I siciliani di Leonardo Sciascia de “Gli zii di Sicilia” del 1958: neorealismo che rimane dei giorni nostri
Leonardo Sciascia nel 1958, incoraggiato da Elio
Vittorini che negli anni '50
lavorava per Giulio Einaudi,
all'età di trentasette anni pubblica all'interno della Collana «Gettoni», la sua prima raccolta di racconti brevi, dal titolo "Gli zii di Sicilia".
La Collana «Gettoni» ideata da Elio
Vittorini, scrittore e traduttore siciliano di successo e notorietà,
trapiantato da Siracusa a Torino, allora assai conosciuto e ritenuto a ragione
un importante intellettuale siciliano, come Leonardo Sciascia, nacque a
Siracusa, il 23 luglio 1908 e morì a Milano 12 febbraio 1966 alla giovane età
di 58 anni.
Vittorini utilizzò brillantemente, per
tutto il periodo degli anni '50, dal
1951 al 1958, la Collana «Gettoni» per pubblicare opere contemporanee
che si caratterizzavano per: 1) un'impronta patriottica e nazionale quale segno
di uno stacco netto dalla Grande Guerra che aveva ridotto l'Italia ad un Paese
completamente povero e da ricostruire dalle radici, con un popolo che doveva
essere ri-vitalizzato, al quale doveva essere trasmessa speranza e volontà di
creare un'Italia bellissima; 2) la scelta di dare spazio a giovani scrittori
italiani e stranieri in grado di scrivere Romanzi, Racconti, Novelle, che
dovevano avere un'impronta fiorente e colma di speranza, di grandi aspettative
per uno splendido futuro da ricostruire, e in grado di raccontare, in modo diretto
e sincero, storie di vita vera di quegli anni che dovevano dare una visione
dell'Italia reale che giorno dopo giorno stava germogliando dalle ceneri
post-belliche.
Gli scrittori della Collana «Gettoni»
furono in tutto quarantanove, di cui otto stranieri, per un totale
di cinquantotto titoli pubblicati, che ebbero un grande successo
nell'Italia di allora, nell'Italia post-Ultima-Grande-Guerra assetata di
tutto, ma soprattutto di sapere e di cultura, di leggere storie nuove e
stimolanti intellettualmente e moralmente.
“Gli zii di
Sicilia” del 1958,
composto da tre racconti, di fatto è la prima apparizione di Leonardo Sciascia
quale scrittore. La sua raccolta di Racconti viene ri-pubblicata nel 1961,
questa volta edita da Giulio Einaudi
Edizioni, con l'aggiunta di un quarto interessantissimo scritto, “L'antimonio”,
che di fatto rappresenta un Romanzo interrotto che si “trasforma”, ne “Gli
zii di Sicilia”, in un Racconto breve.
“Gli zii di Sicilia”
è un libro bellissimo, che già fa capire al lettore le capacità narrative,
neo-realiste, coinvolgenti, emozionanti, empatiche, trascinatrici a una lettura
travolgente e immersiva perché colma di dettagli e di particolari che
costringono il lettore a sentirsi parte integrante dei racconti. Insomma, con “Gli
zii di Sicilia” Sciascia dimostra indiscutibilmente di essere un narratore
molto al di sopra dei migliori narratori italiani di allora.
Nel 1992 “Gli zii di Sicilia” viene ri-pubblicato da Adelphi Editore, e poi ancora ri-pubblicato in formato E-Book nel 2013 sempre da Adelphi Editore.
I Racconti sono storie vere e
realmente vissute da Sciascia-bambino e da Sciascia-adolescente, che le dona al
suo lettore ignaro della sua grandezza letteraria e inconsapevole di essere un
intellettuale che avrebbe lasciato un solco profondo e affascinante nella
cultura italiana del XX Secolo.
Il primo Sciascia narratore e
scrittore si caratterizza per una ricerca attenta ed intelligente tra storie
che sono della Sicilia, ma che sono anche della Spagna - la guerra civile
franchista narrata ne “L'antimonio”
- di storie che si aprono al mondo che sta arrivando per salvarci; gli
Americani sbarcati in Sicilia per liberare l'Italia dal nazismo e dal fascismo;
la “Morte di Stalin” che
segna con un marchio di fuoco il legame tra certi intellettuali italiani di
allora e la Russia molto mal vista dagli Americani soprattutto a quel tempo,
seppur alleati per sconfiggere Hitler!
In questa sua Opera Sciascia, seppur
giovane e ancora inesperto rispetto a quelle esperienze di vita amare e
dolorose che avrebbe vissuto e affrontato con dignità e grande forza, e che lo
avrebbero reso uno dei più grandi scrittori di sempre della letteratura
italiana, riconosce la potenza della scrittura e il valore che un buon
libro può avere: «anche il libro è una cosa, lo si può mettere su un tavolo
e guardarlo soltanto, magari per tener su un tavolino zoppo lo si può usare o
per sbatterlo in testa a qualcuno: ma se lo apri e leggi diventa un mondo; e
perché ogni cosa non si dovrebbe aprire e leggere ed essere un mondo?».
“Gli zii di
Sicilia” si compone di tre
racconti nella versione del 1958, per poi passare a quattro racconti
nella versione del 1961 pubblicata da Giulio Einaudi, e si distingue per
la lucidità nel cogliere i paradossi, gli inganni, le beffe della Storia
caratterizzata da Guerre militari e civili, da Rivoluzioni e da Colpi
di Stato apparentemente neo-rinascimentali ma che di rinascimentale non
ebbero nulla, se non una pianificata e diabolica restaurazione del potere che
tornò dove doveva stare, dove era stato, e dove sta tutt'ora da secoli e
secoli, che noi che leggiamo queste righe conosciamo bene.
Questa la sinossi dei Racconti:
“La zia d’America” racconta di una donna migrata fisicamente
negli Stati Uniti, come migliaia di siciliani del dopo-guerra, ma che rimane
visceralmente e impotentemente radicata e legata mentalmente e psicologicamente
al suo paese d’origine, ai suoi parenti, alla sorella povera. La sua
generosità, che alimenta il suo ego-centrismo di donna che ha saputo
distinguersi dagli altri abitanti del suo piccolo villaggio delle colline
siciliane illuminate da un sole che dipinge un paesaggio maestoso e brillante,
sono rappresentati dalle regalie che distribuisce a dritta e a manca ma che
nascondono una condizione che solo alla fine, prima di partire, viene
impietosamente svelata e alla quale “non si può dire di no!”: «Dovete
votare De Gasperi e non i Comunisti, perché così vogliono gli Americani,
altrimenti non potrò più mandarvi nessun regalo!».
Ne “La morte di Stalin”, Sciascia racconta di un calzolaio suo
compaesano, testardagginamente comunista staliniano acritico, che solo alla
fine si svelerà ai suoi occhi per quello che era nella realtà dei fatti che
oggi, nell'anno del Signore 2016, conosciamo tutti quanti: Comunisti e
non-Comunisti!
Ne “Il quarantotto”, ambientato tra il 1847 e il 1860,
narra l'epoca europea dei grandi cambiamenti di potere e delle grandi
rivoluzioni. Sciascia in questo racconto pur lasciandosi andare
all'immaginazione, non si lascia “distrarre” dalla descrizione dei fatti
storici, ma si concentra sull'atteggiamento delle varie classi sociali di
fronte al cambiamento di potere, ai volta-faccia, ai volta-gabbana, agli
ipocriti, agli ignavi che in fretta e furia si lanciano sul carro del vincitore
temporaneo, sui nobili d'animo che non si lasciano corrompere ma che sono gli
unici a pagare, come sempre! Tutto attraverso le vicende di due famiglie:
quella del contadino e quella del barone. Il 1848 fu un anno determinante per la storia d'Italia, ma anche per
la storia di molti Paesi europei. Ed è proprio al “quarantotto” che fa
riferimento il titolo del Racconto: un anno di battaglie, di confusione, di
tradimenti e di usurpazioni, di vigliaccate e di approfittatori: e per questi
motivi lo chiamarono “quarantotto”!
“L’antimonio” è il Romanzo incompiuto di Sciascia che viene associato nella seconda ristampa del 1961 de “Gli zii di Sicilia” e narra della Guerra Civile di Spagna del 1936 quando Franco prenderà il potere scacciando il Re e mantenendolo fino alla morte!
Il racconto è la storia di un minatore
siciliano, costretto a combattere con le truppe franchiste, attraverso cui gli
viene rivelata la crudeltà della realtà del fascismo e della dittatura, della
mancanza di qualsiasi libertà di espressione e di movimento, in un regime in
decadenza alla fine “governato” dal generale Francisco Franco che rimase al potere, utilizzando metodi feroci,
disumani e illiberali, da quando lo prese a seguito della guerra civile
spagnola del 1939, fino alla sua morte, avvenuta nel 1975, prima della quale
ripristinò la democrazia rappresentativa e fece rientrare i reali di Spagna che
avrebbero avuto un ruolo di semplici garanti della costituzione e della
democrazia.
Ma la vera e
straordinaria “chicca” de “Gli zii di Sicilia” di Sciascia, sta in questo passo di uno dei racconti della
raccolta, che il lettore che leggerà il libro dovrà divertirsi a trovare:
«Era un vecchio teatro, e ce ne
andavamo sempre in loggione. Dall’alto, al buio, passavamo due ore a sputare in
platea, ad ondate, con qualche minuto di intervallo, tra un attacco e l’altro:
la voce dei colpi si alzava violenta nel silenzio «le mamme…» e anche la voce della guardia municipale veniva su
minacciosa da quel pozzo «se vengo su
vi squarto, quant’è vero Dio» ma noi stavamo certi che mai si sarebbe
deciso a venir su. Quando nel film c’erano scene d’amore cominciavamo a soffiar
forte, come in preda ad un desiderio incontenibile, o facevamo quel rumore di
succhiare lumache, che voleva essere il suono dei baci; era una cosa che in
loggione anche i grandi facevano. E anche questo suscitava le proteste della
platea, ma con una certa indulgenza e compiacimento «e che, stanno morendo? mai donne hanno visto, figli di puttane»
non sospettando che gran parte di quel chiasso lo facevamo noi due, che nelle
storie d’amore dei film trovavamo estro a sputare su quei baccalà che
guardavano allocchiti.»
Pochissimi
“intellettuali-amanti-della-lettura” e pochissimi
“cinefili-amanti-della-settima-arte” hanno fatto riferimento a questo passo.
Anzi, a dire il vero, non mi risulta che l'abbia fatto nessuno pubblicamente o
privatamente. Nessuno mai ha fatto cenno o ha fatto una critica mirata a questo
bellissimo e straordinario passo di uno dei racconti di Leonardo Sciascia de “Gli
zii di Sicilia”.
I fatti,
se vogliamo attenerci ai fatti come fa un bravo investigatore, anche se
intellettuale e amante delle letture e delle belle storie narrate in forma
scritta o cinematografica, sono insindacabilmente questi:
Il 20 novembre 1989 Leonardo Sciascia,
nato a Racalmuto l'8 gennaio 1921,
moriva a Palermo, dopo
una lunga malattia iniziata nella metà degli anni '80. Era stato colpito da un
mieloma multiplo che non gli avrebbe dato scampo.
Il bellissimo Film “Nuovo Cinema Paradiso”, vincitore
dell'Oscar del 1989 come Miglior Film Straniero, usciva nelle
sale cinematografiche italiane il 17
novembre 1988, esattamente
un anno prima della morte di Leonardo Sciascia, che da tempo aveva perso
lucidità e freschezza di spirito.
Il libro:
Leonardo Sciascia, "Gli zii di
Sicilia", «Gettoni» di Elio Vittorini, Giulio Einaudi Editore,
Torino, 1958.
https://www.amazon.it/Gli-zii-Sicilia-Leonardo-Sciascia/dp/8845927644/ref=sr_1_1
Per chi volesse saperne di più su Leonardo Sciascia:
http://www.treccani.it/enciclopedia/leonardo-sciascia/
http://www.fondazioneleonardosciascia.it/
ANDREA GIOSTRA
https://www.facebook.com/AndreaGiostraPsicologoECriminologo/
https://www.youtube.com/@AndreaGiostraFILMChannel