di Giovanni Zambito - Dal 2 al 31 agosto 2025, la Toscana si riempie di note e suggestioni con la quarta edizione de I Suoni di Sillene, il festival itinerante ispirato al mito della ninfa Sillene e alla sorgente termale di Chianciano Terme. Sotto la direzione artistica del Maestro Paolo Ponziano Ciardi, la rassegna porterà sette concerti in due incantevoli località termali – Chianciano Terme e, per la prima volta, Casciana Terme Lari – intrecciando musica classica, belcanto, jazz e indimenticabili colonne sonore. Un viaggio musicale che non è solo spettacolo, ma anche dialogo con il territorio, la sua storia e la sua comunità. Nell'intervista a Fattitaliani il Maestro Ponziano Ciardi racconta l’evoluzione del festival, le scelte artistiche e la visione che lo guida.
Maestro Ponziano Ciardi, questa è la quarta edizione de “I Suoni di Sillene”. In che modo il festival è cresciuto e si è evoluto rispetto agli anni precedenti?
Il festival è nato nel 2022 con una prima denominazione di Chianciano Terme in Musica, nel periodo appena successivo al triste periodo della pandemia. Successivamente, nel 2023, ha assunto l'attuale denominazione. Una specie di ripartenza dello spettacolo dal vivo, in una località (Chianciano Terme) che già aveva avuto una grossa crisi nel periodo pre Covid, come la maggior parte delle località termali. E' stata una sorta di scommessa, e lo continua ad essere. Una scommessa che non si vince con una giocata, ma con più giocate. E alla quarta giocata iniziamo a vedere, con soddisfazione, alcuni risultati, soprattutto per affluenza di pubblico.
La rassegna prende il nome dalla ninfa Sillene e dalla sorgente omonima di Chianciano Terme. Quanto conta il legame tra il mito, la storia e la musica nella costruzione del programma?
Abbiamo fortemente voluto caratterizzare la denominazione del Festival legandolo al personaggio mitologico che da' il nome alla fonte termale più importante di Chianciano, e che è molto sentito dalla popolazione. Il legame tra mito storia e musica è molto importante, soprattutto nell'ottica di legare gli eventi ad uno specifico territorio
Per la prima volta il festival approda anche a Casciana Terme Lari. Come è nata questa scelta di ampliare il raggio d’azione?
La scelta di ampliare il raggio d'azione è nata dalla volontà di creare un circuito musicale importante che si svolga in più località caratterizzate dalla presenza di fonti termali. Quest'anno abbiamo privilegiato Casciana Terme/Lari, stupendo territorio in provincia di Pisa, dove, analogamente a Chianciano Terme, abbiamo trovato un'amministrazione molto sensibile ai fenomeni culturali
Il cartellone 2025 spazia dalla musica classica al belcanto, dal jazz alle colonne sonore. Qual è il filo conduttore che lega generi e linguaggi così diversi?
Il filo conduttore è quello di offrire eventi musicali che accolgano il favore di più pubblici. Io affermo sempre che la Musica si distingue in bella e brutta, quelli sono gli unici generi che francamente riconosco esistere.
Come avviene la selezione degli artisti ospiti? Ci sono criteri o linee guida che seguono la sua visione artistica?
Le linee guida in realtà esistono, e sono quelle di includere Artisti già affermati ed Artisti giovani ed emergenti. La mia esperienza quasi quarantennale come docente nei Conservatori di Musica mi ha sempre convinto ad includere in tutte le mie programmazioni giovani talenti emergenti, che spesso faticano a farsi strada perchè ormai lo Star system prevale su qualsiasi altra logica, spesso incoraggiato dalla volontà della politica che non vuole rischiare. Ma ci sono anche oasi felici, come nei territori dove noi operiamo, e per questo ringrazio vivamente le amministrazioni di Chianciano e Casciana Terme.
La musica dal vivo incontra luoghi suggestivi della Toscana. Quanto l’ambiente e l’acustica influenzano l’esperienza del concerto?
L'ambiente e l'acustica possono influenzare molto l'esperienza del concerto, sia in senso positivo che negativo. Nella scelta dei luoghi noi cerchiamo sempre di mediare le esigenze, ma prevale ovviamente sempre quella di poter far ascoltare il concerto nel miglior modo possibile
“I Suoni di Sillene” si definisce un festival itinerante nelle Terre delle Acque. Quanto è importante per lei creare un dialogo tra musica, territorio e comunità locali?
Lo considero estremamente importante. La creazione di un pubblico è affare molto complicato, soprattutto se si opera in un luogo dove poco è stato fatto in precedenza. E il sistema migliore è quello di coinvolgere le comunità locali anche nella organizzazione degli eventi e nella loro promozione
Negli ultimi anni, il pubblico della musica classica sta cambiando. Come lavora per avvicinare anche i più giovani a questo tipo di eventi?
Anche qui, il mio osservatorio privilegiato di docente mi ha permesso di seguire negli anni il cambiamento. Chi oggi entra in un Conservatorio non sentirà più odore di stantio, ma al contrario noterà una grande brillantezza ed effervescenza. I giovani si impegnano fortemente nello studio, e non è cosa facile in un mondo pieno di distrazioni e dove spesso si illudono i giovani che affermarsi è cosa facile e poco impegnativa! E anche l'approccio verso il pubblico sta totalmente cambiando, si adeguano i repertori, gli outfit, i modi di dialogare. Insomma, un fenomeno molto interessante. Per troppo tempo un approccio forse ideologico aveva creato un muro tra Artisti e pubblico, e credo che ora quel muro si sia rotto!
Guardando oltre questa edizione, come immagina il futuro de “I Suoni di Sillene” nei prossimi anni?
Per quanto mi riguarda, lo immaginerei in continua crescita ed espansione. Ma le difficoltà sono molte, e a volte anche le belle esperienze terminano per "insufficienza di ossigeno". La realizzazione di questi eventi richiede investimenti e scelte, e non sempre si è disposti a farli. Il mio impegno, comunque, di certo non mancherà nel futuro!