The Piaggio Soul Combination e “Allnighter Material” un album fatto con amore. L'intervista

 


“The Piaggio Soul Combination” è il nome sotto cui si nasconde un oscuro collettivo di musicisti, con base a Pisa, provenienti da esperienze diverse, che intrecciano le radici tradizionali del soul-jazz con sonorità più sperimentali.

A dirigere il complesso, come una volta venivano chiamati i gruppi musicali che calcavano i palchi dell’antico suolo italico, è Marco Piaggesi: multistrumentista, cantante, autore e produttore.

Con “Allnighter Material”, Marco Piaggesi e la sua band firmano uno dei dischi soul più autentici e convincenti dell’anno. Groove potente, suono impeccabile e la voce magnetica di Diane Kowa regalano un album elegante, vibrante e fedele alla tradizione Stax/Motown, ma con un’anima tutta italiana. Allnighter Material” è uno di quei dischi che ti fanno venire la voglia di tornare a ballare. È il soul italiano che fa muovere anche Londra. La notte del soul italiano non è mai stata così luminosa grazie a Marco Piaggesi e alla sua big band. E non è mai stata così emozionante con l’arrivo di una cantante come Diane Kowa.

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L’INTERVISTA

Il vostro progetto unisce musicisti italiani e una voce di origini africane. Quanto conta oggi parlare di contaminazione e identità attraverso la musica?

Siamo una band orgogliosamente mista dal punto di vista etnico, culturale, generazionale, stilistico e di genere. La musica e il pubblico che la segue, credo siano più avanti dell'opinione pubblica generale. Una realtà che nel dibattito pubblico non compare se non come problema, cioè le seconde generazioni di origine africana, è invece vissuta da noi e credo e spero anche dal nostro pubblico, come una ricchezza. 

Il soul nasce come voce di liberazione e comunità. Cosa significa per voi interpretarlo nel 2025, dall’Italia?

Significa essere, appunto, libertari e comunitari: nel disco sono presenti anche testi in un certo senso più politici, come in "Sit and wonder" o anche, più ironicamente, in "Do the drop out". 

Marco, la tua band lavora come un collettivo. Quanto è importante l’idea di “gruppo” in tempi di individualismo musicale?

Si può dire che qualsiasi impresa collettiva, sia di per sé in direzione contraria rispetto a questi tempi di isolamento. Certo, gli ego ci sono e tenerli tutti a fuoco su un obiettivo unico, non è facile, ma ognuno di noi, credo, è consapevole che, quello che riusciamo a fare insieme, è molto di più della somma delle parti. 

In che modo Pisa, la vostra città, influenza il vostro modo di fare musica?

Pisa ha una scena musicale più ricca di quanto la sua dimensione provinciale farebbe supporre. Ci sono locali di jazz, locali di rock e la musica dal vivo ha degli spazi. È facile sentire in ogni stagione, concerti di artisti di rilievo. Quindi sì, direi che è un buon posto per suonare. 

Se doveste riassumere Allnighter Material in una parola, quale sarebbe?

Amore (fatto con).

Fattitaliani

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