Trascorsi gli eventi di settembre, Paesaggi del Corpo – Festival Internazionale Danza Contemporanea rinnova la sua presenza nei Castelli Romani anche in ottobre, con un calendario pensato per adulti e famiglie che intreccia ricerca artistica, innovazione tecnologica e richiami alla memoria culturale.
Un mese in cui il corpo diventa medium di trasformazioni simboliche e spazio di incontro con l’altro: dal bosco del futuro immaginato da AiEP Ariella Vidach alle visioni sull’amore della DaCru Dance Company – Naturalis Labor, fino al rito iniziatico di Megakles Ballet Petranuradanza; dal dialogo tra danza e nuove tecnologie di Larumbe Danza alle riletture mitiche di Borderline Danza; dalle riflessioni sulla società della stanchezza di Compagnia Atacama all’esperienza partecipativa della sala da ballo reinventata da Chiara Frigo prodotta da Zebra Cultural Zoo.Il primo appuntamento è sabato 11 ottobre al Teatro Artemisio Gian Maria Volontè di Velletri: alle ore 17:00 AiEP Ariella Vidach presenta Nel bosco del futuro, un racconto musicale multimediale che trasporta lo spettatore in una fiaba contemporanea, microclima della diversità dove uomini, piante e animali convivono in un linguaggio nuovo e condiviso. Ideata da Claudio Prati e Ariella Vidach, con coreografia della stessa Vidach e le interpretazioni di Rafael Candela e Sofia Casprini, lo spettacolo per ragazzi e famiglie, unisce danza, drammaturgia, tecnologie interattive, beatbox e modellazione 3D per immaginare un pianeta in cui coesistenza e rigenerazione siano possibili. AiEP, laboratorio fondato da Vidach e Prati, da anni sperimenta la relazione tra corpo e ambiente virtuale, guadagnandosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio Speciale Danza dei Premi Svizzeri di Danza.
La serata prosegue alle ore 21:00 con Il sale e il pane della DaCru Dance Company – Naturalis Labor, firmato da Marisa Ragazzo e Omid Ighani. In scena sei interpreti – Davide Angelozzi, Sara Ariotti, Elda Bartolazzi, Luca Bossini, Anya e Kyda Pozza – portano in vita un’indagine poetica sull’amore, visto non come illusione edulcorata ma come esperienza cruda, fragile e luminosa insieme. Un lavoro che nasce dalle suggestioni di Ingeborg Bachmann e che si sviluppa come un murale dinamico, capace di trasformare i corpi dei danzatori in segni di un amore onesto, non convenzionale. La compagnia, nata a Vicenza nel 1988, è tra le realtà più longeve e innovative della danza italiana, riconosciuta e sostenuta dal MiC e attiva con tournée e festival internazionali.
Sempre l’11 ottobre, completa la serata IMAGO #2 della Compagnia Megakles Ballet Petranuradanza, coreografia e ideazione di Salvatore Romania. In questo rito contemporaneo, il corpo diventa medium tra visibile e invisibile, in una danza che attinge a simboli tribali per trasformarsi in esperienza collettiva di trascendenza. La compagnia, fondata da Romania e Laura Odierna e attiva dal 2008, porta avanti un linguaggio coreografico essenziale e ardente, capace di far emergere le potenzialità evocative del corpo come testo e contesto.
Il Festival continua domenica 12 ottobre alle ore 18:30 con una serata che intreccia sguardi internazionali. La compagnia spagnola Larumbe Danza, residente a Coslada e pioniera nell’uso delle nuove tecnologie, presenta El susurro del tiempo, spettacolo che combina danza e innovazione digitale per proporre una riflessione sulla memoria e sul futuro dell’arte coreutica. Tra realtà aumentata e corporeità dal vivo, la performance fa parte del progetto “Jóvenes en Danza – Raíces”, pensato per avvicinare le nuove generazioni alla danza contemporanea. A seguire, Leucò di Borderline Danza, creazione e regia di Claudio Malangone, prosegue il viaggio nei miti classici attraverso la lente letteraria di Cesare Pavese. Danzatori e autori Alessandro Esposito e Loris Vestuto danno corpo a un dramma intimo e universale: il dialogo tra Orfeo e Bacca diventa specchio di una condizione umana sospesa tra amore, perdita e memoria. Borderline Danza, compagnia campana riconosciuta dal MIC e attiva dal 2000, ha portato le proprie creazioni in tutto il mondo, mantenendo come cifra distintiva un lavoro costante sulla relazione tra spettatore e scena.
Il mese si chiude con il debutto assoluto de L’ultimo uomo, nuova produzione della Compagnia Atacama, spettacolo che trae ispirazione dall’opera La società della stanchezza di Byung-Chul Han. Venerdì 24 ottobre alle ore 21:00 al Teatro Civico di Rocca di Papa e sabato 25 ottobre, sempre alle 21:00, al Teatro Artemisio Gian Maria Volonté di Velletri, la creazione di Patrizia Cavola e Iván Truol affronta il tema dell’uomo contemporaneo come Prometeo incatenato, imprigionato nelle logiche di prestazione e auto-sfruttamento. Sei danzatori – Matteo Di Ciommo, Marianna Diroma, Francesco Vitale Farris, Iris Morello, Nunziata Prisco e Isabella Campiglia – incarnano le tensioni tra fare e non fare, efficienza e contemplazione, aprendo lo spazio a un possibile riscatto nella fragilità. Atacama, fondata nel 1999 e sostenuta dal MIC, ha costruito negli anni un teatro fisico di confine, multidisciplinare, presentando i propri lavori in numerosi festival e teatri internazionali.
Domenica 26 ottobre alle ore 18:30, nella Sala Tersicore di Velletri, il Festival chiude con Ballroom di Chiara Frigo / Zebra Cultural Zoo, realizzato in collaborazione con ATCL. La coreografa veneta invita il pubblico a entrare in un ambiente di sala da ballo ricreato in chiave contemporanea, con un allestimento che evoca tanto le balere popolari quanto il cinema di Ettore Scola. Seduti accanto ai performer, alcuni spettatori diventano parte della coreografia, in un continuo mutare di coppie e relazioni. Un gioco tra memoria e presente che si arricchisce di rimandi pop e di dinamiche di incontro tipiche dello speed dating. Frigo, artista riconosciuta a livello europeo, continua la sua ricerca su memoria, comunità e drammaturgia del movimento, dopo aver portato le sue creazioni in festival e centri internazionali di rilievo. Lo spettacolo di Chiara Frigo è accompagnato da un laboratorio di comunità aperto a tutti di diverse generazioni che parteciperanno alla performance, presso la Sala Tersicore del Palazzo del Comune di Velletri.
Nel segno di ottobre, Paesaggi del Corpo si fa mosaico di linguaggi e sensibilità: tra corpi digitali e miti antichi, riflessioni intime e partecipazione comunitaria. Un festival che continua ad abitare i Castelli Romani come spazio di ascolto, relazione e orizzonti da immaginare insieme.