Scritto nel 1936 e pubblicato nel 1939, E non ne rimase nessuno è considerato ancora oggi il capolavoro letterario di Agatha Christie, tanto che anche la cinematografia è piena di rimandi all’opera della scrittrice, basti pensare al film di René Clair con un cast d’epoca eccellente, oppure a tutti quei film successivi che adattavano il plot della storia a versioni più moderne. Ma questo testo resta nella memoria universale soprattutto per la perfetta struttura letteraria capace di tenere il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Forse il romanzo più cupo della scrittrice, probabilmente a causa degli echi della guerra in arrivo:ne nasce una vicenda piena di intrigo e suspense che trova il suo apice in un finale tra i più elettrizzanti e spiazzanti mai scritti. L’uso della filastrocca infantile, ribadisce il clima angosciante che pervade tutto il romanzo e che si manifesta tra i due poli contraddittori della colpa e dell’innocenza.
MARTEDÌ 19 LUGLIO prima nazionale Festival di Borgio Verezzi
10 PICCOLI INDIANI…E NON RIMASE NESSUNO! di Agatha Christie
Traduzione di Edoardo Erba
Con, in ordine di entrata in scena:
Giulia Morgani, Pierluigi Corallo, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia
Mattia Sbragia, Ivana Monti, Alarico Salaroli, Luciano Virgilio, Carlo Simoni
Regia di Ricard Reguant
DIECI
PICCOLI INDIANI… E NON RIMASE NESSUNO! - PRESENTAZIONE
Scritto nel 1936 e pubblicato nel
1939, E non ne rimase
nessuno è considerato
ancora oggi il capolavoro letterario di Agatha Christie, tanto che
anche la cinematografia è piena di rimandi all’opera della
scrittrice, basti pensare al film di René Clair con un cast d’epoca
eccellente, oppure a tutti quei film successivi che adattavano il
plot della storia a versioni più moderne. Ma questo testo resta
nella memoria universale soprattutto per la perfetta struttura
letteraria capace di tenere il lettore con il fiato sospeso fino
all’ultima pagina.
Il libro fu originariamente
pubblicato nel 1939 in Inghilterra come Ten
Little Niggers (Dieci
piccoli negri, o Dieci negretti), a richiamare il primo verso della
filastrocca a cui si fa più volte riferimento nelle sue pagine. Per
evitare di offendere la sensibilità dei cittadini di colore, il
titolo del libro subì una prima variazione l'anno seguente, in
occasione dell'uscita negli Stati Uniti, dove si scelse come titolo
l'ultimo verso della filastrocca, And
Then There Were None.
Anche in Italia la Mondadori Editore, prima casa editrice a
pubblicare il romanzo (1946), scelse la seconda versione, titolandolo
...E poi non rimase
nessuno. Questo titolo
rimase fino al 1977, per poi essere definitivamente cambiato con il
più musicale Dieci
piccoli indiani, mentre
negli U.S.A. è rimasto ancora oggi And
Then There Were None.
La
storia è nota: Siamo nel 1939, l’Europa è alle soglie della
guerra. Dieci sconosciuti per vari motivi sono stati invitati su una
bellissima isola deserta. Arrivati nelle camere, trovano affisse agli
specchi una poesia, Dieci
piccoli indiani. La
filastrocca parla di come muoiono, uno dopo l'altro, tutti i dieci
indiani. Di qui in avanti, una serie di morti misteriose infonde il
terrore negli ospiti dell'isola, che iniziano ad accusarsi a vicenda
fino ad arrivare ad una scioccante conclusione: l’assassino si
nasconde tra di loro.
Forse
il romanzo più cupo della scrittrice, probabilmente a causa degli
echi della guerra in arrivo:ne nasce una vicenda piena di intrigo e
suspense che trova il suo apice in un finale tra i più elettrizzanti
e spiazzanti mai scritti. L’uso della filastrocca infantile,
ribadisce il clima angosciante che pervade tutto il romanzo e che si
manifesta tra i due poli contraddittori della colpa e dell’innocenza.
La filastrocca, come definisce il critico inglese Falzon “E’
un’arma a doppio taglio che aiuta a creare quell’atmosfera magica
e surreale, quella regressione infantile verso una vacanza
nell’irrazionale, e allo stesso tempo scandisce con il suo ritmo
inesorabile, la minaccia di morte che incombe su ciascun personaggio.
Tutti professionisti sicuri di sé e della propria solida posizione
sociale, che viene messa in discussione dal preciso momento in cui
sbarcano sull’isola”.
Nel
1943 la Christie decide di adattare il romanzo per il palcoscenico:
lo spettacolo rimane in cartellone a Broadway per 426 repliche.
L’opera teatrale però differisce dal romanzo nel finale:
l’autrice, per evitare al pubblico un finale cosi drammatico,
decide di cambiarlo con un lieto fine, che oggi ci appare forse un
po’ deludente e frettoloso...
Per
questo motivo, per la prima volta nella storia della commedia e in
accordo con la Aghata
Christie limited, siamo
riusciti ad ottenere il finale originale, quello del romanzo del
1939, con lo stesso svolgimento mozzafiato che siamo certi incontrerà
i favori del pubblico e renderà giustizia ad un adattamento operato
dalla stessa Christie e degno dei migliori drammaturghi teatrali.
La
versione che vi presentiamo, diretta dal regista spagnolo Ricard
Reguant, è stata un enorme successo sia a Madrid la scorsa stagione,
sia a Barcellona. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e
delineati nelle loro profondità interiori. La stessa epoca del
romanzo viene rispettata, grazie ad un’ambientazione nei suggestivi
anni 40’ resa grazie alla scenografia in stile Art-Decò, con
l’utilizzo di colori bianchi e neri, che darà certamente grande
impatto visivo ad uno spettacolo che vede sul palcoscenico,per la
prima volta insieme, dieci protagonisti della scena italiana,
appartenenti a varie generazioni e con background artistici
differenti.
Come
scrive Reguant nelle sue note di regia:“Questa
nuova versione teatrale si adatta ai tempi e all’estetica del
momento facendo godere il pubblico nella ricerca dell’enigma
preparato dalla Signora Aghata; questi dieci “piccoli indiani”
bloccati nell’isola sono vittime o assassini? Questa è la stessa
domanda che la scrittrice pone a se stessa mostrando al pubblico il
lato nascosto di una classe borghese e aristocratica mischiati
insieme in un’unica arena, rivelando le proprie carenze, facendoli
confrontare e sbranare per la sopravvivenza fino a diventare esseri
volgari e ordinari. Sembra quasi una vendetta della stessa Christie
verso una classe dirigente nella società inglese in cui la stessa
scrittrice vive agiatamente e dalla quale vuole evadere
costringendosi a diventare lei stessa la carnefice verso i suoi
personaggi”.