“Dizzy” non è solo un album ma un viaggio musicale intenso che riflette le ispirazioni culturali e artistiche di Ghigo Renzulli, alternando momenti rilassati a passaggi potenti, creando un'esperienza musicale ricca di contrasti. L'album, che include 15 brani, è caratterizzato dalla varietà di melodie dominate dalla chitarra di Ghigo e arricchite dai contributi di 14 musicisti. Disponibile in formato digipack CD e doppio vinile.
Ghigo, eccoci qui a parlare di “Dizzy”, ultimo album del progetto No Vox, uscito sia in formato vinile che in formato cd. Perché questo titolo?
E’ un doppio album, perché il disco è abbastanza lungo: per farci entrare tutto ho dovuto fare ben due LP! “Dizzy” in inglese significa vertiginoso, che dà le vertigini. E il disco è proprio così, è vertiginoso. Ogni brano è completamente diverso dall'altro. C'è un caleidoscopio di colori, di generi musicali, tutti miscelati insieme; a volte ci sono momenti dolcissimi, a volte momenti pesantissimi, cose che succedono a volte nell'arco di pochi secondi. Oltretutto Dizzy è stato l'ultimo pezzo che ho composto per questo disco; gli avevo dato quel perché era un pezzo veramente strano, fatto di cambi di scena, di dissonanze, di cambi di tonalità, molto particolare. Poi ho pensato che poteva essere il titolo giusto per tutto l’album, che doveva chiamarsi “The Sound of Joy”, il suono della gioia, perché mi andava di fare un disco solare, niente di triste, al limite qualcosina di un pochino malinconico, ma fondamentalmente solare. Ed è giusto che sia venuto così.
Un disco che effettivamente lascia molto spazio a quella che è la tua chitarra, dal suono sempre riconoscibile.
La mia chitarra è riconoscibile, anche se non sono un chitarrista in realtà. Cioè, sono un chitarrista perché tutti mi conoscono come chitarrista, ma io nella mia scaletta il chitarrismo lo metto al terzo posto: prima sono un compositore, poi sono un arrangiatore e poi un chitarrista. Fondamentalmente uso la chitarra, soprattutto quella acustica, per comporre come un cantautore: chitarra acustica e voce. Le melodie vocali le trasferisco sulla chitarra. Tutte le parti famose musicali di chitarra che ho fatto nei Litfiba sono tutte cantabili con la voce. In questo disco non ci sono solo io dato che hanno suonato la bellezza di 14 musicisti. Mi piace collaborare con le persone, la trovo una cosa che ti apre la mente in ogni caso.
Nel disco è evidente il desiderio di esplorare e di contaminare i generi mettendo dentro il rock, il blues, il folk e pezzi classici….
E’ vero. Questo è il secondo disco del progetto, avendo fatto il primo, “Cinematic”, durante la pandemia assieme ad un libro. “Cinematic” era dedicato un po' al mondo del cinema, infatti c'erano anche tre o quattro riedizioni di colonne sonore famosissime. In “Dizzy” invece ci sono tutti brani originali, a parte uno, dove ho voluto provare un esperimento strano. Io ascolto tanta musica, dal folk al metal. L’altro anno sono andato a vedere il concetto dei Rammstein allo stadio di Padova e hanno eseguito il loro pezzo “Engel” che mi ricordava un pochino “Amarcord” di Fellini. Mi son detto “perché non proviamo a mescolare il gruppo metal dei Rammstein con Fellini, vediamo che viene fuori!”. Alla fine ci ho provato, ci ho messo due mesi per farlo, addirittura ho fatto il brano, poi non sono rimasto soddisfatto, buttavo via tutto, l'ho riregistrato da capo e alla fine sono riuscito a fare questa mescolanza molto strana, “ Engelcord Suite”.
Ci sarò una dimensione live di questo disco?
Non è un tour ma sono presentazioni live perché presento il disco.
Saremo il 17 ottobre a Sassari al Teatro Civico, il 18 a Cagliari al Fabrik, il
24 ottobre al Fuori Orario a Taneto di Gattatico vicino Reggio Emilia e il 15
novembre a San Giovanni Lupatoto al Damage.
Dopo le presentazioni c’è il firmacopie dove incontro il pubblico.
Intervista a cura di Vincenzo
Salamina (Music Challenge)