Di Piero Bonito Oliva e Vittorio Di Mambro Rossetti
ROMA – Le strade della gioventù cattolica hanno portato a Roma, a Tor Vergata, dove un milione di ragazze e ragazzi provenienti da 146 Paesi si sono radunati per celebrare il Giubileo dei Giovani insieme a papa Leone XIV.
I cancelli del grande spiazzo romano si sono aperti questa mattina e da allora la festa è proseguita senza sosta: band da ogni continente, canti, danze, testimonianze e condivisione. Un clima di gioia e spiritualità che culminerà stasera con la veglia e domani mattina con la Messa presieduta dal Pontefice.
UNA FOLLA PLANETARIA
Sono arrivati giovani da ogni angolo del mondo, inclusi quelli provenienti da zone segnate dalla guerra: Ucraina, Siria, Iraq, Myanmar, Sud Sudan, Libano. Per accoglierli, Roma ha mobilitato 270 parrocchie, 400 scuole, 40 strutture extra-scolastiche, oltre a case della Protezione Civile e palazzetti dello sport.
IL PAPA HA PORTATO LA CROCE
Alle 19:30 il Papa è arrivato in elicottero per poi farsi accogliere da una marea di giovani a bordo della papamobile. Il suo ingresso è stato accompagnato da un boato:
“Leo, Leo!” gridavano migliaia di ragazzi, emozionati, sbracciandosi per cercare di toccarlo.
Dopo il giro tra i fedeli, Leone XIV ha preso in spalla la storica Croce simbolo della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000 voluta da Giovanni Paolo II, e l’ha portata in processione verso il palco, dando inizio alla grande veglia di preghiera.
Domani mattina la conclusione con la grande celebrazione eucaristica, sempre presieduta da Leone XIV, di fronte a una distesa di tende, sacchi a pelo e volti stanchi ma felici.
“INTERNET PUÒ FARCI DIVENTARE SOGGETTI ADDORMENTATI E DIPENDENTI“
“L’amicizia puo’ veramente cambiare il mondo, l’amicizia è una strada per la pace”, detto il Santo Padre.
“Tra le molte connessioni culturali che caratterizzano la nostra vita, internet e i media sono diventati una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone, oltre che di accesso all’informazione e alla conoscenza”.
“Questi strumenti risultano però ambigui quando sono dominati da logiche commerciali e da interessi che spezzano le nostre relazioni in mille intermittenze”, il monito di Leone XIV, sulla scorta di Papa Francesco, che ricordava che talvolta i “meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo o dagli algoritmi”.
“Allora le nostre relazioni diventano confuse, sospese o instabili”, il grido d’allarme di Papa Leone, secondo il quale, “quando lo strumento domina sull’uomo, l’uomo diventa uno strumento: sì, strumento di mercato, merce a sua volta”.
“Le relazioni con altre persone sono indispensabili per ciascuno di noi, a cominciare dal fatto che tutti gli uomini e le donne del mondo nascono figli di qualcuno”, ha esordito il Pontefice: “La nostra vita inizia grazie a un legame ed è attraverso legami che noi cresciamo. In questo processo, la cultura svolge un ruolo fondamentale: è il codice col quale interpretiamo noi stessi e il mondo. Come un vocabolario, ogni cultura contiene sia parole nobili sia parole volgari, sia valori sia errori, che bisogna imparare a riconoscere”. “Cercando con passione la verità, noi non solo riceviamo una cultura, ma la trasformiamo attraverso scelte di vita”, l’itinerario suggerito alle nuove generazioni: “La verità, infatti, è un legame che unisce le parole alle cose, i nomi ai volti. La menzogna, invece, stacca questi aspetti, generando confusione ed equivoco”.
Fonte Agenzia DIRE - www.dire.it