Pasolini e la Roma degli anni ’60: la voce di Paola Pitagora ne "Il Paradiso di Accattone". L'intervista di Fattitaliani

 


di Giovanni Zambito - Il Paradiso di Accattone non è solo un reading teatrale, ma un vero e proprio viaggio nella memoria e nell’anima di Pier Paolo Pasolini. Paola Pitagora, guidata dalla regia di Massimo Luconi e accompagnata dalla tromba di Mirio Cosottini, il 7 ottobre riporta in vita le pagine del diario legato al film Accattone (1961), restituendo al pubblico la Roma degli anni Sessanta, sospesa tra la “dolce vita” e le borgate.

L’operazione teatrale nasce come un atto di appropriazione affettuosa di un flusso di coscienza inedito, intimo e struggente: le prime incertezze di Pasolini regista, la sua passione divorante per il cinema, l’amore per la madre e gli amici, le notti insonni per un sogno che stava diventando realtà. Sul palco, la voce di Pitagora e il suono delicato e sorprendente della tromba trasformano quelle parole in un affresco vivo, capace di comunicare ancora oggi l’energia, la fragilità e la determinazione di un artista in cerca di ascolto.

Con questo progetto, La Fabbrica dell’Attore - Teatro Vascello offre al pubblico non solo un omaggio a un film che ha segnato la storia del cinema italiano, ma anche una riflessione sulla condizione universale dell’artista: l’essere incompreso, la tenacia di non arrendersi, la speranza di dare voce a chi non ne ha. L'intervista di Fattitaliani a Paola Pitagora.

Come è nata l’idea di questo reading da Accattone e cosa l’ha spinta ad 'appropriarsi' di questo testo insieme a Massimo Luconi? E la musica dal vivo di Mirio Cosottini che ruolo gioca?
Il diario mi è piaciuto subito, con Luconi abbiamo fatto qualche taglio. Ho lavorato sempre con i musicisti – percussioni, chitarra, sax – ma non mi era mai capitato di recitare con una tromba. La sorpresa di Cosottini è stata grande: che uno strumento così forte potesse essere usato con tanta delicatezza.

Lei ha vissuto in prima persona quella stagione romana: che atmosfera si respirava nella capitale tra “dolce vita” e borgate pasoliniane?
All’epoca, siamo negli anni ’60, studiavo recitazione con Alessandro Fersen, con una borsa di studio della Vides di Franco Cristaldi. Frequentavo i pittori della Scuola Romana, ero fidanzata con Mambor. Stavamo spesso seduti davanti a Rosati – caffè che PPP detestava, e forse l’ho anche intravisto lì – ma noi restavamo sui gradini della chiesa di fronte, perché non avevamo una lira.

Pasolini in quegli anni non era ancora il grande intellettuale riconosciuto. Che immagine emerge dal memoir che proponete al pubblico?
L’immagine che emerge dal testo, ed è la ragione che ce lo fa amare, è quella di un uomo emotivo, appassionato di tutto: paesaggi, volti, la madre, gli amici, il cibo. Più di tutto, però, il Cinema. Era già un apprezzato sceneggiatore, ma l’incontro con la cinepresa lo entusiasma al punto da non dormire la notte.

Accattone è stato un’opera rivoluzionaria: secondo lei cosa rende ancora oggi questo film un capolavoro capace di commuovere e appassionare?
Qualcuno mi ha detto: “Ma sei una donna, come fai a interpretare un uomo?”. E mi sono divertita a leggere le poche righe in cui PPP parla della sua voce, che detestava, come di una voce “da castrato”. Ma al di là di questo, in ogni frase appare la sua anima, che non ha sesso.

Quale immagine di Pasolini desidera resti impressa?
Vorrei consegnare agli spettatori la tavolozza dei sentimenti contrastanti di un grande artista che, in quel periodo specifico, si sentiva incompreso: non gli davano fiducia come regista, il suo Accattone e le baracche (così erano le periferie romane) non attraevano i produttori. Lui esprime la disperazione e la tenacia di un artista incompreso. E quale giovane, anche di talento, non ha vissuto un momento simile?


TEATRO VASCELLO - STAGIONE TEATRALE 2025 2026

7 ottobre martedì h 21

IL PARADISO DI ACCATTONE

reading dal libro Accattone (FM, Roma 1961) di Pier Paolo Pasolini

un progetto di Paola Pitagora e Massimo Luconi

con Paola Pitagora

musiche originali live Mirio Cosottini (tromba)

regia e cura di Massimo Luconi

produzione La Fabbrica dell'Attore - Teatro Vascello

durata 55’

Info e prenotazioni esclusivamente tramite abbonamenti Zefiro , Eolo e CARD LIBERA E CARD LOVE, info promozioneteatrovascello@gmail.com  - promozione@teatrovascello.it
Biglietti: Intero 25 euro - Ridotto over 65: 20 euro - Ridotto addetti ai lavori del settore e Cral/Enti convenzionati: 18 euro - Ridotto studenti, studenti universitari, docenti e operatori esclusivamente delle scuole di teatro, cinema e danza 16 euro e gruppi di almeno 10 persone 16 euro a persona È possibile acquistare i biglietti, abbonamenti e card telefonicamente 065881021 con carta di credito e bancomat abilitati,
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Info: 06 5881021 – 06 5898031

promozioneteatrovascello@gmail.com - promozione@teatrovascello.it

Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78

Monteverde Roma

 

ORARI spettacoli

dal lunedì al venerdì h.21

sabato h.19

domenica h.17

 

BIGLIETTERIA

intero € 25

over 65 € 20

cral e convenzioni € 18

studenti € 16


Fattitaliani

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