Da Lou Reed a Kandi Barbour, l'ipocrisia del sogno americano secondo IGORT, a Vicenza "I dispacci di Delmore" per il 78° Ciclo di Spettacoli Classici

 


È giunto il momento di raccontare “i maledetti, divinità pagane di un pantheon di diseredati”. E di suonare “musiche che dicono di poesia, rock’n’roll, letteratura, pornografia, narcotici, splendore dei bassifondi, disperazione e, forse, redenzione”.

Il 78° Ciclo di Spettacoli Classici con la direzione artistica dei fondatori del Teatro delle Albe Ermanna Montanari e Marco Martinelli presenta in Prima Assoluta domenica 12 ottobre al Teatro Comunale I dispacci di Delmore, la nuova creazione di un artista apprezzato in tutto il mondo e in grado di muoversi abilmente fra diversi ambiti espressivi: Igor Tuveri, meglio conosciuto come Igort, fra i grandi maestri del fumetto d'autore internazionale, protagonista della scena indie italiana degli anni '80 (con le sue opere pubblicate nelle maggiori riviste come Frigidaire, Alter Alter e Linus, di cui oggi è direttore), esponente di spicco del graphic journalism ma anche regista, sceneggiatore e musicista.

Non a caso I dispacci di Delmore è un progetto in bilico fra reading e immersione nella musica in dialogo con le videoproiezioni. L’opera è una riflessione sul sogno americano – sul suo mito e sulla sua ipocrisia e decadenza – dedicato a Delmore Schwartz, poeta e scrittore statunitense, autore fra le altre cose di Nei sogni cominciano le responsabilità, capolavoro della short fiction americana, un’opera innovativa che mette al centro introspezione psicologica, riflessioni sulla famiglia, sul sogno americano e sull’identità ebraica. Delmore Schwartz ha influenzato scrittori come il Premio Nobel Saul Bellow (che si ispirò a Schwartz per la scrittura del romanzo Il dono di Humboldt) Philip Roth, per citarne soltanto alcuni; e fu mentore di Lou Reed che gli dedicò due canzoni, European Son e My House.

Da questo punto di partenza, una serie di ritratti in parole, musica e immagini di alcune personalità della cultura americana del secondo Novecento. Poeti, artisti, narratori, musicisti e attori che hanno lavorato sul proprio corpo, come su un campo di battaglia per svelare la menzogna del sogno americano. Poeti e artisti fuori dagli schemi, indipendenti dal mainstream, la cui influenza è ancora presente in tutta la cultura contemporanea.

E a queste personalità Igort ha dedicato un album musicale di prossima uscita dal titolo Delmore, the rain, a dog, prodotto da Stefano Guzzetti e D-ross & Startuffo, anticipato già da alcuni brani pubblicati sulle piattaforme che verranno eseguiti durante lo spettacolo e saranno accompagnati dalla narrazione di queste figure, raccontate nel panorama artistico e sociale nel quale operarono. 

Fra questi, le poetesse, amiche e rivali Sylvia Plath e Anne Sexton, illustri esponenti della poesia confessionale, che nei loro versi hanno affrontato temi come la depressione e l’ansia, il suicidio, la sessualità e la maternità, la rabbia e il conflitto con la figura paterna, portando alla luce l’esperienza femminile in modo crudo e diretto.

Artisti come il padre della pop art Andy Warhol, che rivoluzionò l’arte contemporanea celebrando la cultura di massa e mettendo in discussione l’originalità e autenticità dell’opera d’arte, e scrittori radicali come William Burroughs, fra i più controversi autori del XX secolo, figura centrale della beat generation e maestro della scrittura sperimentale, anche grazie all’invenzione della tecnica del cut-up che influenzò persino la musica rock. Un autore segnato da una vita turbolenta, fatta di eccessi e genialità, di droghe e di attrazione verso gli ambienti più marginali. Ancora oggi un vero punto di riferimento mondiale per la cultura underground.

Cantanti e musicisti che hanno scritto la storia del rock come Alan Vega, prima artista visivo e poi, votato alla musica, fondatore dei Suicide, band pioniera che anticipò generi come il punk, l’electro, l’industrial e la no wave: un vero Elvis in chiave decadente che sul palco esibiva una teatralità inquietante fatta di occhiali scuri, giacca di pelle e microfono tenuto in mano come un coltello. E soprattutto Lou Reed, il magnifico e malinconico cantore di quella New York degli anni ’60 e ’70, crocevia di artisti, ribelli e outsider, laboratorio in cui si mescolavano arte e sesso, musica e droga. Un contesto in cui Reed fondò insieme a John Cale i celebri Velvet Underground, una band che rivoluzionò i dettami del rock.

Icone come l’algida modella Nico, star della Factory di Warhol dove incontrò proprio Reed, diventando voce dei Velvet per due album. Una figura dalla fortissima personalità che influenzò la cultura poetica e musicale dagli anni’70 in poi ed ebbe rapporti turbolenti e profondi con artisti come Iggy Pop, Jim Morrison e Brian Jones.

E, infine, figure affascinanti e tragiche come la star di inusuale bellezza della golden age del cinema porno Kandi Barbour, la cui esistenza fu segnata da luci e ombre, successo e miseria: dopo una folgorante ascesa, con l’avvento dell’home video che fece crollare l’industria dell’intrattenimento per adulti (un’epoca magistralmente raccontata nel film Boogie Nights di Paul Thomas Anderson), visse come senza tetto, cadde nella depressione e nella dipendenza da alcol e droghe, fino ad essere trovata morta, per strada nei pressi di un cavalcavia di San Francisco, il 18 gennaio 2012.

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Con ben 7 prime assolute su 9 progetti in programma – firmati da alcuni dei più alti esponenti dell’espressione artistica e culturale del panorama italiano, di generazioni e linguaggi diversi – si svolge dal 25 settembre al 22 ottobre il 78° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza con la direzione artistica di Ermanna Montanari e Marco Martinelli: un progetto del Comune di Vicenza, in collaborazione con l’Accademia Olimpica e la Biblioteca civica Bertoliana, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione del Veneto, il coordinamento artistico del Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia e il coordinamento generale della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. Il 78° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico è sostenuto inoltre come sponsor da Agsm Aim e Burgo Group.

CREDITI

di e con Igort
musica, disegni, regia Igort

sound design Luciano Graffi

light designer Luca Pagliano

contributi video a cura di Eduardo Servillo

Fattitaliani

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