Una giornata di studio,
una mostra, un video e un libro per rendere omaggio all'ex Segretario Generale
del Ministero degli Esteri. Un progetto curato dalle nuove leve della
diplomazia per trarre ispirazione da una figura che ha unito rigore
istituzionale e curiosità intellettuale.
di Arturo Varè
ROMA –
Un diplomatico, uno scrittore, un intellettuale. Una figura poliedrica come
modello per chi oggi si affaccia alla carriera al servizio dello Stato. La
Farnesina intitola quest'anno il corso di formazione dei suoi nuovi Segretari
di Legazione all'Ambasciatore Boris Biancheri Chiappori, gigante della
diplomazia italiana scomparso nel 2011. Per celebrarne la figura, non solo come
servitore dello Stato ma anche come uomo di cultura, si è tenuta una giornata
di studio a Villa Madama, un'occasione per trasmettere concretamente il suo
insegnamento alle nuove generazioni.
Nato
nel 1930, Biancheri ha incarnato un ideale di servizio fondato su competenza,
rigore e discrezione. La sua carriera lo ha visto protagonista in sedi
prestigiose come Tokyo, Londra e Washington e ricoprire incarichi di vertice al
Ministero, fino a quello di Segretario Generale. Fu un attore chiave in
passaggi delicati della nostra storia, come la gestione della crisi albanese.
Ma il suo profilo andava oltre la diplomazia: fu anche scrittore raffinato,
presidente dell'ANSA e dell'ISPI, contribuendo in ogni ambito con la sua
esperienza e la sua sensibilità.
A tracciarne il ritratto è stato un
mosaico di testimonianze autorevoli. Durante la giornata di studio, dopo un
inquadramento storico del Prof. Luca Riccardi, alcuni ambasciatori hanno
ricostruito il Biancheri diplomatico: dallo stile di leadership discreto ma
efficace (Amb. Stefano Ronca), all'eleganza intellettuale (Amb. Antonio Zanardi
Landi) e alla professionalità nei momenti di crisi (Amb. Sergio Mercuri). Il
quadro è stato poi completato esplorando le sue altre anime: quella di uomo dei
media, con l'impegno all'ANSA nella gestione dell'informazione in tempi di
crisi ricordato da Stefano Polli, e quella di guida di istituti culturali, con
il rilancio dell'ISPI evidenziato da Paolo Magri in un videomessaggio. A
Fernando Gentilini, infine, il compito di analizzare il suo raffinato stile di scrittore.
Un ricordo personale e profondo è stato poi condiviso dalla moglie, la
Professoressa Flavia Arzeni Biancheri, che ha unito la sfera pubblica e quella
privata, restituendo l'immagine di un uomo dalla visione coerente.
L'eredità di Biancheri non è stata solo
evocata, ma resa tangibile attraverso tre progetti concreti. Innanzitutto, la
pubblicazione “Boris
Biancheri Chiappori. Diplomatico, scrittore e pubblicista. Scritti scelti”,
una raccolta ragionata dei suoi articoli, saggi e interventi che ne rivelano la
lucidità analitica e la grande capacità di spiegare processi complessi con
chiarezza. Il volume è disponibile gratuitamente online, per rendere il suo
pensiero un patrimonio condiviso.
Accanto al libro, una mostra di tredici pannelli ha
ricostruito con rigore cronologico le tappe della sua vita, intrecciando
fotografie d'archivio e testi per raccontare non solo una carriera, ma una
visione del mestiere diplomatico. Particolarmente intenso, infine, il video realizzato per l'occasione,
centrato su un intervento registrato dello stesso Biancheri. Ascoltare la sua
voce ha permesso ai presenti di cogliere in modo diretto il suo stile
riflessivo, la sua leadership mai ostentata e la sua visione pragmatica delle
relazioni internazionali.
Dietro il successo
dell'iniziativa c'è stato il lavoro appassionato degli stessi giovani
diplomatici a cui il corso è intitolato. Coordinati dal Ministro
Plenipotenziario Stefano Baldi, i Segretari di Legazione in prova hanno svolto
una serie di ricerche di testi e immagini, trasformando un omaggio in un interessante
esercizio di metodo, sintesi e spirito di squadra. Un percorso di scoperta che
ha reso l'esempio di Boris Biancheri non un semplice ricordo, ma una fonte viva
di ispirazione su come servire il Paese: con intelligenza, discrezione e un
profondo senso delle istituzioni.
Arturo
Varè