"TITUS" con Marianella Bargilli e Francesco Montanari prima Nazionale al Quirino il 30 settembre

 


In debutto assoluto al Teatro Quirino Vittorio Gassman martedì 30 settembre ore 21,00 TITUS è una nuova e potente rilettura del Tito Andronico di Shakespeare, firmata da Davide Sacco.

Un allestimento che non si limita a calcare il palcoscenico, ma invade anche la platea, trasformando lo spazio in un’esperienza immersiva e site-specific. Suoni, immagini e atmosfere creano un ambiente instabile e perturbante, in cui anche lo spettatore viene messo in gioco.

A dare corpo e voce ai due colossi shakespeariani sono Francesco Montanari nel ruolo di Tito, e Marianella Bargilli in quello della feroce regina dei Goti, Tamora. L'attrice introduce così la sua esperienza su questo testo:

"Sta per andare in scena un progetto teatrale davvero importante, un'operazione culturale che debutterà nel 'mio' Teatro Quirino di Roma: Titus. Ci prepariamo ad affrontare uno Shakespeare innovativo, con la regia di Davide Sacco che ha curato la nuova drammaturgia— un professionista con cui desideravo lavorare da molto tempo — e un super cast. Francesco Montanari, che seguo da sempre tra teatro, cinema e TV è Tito e io interpreto la feroce regina dei Goti, Tamora, la donna che si vendica, spinta da un dolore che la rende spietata. Lavorare su Shakespeare è sempre un mondo incredibile da affrontare, impegnativo per tutti: per l'attore, la regia e lo spettatore. Questa in particolare è una produzione molto impegnativa, sia a livello di pensiero che fisico. In questo spettacolo Shakespeare esplode in tutta la sua attualità, raccontando un mondo che si nutre di vendetta, potere, violenza. Un mondo dove le donne devono farsi mostro per non essere divorate. Non è solo teatro. È un grido. È un rito collettivo che ci mette davanti allo specchio, costringendoci a chiederci chi siamo quando il dolore si fa troppo grande per restare umano”.

Perché mettere in scena il Tito Andronico oggi? Cosa ci racconta? Nel tempo in cui viviamo, si tende a cercare il giusto e il colpevole, l'eroe e l'assassino, il simbolo del bene come il simbolo del male, come se nel nostro tempo le parole bene e male avessero ancora un senso. Ma dov'è che un buono diventa assassino? E dove il contrario? Da che punto la violenza può generare qualcosa di buono e fino a che punto siamo disposti a indagarci per saperlo?

Popoli affiancati, cresciuti sulla stessa terra, ma pronti a vendicarsi, giustizieri di paesi che impongono la pace torturando e vessando, padri e figli proprio come loro in qualche lager del mondo. Ci si abitua a tutto, perfino alla violenza, alle barbarie, e sembra che la violenza successiva sia sempre meno peggiore della precedente, perché è la violenza stessa che educa i nostri occhi a non sviare lo sguardo e la nostra morale a sprofondare in quel buco nero del “è giusto così”.

Parliamo di una Roma antica, chiaramente, di un popolo germanico e di regine e tribuni, di imperatori e soldati. Ma parliamo di stupri efferati, di umiliazioni e torture, di quel senso mostruoso di normalizzazione, quel sordo stridulo suono che ovatta ogni grido di donna e di madre. Un bambino giace sulla pancia del proprio padre, una donna viene stuprata nel corpo e nell'anima come bottino di guerra, un figlio morto per ogni proprio figlio caduto. Un codice così lontano, ma così mostruosamente vicino, così mostruosamente abituale. E allora il Tito va raccontato, va messo in scena, sperando che almeno in quella strana architettura del teatro qualcuno possa gridare basta e indignarsi, perché questo è il limite più grande del nostro tempo: non ci indigniamo più davanti all'orrore e alle brutture del mondo. Davide Sacco

Lo Spettacolo

30 settembre - 12 ottobre Compagnia Molière e Teatro Quirino presentano

TITUS con MARIANELLA BARGILLI e FRANCESCO MONTANARI Why don’t you stop the show? da William Shakespeare

e con Guglielmo Poggi, Ivan Olivieri, Beatrice Coppolino, Claudia Grassi, Jacopo Riccardi, Giuliano Bruzzese, Filippo Rusconi, Enrico Spelta, Matilde Pettazzoni

scene Fabiana Di Marco costumi Alessandra Benaduce luci Luigi Della Monaca musiche originali Davide Cavuti foto Riccardo Bagnoli

adattamento e regia DAVIDE SACCO

Fattitaliani

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