Luca Ghioldi torna con un nuovo singolo, "Datemi un funky", un brano che segna una svolta importante nella sua carriera. Nato durante una passeggiata sul lungolago di Arona, il brano è frutto di un momento di introspezione e spontaneità. Ghioldi ci racconta come l'ispirazione sia arrivata in un giorno di primavera, quando, in solitudine, ha lasciato che la musica fluisse naturalmente. Il singolo non è solo una nuova composizione musicale, ma un passo decisivo verso una versione più personale dell'artista, che da musicista di cover si trasforma in autore, pronto a comunicare le proprie emozioni e riflessioni.
In questa intervista per Fattitaliani, Luca ci parla della genesi del singolo, delle sue influenze musicali, e di come il videoclip, nato da una sua suggestione, rappresenti il cambiamento e la trasformazione di un giorno ordinario in qualcosa di straordinario. Un racconto che svela il cuore della sua arte e il suo desiderio di esplorare nuove dimensioni musicali.
Parliamo del
tuo nuovo singolo. Com’è nato? Cosa rappresenta per te?
Datemi Un Funky è
nato sul lungo lago di Arona, in occasione di una giornata primaverile in cui
avevo una voglia matta di fare una passeggiata.
Mi ricordo che feci
diversi tentativi per coinvolgere alcuni amici, ma tutti erano presi da altro;
fu così che presi la chitarra, il mio blocco note con penna e decisi di andare
al lago per i fatti miei.
Mentre suonavo
davanti alle piccole onde che si infrangevano contro un molo, ho iniziato a
fischiettare un tema e da lì ho lasciato uscire tutti i pensieri che avevo in
quel momento.
Parole e accordi
annotati, brevi registrazioni con il telefono e dopo circa un anno, dopo aver
fatto ascoltare il tutto a mio fratello (arrangiatore e produttore), iniziammo
il percorso di registrazione.
Per me questo singolo rappresenta un punto di svolta, un cambiamento importante perché inizia a mettere a nudo una parte di me, porta una nuova visione di Luca (non più il musicista che suona cover, ma anche colui che scrive e che prova a comunicare qualcosa di suo).
A quale idea
si ispira il videoclip?
Il videoclip nasce da una mia suggestione che è stata compresa fin da subito dai videomaker di MelaZstudio e grazie alla loro professionalità è nato questo “loop temporale” che rappresenta un pò l’opportunità (in questo caso quella di vivere una giornata no e trasformarla in qualcosa di unico grazie al giusto spirito e al giusto approccio).
Quali sono
le tue influenze musicali?
Sicuramente i
cantautori italiani; sono cresciuto ascoltando Fabrizio De André, Lucio Dalla,
gli Stadio, Roberto Vecchioni, ma quelli che più ritrovo nel mio modo di
scrivere e fare musica sono Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Mario Venuti,
Fabio Concato…o perlomeno, io sento che mi trasmettono tanto.
Per il resto amo tutta la musica…dal jazz al metal (per cercare di creare uno spettro bello ampio), quindi posso dire di essere influenzato un pò da tutto.
Come e
quando è iniziata la tua passione per la musica?
La passione per la
musica è nata sicuramente quando frequentavo le scuole elementari...il mio
ricordo più vivido è quando i miei genitori venivano a prendermi il sabato a
scuola e in macchina o a casa si ascoltavano sempre dischi di artisti che poi
sono entrati nel mio background musicale, in primis su tutti Nothing like the
sun di Sting.
Da lì ho sempre
ascoltato tanta musica e in terza elementare fingevo di suonare la chitarra
saltando sul divano con la racchetta da tennis di mio padre, mentre ascoltavo
Bryan Adams e Bon Jovi.
Alla fine ci sono arrivato a farlo (ma ho dovuto aspettare la terza superiore, dove in autogestione sono rimasto affascinato da alcuni compagni che suonavano e tutti li ascoltavano con ammirazione)!
Con quale
artista ti piacerebbe collaborare e perché?
Sicuramente con
Niccolò Fabi perché mi arriva sotto pelle, per le parole che scrive, ma anche
per il suo modo di sperimentare coi suoni è molto affascinante.
All’estero invece mi piacerebbe provare a chiudermi un giorno intero in studio con Jacob Collier e vedere cosa farebbe con un mio brano…lui trasuda musica!
Progetti
futuri?
Non vedo l’ora di
pubblicare tutto l’album (spoiler)…è già pronto…stiamo ultimando le ultime cose
a livello di grafiche, ma spero di poterlo far uscire entro settembre/ottobre.
Posso già dire che
il titolo sarà “Il Signor Nessuno” e una volta uscito, mi piacerebbe moltissimo
presentarlo dal vivo (farlo con la band completa sarebbe il sogno, ma ho già in
mente anche una soluzione alternativa in trio acustico)!
Mi piacerebbe anche
continuare a scrivere un libro che in qualche modo è legato con l’album e
nell’ultimo periodo l’ho trascurato parecchio.