Michele Savoia in “Candido”: 28 personaggi per raccontare la complessità del presente. L'intervista di Fattitaliani

 


di Giovanni Zambito - La stagione teatrale 2025/26 dello Spazio Diamante si apre con Candido, uno spettacolo che dal 30 settembre al 4 ottobre 2025 porta in scena una sfida artistica e personale di grande intensità. Nell’intervista rilasciata a Fattitaliani, il protagonista Michele Savoia racconta il significato di inaugurare la programmazione di uno spazio che considera un punto di riferimento per la drammaturgia contemporanea, per l’attenzione ai giovani e per l’apertura alle nuove proposte.

Con Candido, l’attore dà vita a un monologo che intreccia stand-up, musical e teatro classico, interpretando ben 28 personaggi. Al centro, la storia di un attore “oversize” che affronta pregiudizi e stereotipi legati al corpo e al linguaggio, in un percorso che richiama quello del “Candido” di Voltaire: un viaggio verso la consapevolezza, tra maschere che cadono, fragilità esposte e riflessioni profonde.

In Candido, la dimensione personale dell’attore e la storia del personaggio si fondono, dando vita a una narrazione che invita lo spettatore non tanto a trovare risposte, quanto a coltivare domande e riflessioni, piccoli semi destinati a germogliare anche oltre il teatro.

Candido inaugura la stagione 2025/26 dello Spazio Diamante: cosa significa per te aprire una programmazione teatrale con questo spettacolo?

Per me è un grande onore aprire la stagione dello Spazio Diamante. Lo stimo profondamente perché, oltre ad accogliere tanti colleghi e amici validissimi e nomi importanti, è uno dei pochissimi spazi che dedica attenzione ai giovani, alla drammaturgia contemporanea e alle nuove proposte. Questo è il motivo di orgoglio per far parte di un progetto così bello, a cui auguro lunga vita.

Interpreti 28 personaggi in un monologo che unisce stand-up, musical e teatro classico: come ti sei preparato a questa sfida?

Nella mia carriera ho sempre cercato di essere il più versatile possibile, spaziando in stili differenti: dal musical al teatro classico, al cinema, alle serie TV. Ritrovo questa attitudine anche qui, nonostante a volte il mondo lavorativo tenda a incasellarti, etichettandoti come attore drammatico, comico, ecc. Ho sempre lottato contro queste definizioni e questa versatilità, necessaria per interpretare 28 personaggi in "Candido", è per me una sfida enorme, una vera crescita a livello attoriale. Ogni sfida, del resto, è sempre adrenalina pura.


Il protagonista è un attore oversize che affronta pregiudizi e stereotipi: perché era importante portare questa storia a teatro oggi?

Credo che attraverso il linguaggio si possa cambiare il mondo. Partendo dal linguaggio, e in questo caso da una storia come quella di Candido, si possono smuovere le coscienze e aiutare le persone a riflettere sul peso delle parole. L'arco narrativo di Candido lo porta a una consapevolezza, un po' come accade nel "Candido" di Voltaire. Inizialmente è irrisolto, indossa la maschera dell'amicone simpatico che deve sempre acconsentire. Pian piano, una serie di eventi lo spingono a far sgretolare questa maschera, raggiungendo nuove consapevolezze. Questo percorso include l'affrontare disturbi alimentari, relazioni tossiche e un ambiente lavorativo che, alla fine, gli sta stretto. Alcune delle domande che Candido si pone sono: "Perché Romeo e Giulietta devono essere sempre due 'strafighi spaziali'? Ma io a 16 anni, con i miei 100 chili, non mi sono innamorato come Romeo? E allora perché mi dicevano che al massimo avrei potuto fare il balcone?". Oppure: "Avete mai visto un 'ciccione' fare l'amore in un film in maniera romantica, vera, dolce? No, è sempre ridicolizzato, lì lì per avere un infarto, desentimentalizzato e desessualizzato". Questa rappresentazione distorta, che si ripete quotidianamente nei racconti e nelle narrazioni sui corpi non convenzionali, si insinua sottopelle nelle persone e si riflette poi nella società. Il valore di "Candido" sta proprio in questo: fa riflettere su tematiche di cui spesso non ci accorgiamo, ovvero come vengono trattati certi corpi nelle narrazioni. Per me è fondamentale raccontare questa storia a teatro perché sono tematiche che sento mie, avendo anch'io un corpo non convenzionale e lottando da tempo contro stereotipi e pregiudizi. È cruciale far riflettere su questo tema.

La musica e le canzoni hanno un ruolo centrale nello spettacolo: come dialogano con la tua recitazione?

Lo spettacolo è un vero e proprio mix di stili: si passa dalla stand-up al musical, al thriller (con tanto di pistola a un certo punto, quindi c'è anche un po' d'azione), fino al teatro classico. È stato volutamente concepito in fase di scrittura per combinare più generi. All'interno di questa varietà si inserisce anche l'utilizzo delle musiche, scritte da Eleonora Beddini, mentre i testi sono di Tobia Rossi, che ha scritto il copione insieme a me. A parte il primo brano, il pezzo iniziale che è più performativo, le altre musiche nascono in modo molto naturale dalla recitazione e dal dialogo. Diventano musica, sogno, astrazione, quasi tutte le composizioni scaturiscono da una necessità di sublimare un pensiero, una paura o una riflessione.

Quanto c’è del tuo vissuto personale nel percorso di Candido e quanto invece appartiene solo al personaggio?

Mi rivedo tantissimo in Candido; è impressionante quanto la sua storia sia anche la mia. Ma in realtà siamo tutti un po' Candido: la sua è la storia di tante persone che combattono con il proprio corpo o con parti di sé con cui faticano a fare pace. Quindi, mi ci ritrovo pienamente. Tante cose che sono successe a Candido sono successe anche a me e per questo c'è una simbiosi, ci fondiamo molto, molto bene.


Cosa speri che il pubblico porti con sé dopo aver visto Candido?

A questa domanda non so rispondere, perché anche Candido alla fine dello spettacolo non arriva a una risposta definitiva. Chiede addirittura al pubblico del tempo per pensare. E questo è proprio quello che mi auguro che il pubblico faccia una volta tornato a casa: prendersi del tempo per riflettere sui semini che piantiamo durante lo spettacolo. Non mi aspetto grandi rivoluzioni, ma semplicemente che un piccolo seme possa germogliare, con calma, portando a una consapevolezza sempre maggiore nella vita di tutti i giorni.


MICHELE SAVOIA

CANDIDO

di Tobia Rossi | Eleonora Beddini

con… altri 28 personaggi

Aiuto regia – disegno audio/luci: Vito Di Leo
Produzione musicale: Davide Dadamo
Coreografie: Marco Valentino
Organizzatrice: Tiziana Beato

Regia: Michele Savoia
Produzione: StudioLAB48

Spazio Diamante – Sala White

30 settembre ▪︎ 4 ottobre 2025
Fattitaliani

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