Davide Peron ci racconta il suo nuovo tour estivo ''Mi Rifugio in Tour 2025''. L'intervista

 


Davide Peron, il cantautore apprezzato da pubblico e addetti ai lavori, torna con il suo nuovo tour estivo dal titolo ”Mi Rifugio in tour”, che partirà dalle Dolomiti. Un nuovo viaggio ricco di emozioni e messaggi positivi.
Nato nella provincia di Vicenza, nelle terre di nord-est, dove la pianura padana incontra le Piccole Dolomiti, Davide evidenzia in ciò che suona e canta le radici della propria terra legata al lavoro, inteso non come bieco guadagno ma come attività reiterata nel tempo, onesta e faticosa caratterizzata dalle bellezze naturali, soprattutto quelle montane. Ha sei dischi all’attivo: Davide Peron (1998-P8Studio), Aria buona (2008-Top Music), Fin qui (2012-Autoproduzione), Imbastir parole (2014-ThisPlay music), Inattesi (2018-U.d.U. records) considerato da alcune testate nazionali ‘Album rivelazione del 2018’, e Passaggi (2021-Soyuz). E’ presente anche in due compilation: “Un sorriso per le Madonie” (2007-QuintoSol), “Contrasti e incontri d’autore” (2009-Acne).

Ha aperto concerti alla stella internazionale Willie Nile, ai Nomadi, a Eugenio Finardi, a Marco Ferradini e ai Mariposa. Viene chiamato ad esibirsi anche in luoghi che hanno fatto la storia della canzone d’autore e della cultura Italiana: “Per chi suona la campana” al Teatro Arciliuto di Roma, alla “Cittadella” di Assisi, al “Festival Biblico”. Al “66° Festival di Sanremo” del 2016 viene scelto come ospite al convegno “Dolore e Creatività Musicale” tenuto nel palazzo Bellevue. Prosegue un’intensa attività concertistica dando vita anche al conosciuto MI RIFUGIO IN TOUR, percorso musicale-culturale-naturalistico estivo a tappe nei rifugi di montagna delle Piccole Dolomiti, dove si esibisce regolarmente in originali concerti tra prati e vette dal 2008.

Sei emozionato per l’inizio di questo nuovo tour? 
 L’emozione che provo ogni volta che salgo su un palco è sempre fortissima, poter incontrare tante persone e poter passare del tempo con loro per me è un privilegio. E quindi si, l’emozione è tanta. Cosa ci puoi anticipare? Ci saranno i concerti nelle Piccole Dolomiti con il “Mi rifugio in tour” che arriva quest’anno alla 18a edizione, mi accompagneranno Davide Repele alle chitarre e Carla Cavaliere ai cori e letture. Porteremo nelle cime dei monti il nostro no ad ogni guerra, il titolo del Mi rifugio in tour infatti è “Una guerra, tante guerre” per cercare di raccontare con parole e musica quanto ogni guerra è una sconfitta dell’Uomo. Inoltre, durante l’estate sarò in scena anche in molti spettacoli teatrali musicali assieme a professionisti che stimo moltissimo e che mi regalano sempre tanto: “Fola de raisa – Racconto di radice” è un ensemble di storie del primo ‘900 inedite, conosciute solo oralmente, arrivate ai nostri giorni grazie alla memoria degli anziani che ancora oggi intrattengono i nipotini con racconti di epoche lontane come accadeva durante il filò dei tempi antichi, storie di contrada che si tramandavano di padre in figlio venivano raccontate alla luce del fuoco; “L’uomo che piantava gli alberi” 1910, Francia, Alpi provenzali. Un giovane esploratore solitario si avventura in una zona deserta, senza alberi e senza alcun segno di civilizzazione eccetto dei ruderi di pochi villaggi diroccati. In questa desolazione il ragazzo incontra un pastore silenzioso che lo ospita nella sua modesta e dignitosa casa. Il giorno dopo l’esploratore scopre che da molti anni quell’uomo solitario pianta in tutta quella zona arida con instancabile meticolosità cento ghiande ogni giorno, dalle quali, confida al ragazzo, spera di veder crescere diecimila querce…”, una vicenda semplice ma straordinaria nella sua limpidezza, che insegna il rispetto per la natura e quindi per la vita nella sua totalità, compresa la vita di noi esseri umani; “Il Friuli Venezia Giulia attraverso le poesie” reading musicale con esperti che racconteranno attraverso le tante voci poetiche che l’hanno abitata questa bellissima regione; “Aquerò” uno spettacolo teatrale che racconta la parte umana di Bernadette Soubirous attraverso gli occhi di Aquerò, “quella cosa” che è apparsa alla santa. Un flusso continuo tra fede e povertà, come la melodia che fa da colonna sonora a tutta la pièce: un fiume che accompagna, che culla e cura. Sono passati quattro anni dal tuo ultimo disco. 


Quante soddisfazioni ti ha portato? 
Moltissime. L’ultima è arrivata pochi giorni fa: “eVENTI di PACE” ha scelto la canzone “La disobbedienza” (tratta dal disco) come inno per tutto il percorso che hanno organizzato. Quando una tua canzone diventa una sorta di bandiera in cui si riconoscono persone che stanno costruendo messaggi concreti importanti per tutta la cittadinanza mi appaga di tutte le fatiche del fare Musica. Ed è già la seconda volta che mi succede: la prima è stata con “La pallottola” inno di Libera per il Veneto. 

 Sei al lavoro sul nuovo album? 
In realtà saranno due.. uno che dedicherò al mio terzo figlio Pier Carlo (i due ultimi pubblicati sono uno dedicato alla mia primogenita Anita e l’altro al secondo figlio Luigi), dove cercherò di lasciare ciò che sento nel profondo, quello che sento di dover lasciare lui per un mio punto di vista e di ricerca. E poi in cantiere c’è appunto un altro disco, è un progetto di cui parleremo a settembre, un progetto importante che riguarda la scuola.
Fattitaliani

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