Sandokan rivive: tra tecnologia, cast internazionale e scelte controverse

 

Foto di Paola Caputo

Alessandro Preziosi è Yanez nella rivisitazione di Sandokan, interpretato da Can Yaman, mentre Alanah Bloor è Marianna. La vera rivelazione del tv movie è Ed Westwick, che interpreta Lord Brooke.

di Emanuela Del Zompo

Per i fan di Kabir Bedi e dello sceneggiato televisivo degli anni ’70 che lo ha reso celebre nel mondo con Sandokan, è tempo di prepararsi a una nuova versione della storia del pirata più iconico della televisione.
La sceneggiatura propone un adattamento completamente diverso, che si distacca dal racconto di Emilio Salgari, giudicato dallo sceneggiatore “ormai datato” e quindi bisognoso di un rinnovamento per offrire al pubblico qualcosa di diverso.

La storia inizia nel Borneo del 1841, contaminato dal potere coloniale inglese. Sandokan è un pirata che vive alla giornata insieme alla sua ciurma, tra cui il fedele amico portoghese Yanez de Gomera (interpretato da Alessandro Preziosi). Durante l’arrembaggio a un cargo del Sultano del Brunei, Sandokan libera un misterioso prigioniero: un indigeno del popolo Dayak, oppresso da tempo. L’uomo riconosce in Sandokan il guerriero di un’antica profezia, destinato a guidare i Dayak contro gli stranieri.

La vita del pirata cambia quando, dopo un naufragio, incontra Marianna Guillonk (Alanah Bloor), la giovane figlia del console inglese. Tra i due si frappone Lord James Brooke (Ed Westwick), cacciatore di pirati sulle tracce di Sandokan e della sua ciurma.

Non cambia la celebre sigla, sebbene sia stata riadattata a livello sonoro: è forse l’unico elemento che ci riporta al racconto originario. Il budget importante a disposizione della produzione Lux Vide ha permesso l’utilizzo di mezzi tecnologici molto avanzati. Questo si nota subito nella fotografia delle scene e nei costumi, che contribuiscono a costruire un prodotto visivamente curato, capace in parte di mascherare alcune lacune, come la recitazione degli attori.

Tra Sandokan e Marianna manca la chimica che avevamo ammirato tra Kabir Bedi e Carol Andrè. Alessandro Preziosi è molto sopra le righe, proponendo una versione quasi comica di Yanez. Can Yaman, tra trucco e sguardi ammiccanti, cerca di ricreare il magnetismo dello sguardo di Kabir Bedi: inevitabilmente lo spettatore tende a fare paragoni tra gli interpreti degli anni ’70 e quelli di oggi.

Il primo episodio è piuttosto lento; bisogna attendere il secondo per vedere un po’ di ritmo. L’incontro tra Marianna e Sandokan non è subito idilliaco: anzi, sembra quasi che la ragazza sia più propensa a corrispondere i sentimenti di Lord Brooke, vera rivelazione del tv movie, che porta sullo schermo un personaggio sfaccettato e pieno di emozioni.

Questa nuova versione presenta un Sandokan dai tratti molto “macho” nei confronti della donna, ben diverso da quello gentile e protettivo interpretato da Kabir Bedi. Nella scena finale del secondo episodio, Sandokan cattura Marianna e la porta via con sé contro la sua volontà, ordinando ai suoi uomini di legarla: un messaggio che non passa inosservato in un periodo storico in cui si parla spesso di diritti delle donne, patriarcato e violenza di genere.

Questi sono gli elementi che emergono dai primi due episodi presentati alla Festa del Cinema di Roma, accompagnati da una grande campagna pubblicitaria per un prodotto che ha visto la luce dopo cinque anni di lavorazione.

Can Yaman afferma che il suo Sandokan è “diverso” e “nuovo” e che spera piaccia a Kabir Bedi. Noi, però, speriamo soprattutto che piaccia al pubblico questa versione così radicalmente rinnovata dell’eroe romantico nato dalla penna di Salgari.

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