelle pagine di Goffredo Palmerini
di Luisa
Prayer *
Ero presente, all’Università di Teramo, insieme a un folto pubblico,
il giorno in cui Elio Di Rupo è
stato insignito della laurea honoris
causa. Ero presente alla sua
bellissima lectio, che è rimasta
nella mia memoria come altissimo ed emozionante momento di consapevolezza
rispetto ai principi e ai valori che ci fanno dire: siamo europei. Ritrovo qui,
nel libro di Goffredo Palmerini, che
mi ricordo salutai con gioia nell’Aula magna quella mattina, tutta la lectio di Di Rupo: meraviglioso poterla
rileggere e davvero confortante sapere che grazie a Goffredo essa verrà conosciuta
da moltissimi che non erano lì con noi quella indimenticabile mattina.
Goffredo Palmerini è un testimone
avido di positività: è un narratore di storie esemplari che hanno come
protagonisti quegli italiani e quelle italiane che hanno vissuto la condizione
di migranti e emigrati come una opportunità, e grazie al loro impegno e al loro
talento hanno vinto una sfida difficile ma importante. E’ innamorato delle storie che racconta,
delle persone che incontra, perché è capace di una meravigliosa disposizione
interiore, aperta, disinteressata, pronta a gioire dei successi dei
protagonisti dei suoi reportage, e
soprattutto a rappresentare con intelligenza e sincera adesione il senso
profondo di quelle esistenze, viste nella prospettiva della migrazione.
Questo suo ormai decennale lavoro di raccolta di storie di
italiani fuori d’Italia assume infine, nella dimensione quantitativa e
cronologica che si è venuta configurando, un significato generale che non solo
trascende il singolo caso, ma si rivela oggi come un percorso di grande
attualità. Che porta la nostra riflessione oltre le storie che lui stesso racconta.
Cosa vuol dire ai nostri giorni la parola migrante, come essa risuona diversa e
più problematica e - perché negarlo - dolorosa in noi, anche solo rispetto a
dieci anni fa, ci si chiarisce interiormente scorrendo il sommario di questo
diario di viaggio: non possiamo, leggendo i titoli, i nomi, gli argomenti, non
percepire che il tema centrale, quello della migrazione, è “il tema” che oggi più
scuote le nostre coscienze.
E con Goffredo comprendiamo perché noi italiani, nipoti e
pronipoti di generazioni che hanno patito emarginazione e povertà, abbiamo
proprio in queste radici l’origine di una sensibilità diversa rispetto a questo
tema. Una sensibilità che ci ha reso Paese differente nel soccorso e nella
accoglienza.
Come guardare noi italiani, che siamo stati migranti, alle
folle dei derelitti che approdano fortunosamente nelle nostre isole? Qui
Goffredo ci porge le parole di monito ma anche di speranza pronunciate da Elio Di Rupo quella mattina a Teramo, una speranza che si è
illuminata nella sua vita perché, ci ha testimoniato, grazie al sistema sociale
belga lui aveva potuto studiare, si era potuto affrancare da una condizione di
emarginazione.
Detto nell’Aula magna di una università, questo messaggio si
è amplificato, e ci è giunto come insegnamento:
l’educazione può essere la chiave dell’integrazione. Ed è quanto dimostrano tante altre storie che
troviamo nel suo bel libro. E non è superfluo, appunto, ricordarlo. Grazie,
Goffredo!
*
Luisa
Prayer,
musicista, si è formata come pianista al Conservatorio e all’Accademia di S.
Cecilia, e al Mozarteum di Salisburgo. Allieva di insigni musicisti, si è
perfezionata alla Accademia Chigiana e ai corsi della Fondazione Kempff di
Positano. Concertista, si è esibita in festival e rassegne concertistiche in
molti Paesi europei, in Giappone, Cina, Stati Uniti. Ha fondato nel 2000 il
Festival internazionale di musica “Pietre che cantano”, e dal settembre 2015 è
direttore artistico dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese.