A Roma, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea si conferma ancora una volta un tempio della visione e della cura museale.
Con la mostra Il Tempo del Futurismo, ideata e curata con maestria da Gabriele Simongini, il museo rende omaggio a uno dei movimenti più incisivi del Novecento, immergendo il visitatore in una narrazione densa, articolata e sorprendentemente attuale.Il percorso – vasto, ambizioso, ma sempre equilibrato – restituisce l’urgenza del Futurismo senza mitizzarlo, inserendolo nella complessità del suo tempo e nelle contraddizioni delle sue aspirazioni. Balla, Boccioni, Severini, Carrà: le loro opere vibrano di linee oblique, di materia in fuga, di cromatismi meccanici che traducono in pittura la tensione di un mondo lanciato a tutta velocità. Accanto ai capolavori più noti, la mostra presenta documenti, manifesti, oggetti e testimonianze che ampliano la prospettiva e danno voce a una pluralità di linguaggi.
Ma è il contesto stesso della GNAMC ad elevare ulteriormente l’esperienza. Troppo spesso trascurata nei discorsi culturali internazionali, questa istituzione ospita una delle collezioni più ricche e raffinate d’Europa. Passeggiare tra le sue sale è un esercizio di scoperta e meraviglia, in cui si percepisce la mano di una direzione competente, attenta, profondamente italiana nel senso più alto: capace di coniugare senso storico, visione curatoriale e amore per il dettaglio.
Il Tempo del Futurismo non è solo una mostra. È una dichiarazione di fiducia nell’arte come ponte tra passato e futuro, come forza ancora capace di stupire e di interrogare. Un’occasione da non perdere per chi voglia capire – e sentire – che cosa fu davvero la modernità, nel momento esatto in cui ancora non sapevamo come tutto sarebbe andato a finire.
Giovanni Chiaramonte