Deepwater, al cinema l'incalzante disaster movie di Peter Berg. La recensione di Fattitaliani

Il film di Peter Berg, con un cast di attori hollywoodiani bravissimi e di grande fama cinematografica - Mark Wahlberg, Kurt Russel, John Malkovich, Gina Rodriguez, Dylan O'Brien, solo per citarne alcuni! - è molto interessante e certamente da vedere. 

Il film racconta un fatto realmente accaduto il 20 aprile 2010, e ne traccia i contorni umani, sociali, solidali, coraggiosi, incoscienti, irresponsabili, imprudenti, dissennati, imprenditoriali, d'affari, di tutela dell'ambiente, di cupidigia umana, di cinica insensibilità verso il genere umano e verso Madre Natura di chi governa le multinazionali del petrolio e delle energie, di solidarietà umana e di condivisione della sorte che esplodono nei momenti più tragici e drammatici della nostra vita di esseri umani; di ingiustizie e di giustizie che non verranno mai prese in considerazione da nessun tribunale del mondo!
Peter Berg, nella sua narrazione filmica, riesce a mettere bene in luce le contraddizioni oramai storiche tra il business, come lo chiamano gli statunitensi, e la salvaguardia del nostro habitat vitale: il Pianeta Terra!
La cosa più interessante del film non è il dramma accaduto al largo della costa della Louisiana, dove la piattaforma trivellatrice semi-sommergibile Deepwater Horizon, di proprietà della multinazionale britannica “British Petroleum”, a causa della superficialità e della cupidigia dei dirigenti della stessa compagnia, è esplosa causando undici operai morti e inquinando con milioni di barili di greggio l'oceano e tutto il Golfo del Messico con un disastro ambientale riconosciuto unanimemente, da scienziati e ambientalisti, come il più grave di tutta la storia dell'umanità.
Il fulcro del Film di Berg sono i rapporti umani e gli scontri tra chi mette al primo posto la sicurezza dei lavoratori e la tutela dell'ambiente, e chi invece mette al primo posto solo ed esclusivamente il business!
La sceneggiatura certamente gioca un ruolo molto importate nel disaster movie di Berg, e allora bisogna dare merito ai bravissimi Matthew Michael Carnahan e Matthew Sand. I dialoghi, gli scontri, le azioni, gli agìti, le ragioni dell'una e dell'altra parte, le argomentazioni a sostegno di una tesi o di quella contrapposta, vengono raccontate con una sceneggiatura molto ben fatta, attenta e intelligente, consapevole e informata sia dei fatti che della natura umana che assume caratteristiche e pulsioni diametralmente opposte rispetto alla posizione sociale ed economica che occupa nella società. 
È questo l'elemento estremamente interessante del Film, anche perché il resto oramai è storia e non si può certo cambiare o modificare, e parlarne a distanza di sei anni non incide certamente sulla cultura e sulla sensibilità della gente: ognuno è rimasto nelle sue posizioni, e queste posizioni intellettuali sono motivate dal ruolo sociale che si riveste nella società, ma soprattutto nelle organizzazioni, delle quali facciamo parte.
Il disaster movie di Berg è incalzante, ben ritmato, avvincente, imprevedibile, coinvolgente, con una fotografia e con effetti speciali dirompenti ed empatici: lo spettatore viene proiettato sulla piattaforma e sente il calore delle fiamme e il puzzo del fango e del greggio che devasta la piattaforma semi-sommergibile prima dell'esplosione catastrofica finale che distruggerà tutto.
Il fatto è che l'umanità intera è, oggi come allora, nella mani di questi sciacalli delle potenti multinazionali del petrolio e dell'energia; e il Film di Berg a volte lo dice espressamente, tal'altra lo trasmette allo spettatore subliminalmente in ogni diaframma della proiezione! Andrea Giostra.
Fattitaliani

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