Il cinema del 2025 si mostra come un organismo vivo, mutevole, ancora capace di sorprendere, commuovere e unire. In un’epoca dominata dalla fruizione rapida, discontinua e solitaria, la sala resta uno dei pochi luoghi dove si vive un’esperienza collettiva. Il grande schermo è ancora un territorio di scoperta, e l’anno in corso ne è la prova: le proposte di agosto scintillano di attori iconici e narrazioni potenti, mentre l’autunno e l’inverno si preannunciano densi di ritorni d’autore, riflessioni civili, storie d’amore e sguardi sul mondo.
Agosto da protagonista: volti straordinari, storie memorabili
Il mese di agosto porta in sala film con cast d’eccezione e trame capaci di toccare corde profonde. In Vento Rosso, diretto da Dominik Moll, Cate Blanchett è una diplomatica ritiratasi a Sarajevo che, dopo un misterioso attentato, viene risucchiata in una spirale di memorie e verità mai dette. Al suo fianco, un Javier Bardem cupo e ferito. Un thriller esistenziale, attraversato dal senso della colpa e dalla forza del perdono.
La Promessa del Mare, con Timothée Chalamet e Juliette Binoche, è una storia d’amore e scoperta ambientata tra i fiordi e le coste ventose della Bretagna. Il legame tra un giovane poeta e una biologa in fuga diventa rifugio, viaggio, naufragio emotivo.
Nel noir visionario Echi di Vetro, Marion Cotillard e Daniel Brühl interpretano due restauratori d’arte che, a Berlino, scoprono un legame nascosto tra un dipinto spezzato e un crimine dimenticato. Un gioco di specchi, memoria e ossessione, immerso in un’estetica raffinata e inquieta.
Ultima Fermata Broadway, ambientato in una New York crepuscolare, vede Al Pacino nei panni di un regista in declino e Florence Pugh come giovane drammaturga che tenta di riportare il teatro alla sua essenza più autentica. Un dialogo tra generazioni, fallimenti e seconde possibilità.
Pane, cibo e fantasia: così Pamela Anderson e Liam Neeson cucinano il loro amore
Non poteva mancare, in questo agosto caldo e pieno di promesse, una storia romantica fuori dagli schemi. Sul set del nuovo The Naked Gun, in uscita nelle sale italiane dal 30 luglio, la passione si è accesa lontano dai riflettori. Pamela Anderson e Liam Neeson, compagni di scena, si sono avvicinati lentamente, tra gesti piccoli e affettuosi.
Durante le riprese ad Atlanta, Anderson portava regolarmente in camerino pane fatto in casa, muffin integrali, biscotti alla melassa. Non un capriccio glamour, ma il frutto di una scelta di vita: dopo il suo memoir e il documentario su Netflix, Pamela ha abbracciato un’esistenza più silenziosa, radicata nella natura e nella cucina. La cura del cibo è diventata la sua forma di presenza, di amore, di resistenza. Liam, colpito dalla delicatezza del gesto, ha ricambiato con parole semplici: “Fenomenali. E lei… è qualcosa che non mi aspettavo.” La loro storia cresce, come un lievito madre rinfrescato ogni giorno con attenzione.
Oggi la coppia vive i primi passi con eleganza e discrezione. Niente ostentazione, solo complicità. Una gardenia lasciata sul tavolo, una ricetta condivisa, mani che si sfiorano. Anderson intanto racconta la sua trasformazione nel libro I Love You – Recipes From the Heart, dove pane, zuppe, sottaceti e dolci raccontano un modo diverso di volersi bene. Un amore che nasce dalla semplicità, dalla pazienza, dal rispetto.
Colori in movimento: l’animazione conquista il pubblico
La fine di agosto regala due gioielli animati che sapranno incantare grandi e piccoli. Stella – Il Viaggio delle Lucciole è una produzione italo-giapponese che combina acquarelli disegnati a mano con una colonna sonora poetica. La protagonista è una bambina che, seguendo le lucciole nei boschi, ritrova le voci perdute della sua famiglia. Un racconto lieve e profondo sulla memoria e la rinascita.
La Banda dei Cuori Selvaggi, invece, è una scatenata commedia francese con animali parlanti che lottano contro la speculazione edilizia. Un’opera coloratissima, intelligente, con un messaggio ecologista mai didascalico. Il cinema d’animazione si conferma terreno fertile per inventare, educare e sorprendere.
L’inverno è d’autore: tornano Tornatore, Sorrentino, Guadagnino, Rosi, Moretti e Salvatores
L’autunno e l’inverno italiani si preannunciano come stagioni memorabili. Giuseppe Tornatore dirige Brunello il visionario garbato, una raffinata biografia dell’imprenditore-filosofo Brunello Cucinelli, girata tra Solomeo e Parigi. Una riflessione sull’etica del lavoro, l’armonia con la natura e la bellezza come missione quotidiana. La fotografia è di Fabio Zamarion, le musiche di Nicola Piovani.
Paolo Sorrentino presenta La Grazia, ambientato in una Napoli sospesa, tra sacro e quotidiano. Una giovane donna riceve una visita misteriosa e si trova a fare i conti con un destino inaspettato. Toni Servillo interpreta un parroco tormentato, mentre Anna Ferzetti è la protagonista femminile. Il film apre il Festival di Venezia.
Luca Guadagnino firma il visionario Il Quinto Giorno, un thriller biologico-ambientale ambientato in una stazione marina sotto il Circolo Polare Artico. Con Julia Roberts nel ruolo di una genetista ossessionata da un'anomalia che sfida le leggi dell’evoluzione, il film esplora i confini tra umano, naturale e artificiale. I fondali ghiacciati fanno da sfondo a un racconto sensuale e inquieto.
Gianfranco Rosi torna con Frontiere Invisibili, un viaggio-documentario attraverso le nuove geografie dell’esodo. Africa, Balcani, Medioriente: Rosi filma la realtà con empatia e precisione. Il suo sguardo ci ricorda quanto ogni confine sia fragile, ogni cammino unico.
Nanni Moretti firma Cose di Famiglia, una commedia agrodolce ambientata in una casa da svuotare, una famiglia da ricomporre. Dialoghi brillanti, malinconie dolci, intelligenza emotiva. Moretti torna alla misura affettiva dei suoi film migliori.
Gabriele Salvatores propone Io e il Mondo, un road movie sentimentale e fantascientifico, che segue l’incontro tra un fotografo novantenne e una giovane hacker. Un viaggio che diventa esplorazione interiore, memoria, rivelazione.
Mare Fuori – Libertà, attesissimo film tratto dalla serie cult, porterà sul grande schermo le storie dei ragazzi cresciuti dietro le sbarre. Tra sogni, errori e desiderio di rinascita, sarà uno dei fenomeni cinematografici dell’anno.
Western all’italiana: Testa o Croce e l’orgoglio dei Butteri
Ambientato nella Maremma dell’Ottocento, Testa o Croce racconta la leggendaria sfida tra i cowboy di Buffalo Bill e i Butteri italiani. Diretto da Luca D’Alò, girato tra l’Uccellina e le colline dell’Alberese, il film è un western vero, polveroso, orgoglioso. Tra mandrie, cappelli e silenzi, i mandriani toscani vincono contro la spettacolarizzazione americana. Un film che celebra l’identità rurale, la fatica, la dignità.
Mangia! – Il cibo come silenzio e affetto
Chiude la stagione uno dei film rivelazione dell’anno: Mangia!, opera prima di Sabrina Valli. Ambientato quasi tutto in cucina, racconta la storia di una madre e tre figli adulti che si ritrovano per una cena apparentemente normale. Il cibo è lì, preparato con cura, ma nessuno ha fame. Il passato bussa. Le parole mancano. Il dolore resta sullo sfondo come una pietanza che nessuno vuole servire. Intenso, essenziale, acclamato in vari festival europei.
Il mago del Cremlino: il volto oscuro del potere
Tra i titoli internazionali più attesi, spicca Il mago del Cremlino, adattamento cinematografico del romanzo di Giuliano da Empoli. Diretto da Giuliano Parot, è un ritratto inquietante e magnetico del potere russo, filtrato attraverso gli occhi di un consigliere invisibile. Strategia, manipolazione, dominio: un thriller politico dove nulla è ciò che sembra. A metà tra House of Cards e Le vite degli altri.
Il cinema come forma di presenza
Il cinema del 2025 racconta sogni e ferite, ritorni e scoperte. C’è l’amore che nasce tra una pagnotta e un sorriso, c’è la memoria che abita le case in vendita, ci sono i cavalli della Maremma, le frontiere invisibili, i set gelidi sotto i ghiacci. È un anno che ci invita a tornare in sala, non solo per vedere, ma per esserci davvero. Perché guardare insieme un film non è solo intrattenimento: è un modo per abitare meglio il tempo, insieme agli altri.
Carlo Di Stanislao