Il mondo della cultura rende omaggio a Mara la musa dell’arte contemporanea

 


In occasione del suo compleanno, il 19 luglio, non è solo per un gesto d'augurio rendere omaggio a colei che, nel panorama contemporaneo, incarna con autenticità il ruolo di ispiratrice delle arti, quale è quello di una vera Musa: ricordare Mara vuol dire celebrare tutte quelle donne hanno fatto della loro vita un’opera d’arte. Per comprendere l'importanza di Mara, bisogna prima sgombrare il campo dalla banalizzazione moderna del termine musa, in un un'epoca che confonde spesso il ruolo con quello di una modella, che non distingue il suo concetto di ispiratrice da una semplice testimonial di un brand, la presenza magnetica dalla comparsa. Il contributo di Mara con l’artista Mario Vespasiani è emblematico, insieme compiono un "ritorno all'origine" incarnando l'archetipo nella sua pienezza e lei, la musa, come insegnava Omero, non è una forma passiva da ammirare, ma una complice ultra-terrestre”, una co-creatrice che guida il braccio dell'artista in un'opera "composta a metà"

 

Anche quando viene ritratta Mara non posa per Vespasiani, è praticamente la sua "parte complementare, sommersa e inafferrabile" è la presenza che "sa illuminare proprio dove non guardi", completando un'intuizione che trascende l’artista. L’impressionante progetto editoriale "Mara as Muse" – composto da tre libri, per cinquecento pagine e centinaia di opere – va oltre la celebrazione di un volto, per diventare una documentazione senza precedenti nella storia, una narrazione che sembra provenire da un tempo mitico. Mara, definita non a caso "perla del Mediterraneo”, testimonia un ideale "senza tempo, e dai rimandi classici" di cui la forza non risiede nella sovraesposizione, ma, al contrario, nella sua natura "riservata e misteriosa”. In una danza cosmica tra arte e vita, in quell'incessante esplorazione di mondi visibili e invisibili – dal cosmo agli abissi, dalla letteratura alla scienza – Mara è il centro immobile attorno da cui l’esplorazione di Vespasiani si espande, è l'Axis Mundi che permette al suo pensiero di spaziare senza mai perdersi.

 

La sua presenza è concreta e allo stesso tempo onirica, per consentire all'artista di navigare i cieli più astratti e ad una tale altezza diventa arduo dire dove finisca la vita e inizi l'arte. I ritratti nei quali compare non sono solo opere, ma pagine di un diario esistenziale e così il suo ruolo nel 2015 quale Dama del Palio di Fermo - sua città natale - sia nel dipinto che come prima dama nel corteo storico, fu la consacrazione pubblica in quel ruolo regale che lei incarna nel privato. Ma cosa significa, in ultima analisi, per un artista avere una musa? Vuol dire riconoscere in una persona un riflesso del Divino, testimoniare "la creazione come una lode verso ciò che i nostri occhi non potrebbero contenere", la Musa è manifestazione visibile e accessibile di energie altrimenti "inaccessibili". Uno dei canali tra l'umano e il sovrasensibile, "presenza che completa un’intuizione più alta non al servizio dell'artista, ma della stessa, identica missione: testimoniare la bellezza. 

Ed è interessante notare come in un mondo in cui tutto abbia un prezzo ci siano alcune donne che hanno il carisma per essere inaccessibili. Totalmente estranee alle logiche di mercato ed indifferenti dall’apprezzamento generale, queste figure comunicano che il valore non è definito dal consenso, ma dalla propria essenza interiore: in una società di imbonitori, il suo carisma risiede nello sguardo profondo. Se una modella, anche la più celebre, è legata al suo tempo, a una tendenza, ad un prodotto, ma è necessariamente "vittima" del tempo che passa, la musa, al contrario, "domina quello scorrere vivificandolo". In questo giorno speciale, parlare di Mara significa allora celebrare molto più che una singola donna, per quanto non comune, bensì ricordare in generale la possibilità di un'unione tra amore e creazione, tra vita e arte. La vera musa è dunque colei che non “presta" il suo volto, ma che dona la sua energia, che non segue la moda ma incarna lo stile eterno, che non cerca la scena dei riflettori ma è essa stessa una sorgente di luce. In un mondo che ha tentato di ridurla ad un'immagine piacevole, la figura della musa ha riscoperto con Mara, il valore di un’unione di opposti, di un’armonia nel caos creativo, di una complicità di sguardi che sanno innalzare nelle loro differenze gli inni di lode.
Fattitaliani

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