Giulia Di Quilio: il burlesque come arte di libertà e consapevolezza. L'intervista di Fattitaliani



di Giovanni Zambito - Conosciuta come una delle icone italiane del burlesque, attrice e autrice, Giulia Di Quilio torna a incantare il pubblico con la sua eleganza e ironia. Dopo aver calcato palcoscenici internazionali e collaborato con grandi maestri, sarà tra i protagonisti di The Festival Show, lo spettacolo inaugurale che debutterà in prima nazionale il 30 agosto al Teatro Comunale di Todi. Un omaggio al grande Varietà che mescola musica, danza, comicità e satira, e che vedrà accanto a lei artisti come Pino Strabioli, Pierfrancesco Poggi, Santino Fiorillo e il corpo di ballo diretto da Francesco Spizzirri, con le suggestive creazioni visive di Fabio Massimo Iaquone e le luci curate da Umberto Fiore. A Fattitaliani Giulia racconta il suo percorso nel mondo del burlesque, i momenti più emozionanti della sua carriera, il messaggio di libertà e consapevolezza che porta in scena, fino ai suoi nuovi progetti tra teatro e cinema. L'intervista.

Come sei arrivata a scoprire il mondo del burlesque e cosa ti ha spinto a diventarne una performer?
Era il 2010 e c’era appena stata Dita Von Teese a Sanremo, io ero ferma da un po’ come attrice e avevo bisogno di lavorare, e così ho avuto l’illuminazione: avevo un passato da modella pin-Up e poi l’esperienza di attrice… poi è arrivato il Talent tv Lady burlesque che mi ha dato una vera e propria formazione.
Qual è stato il momento più emozionante della tua carriera di performer?
La tournée al Festival Australiano, un mondo lontano eppure un’audience calda e accogliente. Ma anche il musical col caro maestro indimenticato Gino Landi, insomma i momenti importanti sono stati tanti. ⁠Come riesci a mantenere la tua creatività e originalità nelle tue esibizioni?
La mia ispirazione viene dalle cose incontrate strada facendo, quindi dalla vita, direi: ho scritto un libro sulla storia del burlesque dal titolo “Eros e burlesque”, e studiare la vita di quelle prime performer, vere e proprie femministe ante-litteram, è stata una fonte di ispirazione incredibile. Ho dedicato loro uno spettacolo intero e un documentario al quale sto ancora lavorando. Ma anche il teatro, che continuo parallelamente a coltivare, è fonte di ispirazione costante: il mio ultimo spettacolo era intitolato “Shakespeare in burlesque” e raccontava le eroine shakespeariane in chiave burlesque.


Che numeri proporrai per l'inaugurazione del Festival a Todi?

Lo show è una ripresa di uno spettacolo andato in scena lo scorso dicembre, perciò riproporrò lo stesso numero: ispirato alla fan-dance, un classico del burlesque, rigorosamente in rosso. Ma non mancherà un omaggio inedito all’italianità.
Quale messaggio vuoi trasmettere alle donne attraverso il tuo lavoro?
Ormai da diversi anni, ho associato il mestiere di performer alla divulgazione vera e propria: il burlesque promuove l’idea di una donna consapevole e felice nella propria forma, qualunque essa sia. All’inizio non è mai semplice, perché ogni donna introietta complessi sul proprio corpo, ma, grazie al gioco e all’ironia, impari a ridimensionare l’importanza dell’aspetto, e ti concentri solo sul piacere... E questa è la svolta.
Come riesci a conciliare il tuo ruolo di madre e artista?
La maternità è un’esperienza che mi insegna tantissimo ogni giorno e quello che succede a casa casa lo porto anche nel mio lavoro: gestire due gemelli non è semplice, ma quando impari a farlo ti senti onnipotente! Comunque, sono spesso in giro per lavoro e loro sono abituati: stanno col papà o coi nonni o con gli zii e i cugini… siamo una grande famiglia!

Qual è il tuo pensiero sulla parità di genere e come possiamo lavorare per raggiungerla?

C’è ancora tantissima strada da fare: pensate che la domanda che mi fanno più spesso è: “Ma che dice tuo marito del tuo lavoro?”…Ecco, fino a che continueremo a percepire il corpo della donna come proprietà dell’uomo avremo un problema. Il caso esploso in questi giorni del gruppo Facebook “Mia Moglie”, ne è un esempio lampante: uomini che trattano le proprie mogli come oggetti da mostrare e condividere a loro insaputa, insomma, come loro proprietà. Capite bene che la questione è seria. È il percorso da fare è molto lungo.
Quali sono i tuoi progetti futuri come performer e attrice? 
Ho un autunno molto pieno di impegni con ben tre spettacoli teatrali: Lenny Bruce (l’adattamento teatrale del film con Dustin Hoffman), “Prima le Donne” uno spettacolo tutto al femminile dove interpretò Hedy Lamarr e poi “Io, Gilda” uno spettacolo dedicato alla mitica Rita Hayworth. E infine c’è l’uscita del film ”Esencia Cuba”, con Giancarlo Giannini.

Fattitaliani

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