Dietro il titolo provocatorio “Fottuta Estate” si nasconde un racconto personale e intenso, fatto di rabbia, fragilità e consapevolezza. L'artista ci accompagna in un viaggio emotivo che nasce da una stagione confusa e tormentata, trasformata in uno sfogo poetico carico di sincerità.
Tra parole che feriscono e immagini potenti, tra cambiamenti dolorosi e nuove libertà artistiche, questa intervista è un'immersione in un momento di svolta, in cui la musica diventa specchio dell’anima.Abbiamo parlato con lui di scrittura, videoclip, fragilità, estate... L'intervista di Fattitaliani.
di Giovanni Zambito - “FOTTUTA ESTATE” è un titolo forte e diretto. Cosa rappresenta per te questa “estate fottuta”?
Il titolo 'Fottuta Estate' è una metafora di qualcosa che può sembrare bello e coinvolgente ma che alla fine si rivela devastante.. questa canzone racconta di come una mia estate sia stata un momento di confusione e di disillusione. La parola 'fottuta' è usata per esprimere la rabbia e la frustrazione che possono derivare dalle delusioni e dalle aspettative tradite.
Nel brano parli di fragilità e cambiamento. Quanto c’è di autobiografico in questo testo?
“La fragilità e il cambiamento sono temi che mi hanno sempre accompagnato nella vita e nella musica. Quando ho scritto 'Fottuta Estate', ho voluto catturare l'essenza di quei momenti in cui ci si sente vulnerabili e si è costretti a confrontarsi con i propri turbamenti. Il testo è assolutamente autobiografico perché parla di una dolorosa esperienza personale.”
Hai definito il brano uno “sfogo poetico”. Cosa volevi liberare o raccontare con questa canzone?
"Il brano è uno sfogo poetico perché mi ha permesso di liberare tutte le emozioni e i pensieri che mi stavano pesando. Volevo raccontare la storia di un'estate che può essere sia calda e appassionata, sia frustrante e difficile, e di come queste emozioni possano convivere dentro di noi.”
C’è un passaggio del testo in cui ti riconosci particolarmente tua?
"Sì, c'è un parte del testo che mi rappresenta bene: 'Ero un ragazzo fragile che voleva urlare / che la vita a un certo punto ci può cambiare'. Questo passaggio mi rappresenta perché parla di quella sensazione di vulnerabilità e di incertezza che ho provato io stesso nella mia vita. La frase 'la vita a un certo punto ci può cambiare' è particolarmente significativa per me, perché riflette il momento in cui ho dovuto affrontare delle sfide e delle difficoltà che mi hanno costretto a crescere e a cambiare facendo delle scelte dolorose ma necessarie.”
Il videoclip è stato girato da Matteo Menapace. Puoi raccontarci qualcosa sul concept visivo?
"Il concept visivo del videoclip di 'Fottuta Estate' è stato sviluppato insieme a Matteo Menapace e si basa sull'idea di rappresentare le emozioni intense e contraddittorie che la canzone evoca. La metafora dell'uscita dal mare con la chitarra in mano è stata scelta per simboleggiare la fuga e l'iper-azione da qualcosa che può sembrare bello e attraente, ma allo stesso tempo è anche pericoloso e ingestibile, come un mare appunto. Questo contrasto visivo e simbolico si sposa perfettamente con la musica, creando un'atmosfera intensa e evocativa che aiuta a raccontare la storia della canzone. Siamo stati molto contenti del risultato finale e speriamo che il pubblico apprezzi la nostra visione e si lasci trasportare dalle emozioni e dalle immagini del video."
Hai parlato di un “nuovo capitolo” nella tua carriera. In cosa si differenzia questo momento rispetto al passato?
"Questo nuovo capitolo nella mia carriera rappresenta un momento di crescita e di evoluzione artistica per me. Rispetto al passato, sto esplorando nuove sonorità e tematiche che mi permettono di esprimere me stesso in modo ancora più autentico e profondo. Stiamo lavorando a creare un sound che sia più maturo e più personale, che rifletta le esperienze e le emozioni in modo più diretto e sincero. Questo nuovo capitolo è anche un momento di maggiore libertà creativa, in cui posso sperimentare e innovare senza paura di prendere rischi e di provare nuove cose."
A proposito di estate e di tormentoni estivi, ce n'è uno che canticchi sempre e volentieri?
"Devo dire che non sono un grande amante dei tormentoni, specialmente quelli estivi. Per me, arrivano sempre assieme all'afa e alle zanzare. Preferisco di gran lunga ascoltare e cantare canzoni che hanno un significato più profondo e una storia da raccontare. Tra le mie preferite ci sono 'Anna e Marco' di Lucio Dalla e 'La storia' di Francesco De Gregori ad esempio. Queste canzoni hanno una bellezza e una poesia che mi toccano nel profondo e mi piace molto cantarle!".