Trent’anni di
carriera non sono solo un traguardo, ma anche una testimonianza di coerenza,
passione e continua ricerca. Massimo Di Cataldo celebra questo
percorso con due raccolte, “30 Anni Insieme”, pubblicate tra il 2023 e
il 2024, che racchiudono le tappe più significative della sua musica. Brani che
hanno accompagnato intere generazioni e che oggi si presentano con una nuova
veste, senza perdere autenticità. Con il suo ultimo inedito “Più che mai”,
Massimo riafferma la voglia di guardare avanti, senza dimenticare le radici che
lo hanno reso uno degli interpreti più amati della scena italiana.
Massimo, hai pubblicato due cd, “30 Anni Insieme” (2023 e 2024), per festeggiare i tuoi 30 anni di carriera…
E’ un bel traguardo, no? Abbiamo fatto due raccolte: prima una ma pensavo non bastasse, poi mi hanno chiesto altre canzoni che erano fuori dalla prima raccolta e quindi è stato necessario fare una seconda perché effettivamente in questi trent'anni di canzoni ne ho pubblicate molte. Sono felice del risultato per la nuova veste delle canzoni che comunque, a distanza di trent'anni, hanno avuto una loro evoluzione.
Come è cambiato Massimo Di Cataldo, com'è cambiata la musica italiana,
com'è cambiato il tuo pubblico in questi trent'anni?
Tutto va di pari passo. Cerco di portare avanti quella che è la mia tradizione cioè il mio modo di fare musica. Anche le nuove canzoni mantengono il mio passo e non si lasciano troppo influenzare dalle nuove sonorità. C'è però sempre qualcosa di nuovo perché anch'io sono curioso, ascolto la musica italiana più recente e devo dire che se qualcosa mi piace me la prendo anche come un nuovo ingrediente da un punto di vista musicale. Anche il pubblico ha bisogno di novità; certamente io, facendo questo lavoro, devo avere un atteggiamento più attento all'autenticità della nuova musica. Spero che poi il pubblico col tempo capisca quali possono essere le classiche canzoni da una stagione e quelle che invece durano.
Il tuo percorso musicale continua con “Più che mai”, ultimo inedito.
Qual è il messaggio che vorresti venisse colto da questa canzone?
L'idea di non dare per scontato quello che si vive ma di mettesi in gioco e cercare anche il lato migliore di se stessi. Ognuno ha delle cose che reprime perché concentrato sul lavoro, sulle responsabilità, tutte cose che mettono in secondo piano la persona. E’ necessario invece ricordarsi di come eravamo anche da bambini, le cose che ci piacevano in quanto ciò ci darebbe degli stimoli per star bene. Nonostante i nostri problemi quotidiani, dobbiamo cercare di stare bene e di divertirci.
Trent’anni fa, nel 1995, il tuo primo Sanremo. Era condotto da Pippo Baudo
e fece ascolti importanti. Qual è stato il più grande contributo che ha dato il
compianto conduttore alla musica?
Sicuramente non ha dato sempre al pubblico quello che il pubblico
voleva ma è riuscito anche a stimolarlo e indirizzarlo, a non creare una platea
passiva. Era un uomo di cultura che aveva la capacità di capire la bellezza che
poteva esserci in una canzone.
Intervista a cura di Domenico Carriero.