Intervista a Ciro Santangelo, poeta raffinato ed elegante

 


di Laura Gorini 

Sono convinto del fatto che la lettura ha una sua valenza e che contribuisca, senza alcuna ombra di dubbio, a far diventare buoni autori 

Un amore forte e sincero per la poesia è quello che batte forte nel cuore di Ciro Santangelo. Pugliese doc ma ormai da moltissimi anni siciliano di adozione, nella sua silloge poetica “Uno sguardo al Futuro- Quante Speranze”, fresca fresca di stampa, ha rivolto riflessioni, pensieri ed emozioni alla sua famiglia, a ciò che accade nel mondo e al futuro. Ed è ad esso che pensa intensamente per il Bene delle sue figlie e dei suoi adorati nipoti.

Ciro, come è nato il suo amore per la scrittura e in particolare per la poesia?

L'amore per la scrittura, in particolare per la poesia, è rimasto a lungo sopito perché la mia professione non mi ha consentito, fino al mese di ottobre del 2014, di scrivere versi. Infatti, dopo aver subito, un intervento chirurgico al cuore, ho trovato nella poesia una ragione per ricominciare a vivere e a sognare.

L'Italia è la patria dei poeti ed è impossibile non annoverare immediatamente, in tal direzione, il sommo, ovvero Dante Alighieri che tutto il mondo  ci invidia. Eppure in pochi oggigiorno compongono versi, come mai secondo lei?

L'unicità della poesia di Dante costituisce argomento di riflessione sulla nostra passione per i versi. Tranne casi rarissimi e tentativi caduti in non cale, non è dato conoscere dell'esistenza di alcuno che possa competere con il Sommo Poeta. Ad oggi in tanti si sono cimentati nello scrivere  versi, ma solo in pochissimi hanno acquisito il diritto a comporre, grazie alla loro naturale inclinazione.

In generale si sostiene che ci siano più scrittori che lettori. Lei che ne pensa?

Potrebbe essere vero. Occorre tenere presente che, sebbene tutti possano scrivere, pochi però suscitano il giusto interesse nei lettori che di sicuro sono in tanti quando si accostano alla lettura e diventano un numero minore quando questa non soddisfa le loro idee, i loro orientamenti, il loro modo di intendere la vita e il loro modo di pensare.

Eppure fiere e festival letterari, anche a ingresso a pagamento, sono quasi sempre sold out. Non è forse questo un controsenso?

Il tutto esaurito non è necessariamente dettato dall'interesse per la poesia. Ci si reca, a volte, nelle città o nei luoghi ove si tengono fiere e festival letterari perché questi luoghi, per l'appunto, rientrano in itinerari di interesse generale storico- culturale.

L'Addetto Stampa Laura Gorini posa dopo la lettura di Uno Sguardo al Futuro- Quante Speranze di Ciro Santagelo

Lei quando ama dedicarsi alla scrittura e alla lettura?

Amo dedicarmi alla scrittura non in modo sistematico ma solo in presenza di fatti, situazioni, stati d'animo, circostanze particolari, basate sull'ispirazione del momento. Ispirazione che, tra l'altro, in una mia poesia Pizzichi e Mozzichi ho ben definito e descritto.

Crede che un bravo autore debba essere in primis un valido lettore? Ultimamente quali sono stati i libri che ha appoggiato sul comodino per una sana lettura?

Sono convinto del fatto che la lettura ha una sua valenza e che contribuisca, senza alcuna ombra di dubbio, a far diventare buoni autori. Una sana lettura, ultimamente, prima di essere influenzato dalla morte del Santo Padre, l'ho trovata nelle biografie di suoi due illustri predecessori: Giovanni XXIII e Benedetto XVI.

 


Fattitaliani

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