SIGOT. Anziani a rischio: il 45% degli over 65 ospedalizzati soffre di insufficienza respiratoria

 


Un nuovo studio della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio, condotto sull’esperienza dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma che ha esteso i risultati del reparto di Geriatria di Azienda Ospedaliera di Cosenza, rivela che il 45% degli over 65 ricoverati in Geriatria dal Pronto Soccorso presenta insufficienza respiratoria, con un tasso di mortalità del 25% rispetto al 5–6% di chi non ne è affetto. Questi dati sono stati analizzati nel 39° Congresso SIGOT che si è tenuto a Modena.

INSUFFICIENZA RESPIRATORIA: UN KILLER SILENZIOSO – L’insufficienza respiratoria acuta, ossia la carenza di ossigeno nel sangue arterioso (ipossiemia), è una sindrome che si verifica come conseguenza di diverse patologie, come sepsi, BPCO riacutizzata, polmonite, ictus cerebrale, ma soprattutto lo scompenso cardiaco acuto che rappresenta la prima causa.

L’Insufficienza Respiratoria ha un valore predittivo della mortalità - spiega il Prof. Filippo Fimognari, Direttore Scientifico SIGOT e Direttore Unità Operativa Complessa di Geriatria e del Dipartimento Medico Polispecialistico dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza - I pazienti che ne sono affetti vanno quindi monitorati attentamente, poiché l’alterazione dell’ossigeno costituisce un fattore di rischio indipendente ed aggiuntivo rispetto alle patologie acute che provocano questa sindrome. La particolare combinazione delle diverse patologie sottostanti, e la loro gravità, aumenta le probabilità di decesso. Si deve intervenire rapidamente per diagnosticare e trattare le cause, ma contemporaneamente correggere l’ipossiemia con l’ossigeno, anche ad alti flussi umidificati nei casi gravi,  o con  la ventilazione meccanica non invasiva. Questa molteplicità di concause indica uno stato di particolare gravità del paziente ricoverato in Geriatria per acuti e deve incentivare il potenziamento degli ospedali e l’aumento dei posti letto per accogliere questi pazienti, evitando attese in Pronto Soccorso”.

LE MALATTIE CARDIOVASCOLARI NEGLI ANZIANI, PRIMA CAUSA DI RICOVERO E DI MORTALITA– L’invecchiamento della popolazione si riflette su un incremento della prevalenza e dell’incidenza delle malattie cardiovascolari: la Fibrillazione Atriale, ad esempio, negli ultimi vent’anni è raddoppiata nella popolazione generale, passando dall’1% a poco meno del 2%, e tenderà ad aumentare di altre due volte entro il 2050, mentre già oggi nella popolazione con più di 75 anni è superiore al 15%. Nell’anziano, inoltre, il rischio di morte improvvisa per aritmie ventricolari aumenta fino a 80 anni. Lo scompenso cardiaco è la prima causa di insufficienza respiratoria, oltre che la prima patologia cardiovascolare per ricoveri e rientri ospedalieri: il 30% dei pazienti dimessi rientra entro un mese. Per questo sono fondamentali tecniche e tecnologie di ultima generazione per affrontare al meglio le patologie cardiovascolari nell’anziano.

L’elettrostimolazione tramite pacemaker può avvenire in diverse modalità – spiega il Prof. Francesco Vetta, Direttore UOC Cardiologia UTIC Ospedale di Avezzano e Professore di Cardiologia Unicamillus (nella foto) – All’approccio classico, che si e manifestato in alcuni casi anche deleterio, si è recentemente aggiunta l’elettrostimolazione fisiologica, che rappresenta un salto in avanti per favorire la qualità di vita dei pazienti e per limitare le complicanze successive. La stimolazione fisiologica riproduce un percorso più naturale dell’impulso elettrico nel cuore. Partendo dalle fisiologiche vie di conduzione elettriche, l'impulso raggiunge tutto il cuore, prevenendo o trattando l’insufficienza cardiaca. Diversi studi dimostrano che questa tecnica è più efficace rispetto ai metodi tradizionali. Inoltre, richiedendo meno elettrocateteri, riduce il rischio di infezioni legate all’impianto. In sintesi, per un’adeguata prevenzione e per la presa in carico delle patologie cardiovascolari nell’anziano i pilastri sono i seguenti: screening mirati sugli over 65; uso di tecniche all’avanguardia come il pacing fisiologico; impiego di strumenti di telemedicina, senza trascurare dispositivi indossabili, che permettono di monitorare in tempo reale le patologie e quindi di intervenire tempestivamente e di predire anche con ampio anticipo le riacutizzazioni. In tutti questi casi, si tratta di investimenti che riducono i costi a lungo termine e salvano vite ed aumentano la qualità di vita”.

LA VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE: LO STRUMENTO BASE DELL’APPROCCIO GERIATRICO - “La Valutazione Multidimensionale – spiega il Dott. Alberto Cella, Segretario del Direttivo SIGOT- rappresenta per il geriatra lo strumento base nel lavoro clinico sul paziente anziano, alla stregua dello stetoscopio per qualsiasi altro medico. La Valutazione Multidimensionale è nata in geriatria per calibrare gli obiettivi di cura e assistenza di fronte alla complessità dell’anziano, spesso affetto da più patologie croniche, condizionato da deficit funzionali e/o cognitivi e non raramente anche da problematiche socio-economiche. Valutare contemporaneamente salute fisica, autosufficienza, sfera psichica e socio-relazionale della persona anziana diventa quindi essenziale per garantirle la miglior qualità di vita possibile. SIGOT ha promosso e realizzato, insieme all’Istituto Superiore di Sanità e alla società scientifica della Medicina Generale (SIMG), la pubblicazione delle Linee Guida sulla Valutazione Multidimensionale che rappresentano un riferimento imprescindibile nella pratica clinica di tutti i clinici che si occupano di pazienti anziani. Sempre sullo stesso tema, SIGOT è inoltre impegnata in un importante tavolo tecnico che coinvolge diverse società scientifiche sulla nuova valutazione nazionale delle condizioni dell’anziano, prevista dalla riforma dell’assistenza (L. 33/23, D. L. 29/24), e che mira ad una valutazione nazionale omogenea realizzata con uno strumento oggettivo e multidimensionale che permetta di garantire criteri standardizzati su tutto il territorio nazionale ed una miglior conoscenza del fenomeno dell’invecchiamento e delle necessità della popolazione anziana”.

A MODENA 500 SPECIALISTI – Il 39° Congresso nazionale della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio si è tenuto a Modena, presso il BPER Forum “Guido Monzani”, con la partecipazione di oltre 500 specialisti dell’ambito geriatrico. L’appuntamento, che ha ospitato anche il 18° Congresso di cardiogeriatria, ha rappresentato un momento cruciale per analizzare le sfide di un Paese che invecchia. Presidenti del Congresso sono il Prof. Lorenzo Palleschi, Presidente SIGOT Nazionale, Direttore Unità Operativa Complessa di Geriatria e del Dipartimenti Internistico dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata, Roma; Andrea Fabbo, Direttore sanitario ASL Asti, già direttore socio-sanitario AUSL Modena e direttore UOC Geriatria Territoriale AUSL Modena; il Prof. Francesco Vetta.

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