Il cielo resta sicuro, ma l’India piange: l’incidente di Air India 171 e la realtà degli incidenti aerei oggi

 


“L’aereo è il mezzo più sicuro per volare… finché non succede qualcosa.”  Arthur Hailey, Airport

Il cielo è da sempre uno spazio di sogni, conquiste e progresso. Da quando i fratelli Wright hanno compiuto il primo volo a motore nel 1903, l’umanità ha guardato all’aviazione come a un simbolo di ciò che è possibile ottenere con coraggio e ingegno. Ma quando un aereo precipita, quel cielo di promesse si oscura di colpo. Diventa teatro di silenzi assordanti, di vite interrotte, di domande a cui spesso è difficile dare una risposta immediata.

È ciò che è accaduto il 12 giugno 2025, con l’incidente del volo Air India 171. Un volo di routine trasformato in una tragedia nazionale. Un evento che ha riaperto vecchie ferite e acceso nuovi interrogativi: possiamo davvero affidarci alla sicurezza del volo, oggi che il traffico aereo è ai massimi storici? Che cosa può insegnarci un singolo disastro, e quanto vale, in termini di vite umane, una lezione non appresa?

Il disastro di Air India 171: un giorno che resterà inciso nella memoria collettiva

Il volo AI171 era partito da Ahmedabad diretto a Londra, con una breve sosta prevista a Mumbai. A bordo, 242 persone: famiglie in viaggio, uomini e donne d'affari, studenti, turisti, personale navigante. Una normalità che si è trasformata in incubo appena 47 secondi dopo il decollo.

In un’azione tanto inspiegabile quanto letale, entrambi i motori del Boeing 777 si sono spenti in simultanea. L’aereo ha iniziato a perdere quota rapidamente e si è schiantato in una zona residenziale alla periferia della città, provocando la morte quasi istantanea di 223 passeggeri, 19 persone a terra e dell'intero equipaggio, ad eccezione di un unico superstite, seduto vicino alla sezione di coda.

Le prime analisi delle scatole nere hanno mostrato un dettaglio sconcertante: entrambi i "fuel-cutoff switches" – dispositivi di emergenza che bloccano l’afflusso di carburante ai motori – risultavano attivati. Sono comandi protetti, schermati da coperture rigide che richiedono movimenti intenzionali e decisi per essere azionati. Nessun allarme, nessuna segnalazione in cabina: solo il silenzio di due motori spenti e una discesa rapida verso l’impatto.

Chi li ha attivati? È stato un errore umano, un guasto elettrico, un'anomalia software? Nessuno dei piloti, secondo le registrazioni audio, ha dato ordine di spegnere i motori. Questo vuoto di risposte ha spinto le autorità a un’indagine a tappeto su procedure, manutenzione, software di bordo e storia del velivolo. In attesa del rapporto finale, l’opinione pubblica è divisa tra dolore, incredulità e una crescente insicurezza percepita.

Sicurezza in India: una crescita rapida che deve affrontare nuove sfide

L’India è oggi uno dei mercati dell’aviazione in più rapida crescita al mondo. Solo tra il 2018 e il 2024 il numero di voli interni è aumentato del 52%, spinto da una classe media sempre più mobile, dalla diffusione di compagnie low-cost e da investimenti massicci in nuove infrastrutture aeroportuali. Questa espansione, però, impone anche un rischio: quello di non riuscire ad allineare la crescita economica ai più alti standard di sicurezza operativa.

Negli ultimi cinque anni, il paese ha registrato 56 incidenti aerei. Ma è importante chiarire che la quasi totalità di questi ha riguardato voli non commerciali: aerei da addestramento, piccoli charter privati, velivoli cargo o da lavoro agricolo. I voli di linea, invece, sono risultati straordinariamente sicuri. Nel 2023, ad esempio, nessun incidente fatale ha coinvolto vettori commerciali, e il tasso di eventi critici è rimasto sotto la soglia dell’1 per milione di decolli.

Questo è il risultato di controlli più rigorosi, di investimenti in formazione dei piloti, di una flotta mediamente giovane e di protocolli di sicurezza sempre più standardizzati. Tuttavia, permane una zona grigia: l’aviazione generale. In questo segmento, la formazione è meno strutturata, le manutenzioni talvolta carenti e le risorse disponibili più limitate. Proprio qui si concentra oggi l’attenzione della Direzione Generale dell’Aviazione Civile indiana (DGCA), che mira a colmare il divario con le norme internazionali ICAO.

Uno sguardo al mondo: il volo resta il mezzo più sicuro, ma la sfida è continua

A livello globale, i numeri parlano chiaro. Nel 2024 si sono registrati solo 7 incidenti mortali su oltre 40 milioni di voli commerciali. Una statistica che equivale a 1,13 incidenti per milione di voli. Il confronto con altri mezzi di trasporto è schiacciante: l’auto resta di gran lunga il più pericoloso, seguita da moto, treni e imbarcazioni.

Tuttavia, la sicurezza dell’aviazione non è un traguardo statico. È un processo. Un equilibrio complesso fra uomo, macchina e ambiente. Oltre l’80% degli incidenti aerei è infatti attribuibile a errore umano: distrazioni, valutazioni errate, malintesi tra piloti o con il controllo del traffico. Un altro 15% è legato a guasti tecnici – spesso in contesti estremi – mentre meno del 5% dipende da cause naturali come eventi meteo eccezionali o bird strike.

Questo significa che, pur essendo straordinariamente sicuro, il volo richiede un’attenzione costante. La tecnologia evolve, ma con essa devono evolversi anche le persone. L’automazione ha ridotto i margini di errore, ma non li ha eliminati. E il rischio più pericoloso oggi, secondo molti esperti, è quello della “falsa sicurezza”: l’idea che tutto funzioni così bene da abbassare la guardia.

La percezione pubblica: quando l’emozione supera i dati

Nonostante i numeri rassicuranti, gli incidenti aerei continuano a colpire profondamente l’opinione pubblica. Questo perché – a differenza di molti altri incidenti – quelli aerei sono spesso totali, improvvisi e spettacolari. Ogni caduta dal cielo è accompagnata da immagini drammatiche, notizie di vittime innocenti e narrazioni potenti che fanno leva su paure ancestrali: quella di volare, quella di non avere controllo, quella di morire all’improvviso.

I media amplificano questa paura, rendendola più viscerale di quanto i dati giustificherebbero. Ma è anche vero che ogni incidente merita attenzione. Perché ogni vita persa nei cieli non è solo una statistica: è una famiglia spezzata, un futuro cancellato, un fallimento collettivo da cui imparare.

Conclusione: fidarsi, con coscienza

Il disastro del volo Air India 171 ha riportato alla luce un fatto essenziale: non basta che il sistema sia sicuro in media. Deve esserlo sempre. Perché ogni volo ha a bordo persone che non vogliono diventare eccezioni.

Volare rimane, a oggi, il modo più sicuro per muoversi sulle lunghe distanze. Ma questa sicurezza non è un dono automatico: è il frutto di un lavoro invisibile, continuo, quotidiano. È il risultato di controlli minuziosi, addestramenti rigorosi, aggiornamenti software, comunicazioni precise. È una catena di fiducia che parte dalla torre di controllo e arriva fino alla cabina passeggeri.

La vera lezione è che, anche quando tutto sembra funzionare, non bisogna mai smettere di migliorare. La sicurezza del volo non è solo tecnologia, ma un impegno condiviso fatto di attenzione, responsabilità e memoria. È grazie a questo che milioni di persone ogni giorno solcano i cieli, con fiducia e consapevolezza, verso nuove destinazioni.

“Non c'è nulla di più pericoloso della convinzione di essere al sicuro.” Stephen King

Carlo Di Stanislao

Foto da Wikipedia 

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