Protagonisti e ospiti 2025:
Antonio Latella, Alessio Maria Romano, Francesco Marilungo, Licia Lanera, Gruppo UROR, Alba Porto, Giulia Odetto, Teatro del Carretto, PoliTheater con la regia dell’australiano Neville Tranter, la band Perturbazione.
IL FESTIVAL
Il Ginesio Fest, uno dei festival teatrali più rinomati del
panorama italiano, torna a illuminare le strade, le piazze e i siti d’arte del
suggestivo centro marchigiano di San Ginesio per la sua sesta edizione. Diretto
per il quarto anno consecutivo da Leonardo Lidi, il festival si svolgerà dal 20
al 25 agosto 2025, proponendo una settimana intensa di spettacoli e
prime nazionali, residenze artistiche, incontri, laboratori e mostre. Gran
finale il 25 agosto, con la serata di premiazione del Premio San
Ginesio “All’arte dell’Attore”.
SAN GINESIO: BORGO D’ARTE E RINASCITA
San Ginesio, tra i borghi più belli d’Italia – celebre per la sua
bellezza medievale e per il suo spirito di rinascita culturale dopo il
terremoto del 2016 – si trasformerà ancora una volta in palcoscenico a cielo
aperto, accogliendo artisti e spettatori da tutta Italia e dall’estero. Il
festival si distingue per la sua natura diffusa e originale, che intreccia gli
spettacoli con gli spazi della città: dalle storiche mura alle accoglienti
piazze.
IL PREMIO SAN GINESIO “ALL’ARTE DELL’ATTORE”
Elemento imprescindibile dell’intero evento è il Premio San
Ginesio “All’arte dell’Attore”, giunto anch’esso alla sesta edizione e in
programma il 25 agosto alle ore 21.00.
Il premio, assegnato da una giuria presieduta da Remo Girone
e composta dal giornalista Rodolfo di Giammarco, dall’attrice Lucia
Mascino, dalla poetessa Francesca Merloni e dal regista Giampiero
Solari, celebra ogni anno un attore e un’attrice che si sono distinti per
il loro percorso artistico. Tra i premiati delle passate edizioni: Lino
Musella, Sara Putignano, Federica Fracassi, Massimo Popolizio, Carolina Rosi,
Michele Di Mauro, Paolo Pierobon, Lino Guanciale, Petra Valentini, Giuseppe
Battiston, Vanessa Scalera. I vincitori dell’edizione 2025 saranno annunciati a
luglio.
NUOVE COLLABORAZIONI E PARTNER
Tra le novità di quest’anno, si amplia la rete di collaborazioni:
oltre al Teatro Stabile di Torino, si aggiunge la Fondazione Piemonte
dal Vivo.
“Per il triennio 2025/2027 la Fondazione Piemonte dal Vivo –
Circuito Regionale Multidisciplinare ha ideato e istituito una collaborazione
strategica con alcuni festival operanti sul territorio nazionale, per
promuovere la creatività locale oltre i confini regionali – dichiara il
direttore Matteo Negrin – Ci fa molto piacere poter iniziare questa
nuova traiettoria al Ginesio Fest, un festival che celebra il teatro, creando
un dialogo tra artisti, pubblico e territorio, collimando perfettamente con la
mission di Piemonte dal Vivo. L'occasione è preziosa per poter presentare a una
qualificata platea di pubblico e operatori un ritratto ampio e variegato della
creatività piemontese in ambito teatrale”.
Le giornate dedicate al Focus Piemonte - il 23, 24 e 25 agosto - ospitano
Radici di Asterlizze, Io ucciso i giganti di Fondazione TGR, Wonder
Woman di TPE, La buona novella di Fabrizio de Andrè di Perturbazione
e I've loss of attention di Collettivo Effe. Nell’arco delle tre
giornate, si terrà anche un momento di incontro con gli operatori e le
compagnie protagoniste del focus.
IL TEMA 2025: “FURORE”
Il Ginesio Fest ha ogni anno un tema portante, un filo conduttore
che lega gli appuntamenti in un perfetto meccanismo: il tema voluto quest’anno
dal Direttore Artistico Leonardo Lidi è “Furore”.
Un calendario ricco di appuntamenti che vedrà protagonisti alcuni
tra i nomi più interessanti della scena teatrale contemporanea. Si comincia mercoledì
20 agosto con PINOCCHIO, tratto dall’opera di Carlo Collodi.
L’adattamento e la regia sono firmati da Maria Grazia Cipriani, per una
produzione del Teatro Del Carretto. La giornata di giovedì 21 agosto
propone due appuntamenti: il primo è ALTRI LIBERTINI, tratto da Pier
Vittorio Tondelli, con adattamento e regia di Licia Lanera, prodotto
dalla Compagnia Licia Lanera. A seguire, KATZLEMACHER, con la
regia di Leonardo Lidi e la traduzione di Umberto Gandini, una
produzione del Teatro Stabile di Torino. Il programma di venerdì 22
agosto si apre con STUPOROSA, per la regia e coreografia di Francesco
Marilungo. La produzione è di Körper | Centro Nazionale di Produzione
della Danza, in co-produzione con Fabbrica Europa. A seguire, sempre
per la regia di Leonardo Lidi, UN ANNO CON TREDICI LUNE,
adattamento di Francesco Halupka, prodotto dal Teatro Stabile di
Torino. Sabato 23 agosto è in programma RADICI, testo di Alba
Maria Porto e Giulia Ottaviano, con la regia di Alba Maria Porto,
prodotto da Asterlizze. Segue SDISORE', di Giovanni Testori,
con Evelina Rosselli; la regia è del Gruppo UROR e la produzione
esecutiva è affidata a PAV. Chiude la giornata IO UCCIDO I GIGANTI,
tratto da “I Kill Giants” di Joe Kelly e Jm Ken Niimura,
con drammaturgia di Diego Pleuteri e Greta Petronillo, regia e
scene di Greta Petronillo, una produzione della Fondazione Teatro
Ragazzi e Giovani Onlus. Lo spettacolo è vincitore del Bando Orizzonti.
Domenica 24 agosto vedrà in scena WONDER WOMAN, di Antonio Latella
e Federico Bellini, con la regia di Antonio Latella. La
produzione è di TPE – Teatro Piemonte Europa, in collaborazione con Stabilemobile.
A seguire, BUBIKOPF - TRAGEDIA COMICA PER PUPAZZI, di Fancelli, Tranter
e Zigrino, per la regia di Neville Tranter, una produzione Politheater.
La giornata conclusiva, lunedì 25 agosto, si apre con la Cerimonia di
Premiazione della Sesta Edizione del Premio Ginesio “All’Arte dell’Attore”.
A seguire, il concerto LA BUONA NOVELLA, interpretato dai Perturbazione,
con la formazione composta da Tommaso Cerasuolo alla voce, Cristiano
Lo Mele a chitarre e cori, Alex Baracco al basso e cori, e Rossano
Antonio Lo Mele alla batteria. Chiude il festival I'VE LOSS OF ATTENTION,
di Collettivo EFFE, con regia e testi di Giulia Odetto.
LE PAROLE DI LEONARDO LIDI
Così Leonardo Lidi racconta il Ginesio Fest 2025 e l’intera
programmazione: “Da quando nel 2023, da Direttore Artistico
del Ginesio Fest, mi sono autoimposto un tema per ogni edizione la mia visione
del teatro è cambiata radicalmente. Oltre a complicarmi la vita sono riuscito a
scorgere tra le righe delle stagioni e dei cartelloni degli argomenti che
tornano e ritornano, soffermandomi così sulle esigenze degli Artisti. Cosa ci
stanno dicendo i nostri attori e le nostre compagnie in questi anni? Quali
argomenti accompagnano la nostra contemporaneità? Se nelle passate edizioni ho
scelto due macrotemi come la solitudine e la maschera, qualcosa che potesse
aiutarmi a sviluppare un discorso di massima, quest’anno gli spettacoli che mi
sono trovato davanti da spettatore hanno avuto una richiesta più specifica. E
così mi sono lasciato trasportare. Il dicembre scorso in una giornata di
insegnamento alla scuola del Teatro Stabile di Torino ho ascoltato una
discussione animata tra i gli allievi che con fervore dissertavano sulla
rappresentazione della violenza in scena, soprattutto la violenza di genere, e
rapportavano tra di loro i grandi successi cinematografici di “C’è ancora
Domani” e “Anatomia di una caduta” per poi spostarsi sul teatro. Mi interessava
molto il loro interrogarsi sul come.
Uno di loro, parafrasando, disse “siamo
tutti d’accordo che la violenza è una cosa sbagliata, è come dire che la Mafia
è una cosa brutta, chi tra di noi direbbe il contrario? Ma io voglio andare a
teatro per vivere un conflitto, non una certezza, non un semplice concetto da
cavalcare per due ore di spettacolo!”. Altri, invece, in contraddizione,
ricordavano che il teatro deve essere megafono del nostro tempo e che se uno
spettacolo può aiutare a condannare un comportamento violento, a metterlo alla
berlina e generare un pensiero positivo, lo deve sempre fare.
Lì mi sono accorto che questa doveva essere la riflessione da
proporre al nostro bellissimo festival. Perché, tanto per cambiare, non avevo
una risposta definitiva in merito. Ero d’accordo con tutti loro, e quindi con
nessuno. Sono stato sballottato dalle parole oneste dei ragazzi così come preso
nel mezzo dagli spettacoli discussi.
Inizialmente avevo pensato dunque alla relazione tra messa inscena e
violenza, ma c’è qualcosa di più interessante legata al teatro, un termine che
parte da una condizione – spesso disagiata – che produce uno stato. Il
furore. Il furore, come nel capolavoro di Steinbeck, spesso nasce da una
costrizione, un viaggio obbligato che l’individuo o il gruppo deve compiere per
salvarsi. Il furore creativo dei giovani che richiedono di avere una voce, il
furore di chi vuole ribellarsi ad un sistema troppo stretto, il furore della
passione che ti fa perdere il controllo e poi il furore impetuoso generato dal
risentimento. Quello salvifico della creatività e quello distruttivo, di chi
desidera colpire l’altro.
Ho ripensato immediatamente a Pinocchio
della Compagnia del Carretto con la regia di Maria Grazia Cipriani,
spettacolo ormai storico che ha individuato una linea per il teatro italiano,
il corpo di questo Pinocchio martoriato, gestito, legato, addomesticato. Un
Pinocchio che non può che inventarsi bugie per sopravvivere in mezzo ai
mortali. Uno spettacolo pieno di circense furore, nero e divertente,
interpretato magistralmente da un grande Giandomenico Cupaiolo. Ho pensato al suo dolore in scena, al suo sbeffeggiare,
e ho rivisto un ragazzino pieno di furore che vive la violenza italiana. E se
di Furore bisogna parlare non poteva mancare il Tondelli della Compagnia
Licia Lanera: Altri Libertini è
un viaggio emozionante nel mondo di un autore troppo presto dimenticato, in un
Paese che fatica a riconoscere i propri talenti. Non è un caso che lo
spettacolo precedente di Licia Lanera fosse incentrato su due monologhi di
Tarantino. Come se la regista ci volesse aiutare in una riconsiderazione,
ipotizzare una nuova realtà dove i maestri erano ben altri rispetto a quelli
indicati nella nostra contemporaneità. Un mondo non basato sulle tendenze della
borghesia intellettuale, un mondo di talenti agguerriti presi come esempio, un
faro. Un mondo di ribelli, un mondo dove gli Skiantos vincono Sanremo e
lasciano la canzonetta a bocca asciutta.
Quando la costrizione può generare il furore? Ce lo spiega il
Premio Ubu 2025, il coreografo marchigiano Francesco Marilungo con la
sua splendida compagnia di Stuporosa;
una macchina perfetta di corpi costretti nella tradizione pronti a spezzare,
forse, le catene (o i fili in caso di Pinocchio) della loro storia. Come sempre
alterneremo spettacoli di grandi maestri a registi alle prime uscite, ci sarà
una grande attenzione ai nuovi linguaggi e alle nuove generazioni. Tra di loro
segnalo Disdorè, un lavoro che mi ha
molto colpito, dell’attrice Evelina Rosellini che reinterpreta Testori
come quasi mai ho visto fare. Porta il furore vendicativo di Oreste con novità
e sorpresa. Stesso discorso vale per il nuovo debutto di Giulia Odetto,
artista che abbiamo imparato a conoscere con “il mio corpo è come un monte” e
“onirica” e sono felice di poter ospitare lei e il Collettivo Effe per la nuova
tappa del loro percorso – “i’ve loss of
attention”.
Avremo il vincitore del Bando Orizzonti 2025 per il teatro
dell’infanzia, bando indetto dalla Casa Teatro Ragazzi di Torino, una nuova
partnership per il nostro festival che ci arricchirà di un nuovo sguardo verso
i più piccoli con “Io uccido i Giganti”
di Greta Petronillo. E sempre di partnership è bello aver trovato una
continuità con il Teatro Stabile di Torino e con la sua Scuola. Quest’anno il
progetto di formazione vedrà due capitoli fondamentali nella drammaturgia di
Fassbinder. Un anno con 13 lune e Katzlemacher sono stati scritti e
pensati proprio sotto la lente di ingrandimento del furore giovanile, del
furore che porta la guerra, le macerie dopo i conflitti – un monito per questi
tempi – ricordandoci che le Guerre hanno sempre delle conseguenze per gli anni successivi
nelle città e nei propri abitanti.
Un’altra regista sulla quale abbiamo deciso di puntare è Alba Porto,
del collettivo Asterlizze, che dopo la Stanza torna a San Ginesio con un
ricordo di lotta femminista, esplorato grazie ad un lavoro di archivio e
consultazione di Diari del collettivo di Catania degli anni ’70. Radici – una cosa che conosco è un
lavoro sensibile, accessibile a tutti e molto importante in questo momento
storico.
Sempre di lotta e di femminile parla uno degli ultimi lavori di Antonio
Latella, Wonder Woman. Uno dei
grandi maestri del teatro italiano dirige magistralmente quattro giovani
attrici neodiplomate generando un successo di pubblico notevole. Considero
Antonio Latella una delle persone più importanti del teatro italiano e del mio
percorso personale, sono emozionato nel poter scrivere queste righe di invito,
averlo nel nostro Festival è una grande possibilità di sviluppo e ci
responsabilizza in una crescita costante.
Stesso discorso vale per la regia internazionale di quest’anno,
uno dei più grandi burattinai del mondo, l’australiano Neville Tranter
che, grazie alla compagnia Politheater, porterà in scena lo spettacolo
per famiglie Bubikopf. Uno
spettacolo molto forte, dedicato a tutti, il linguaggio dei più piccoli per
spiegare il mondo ai grandi. Con lui, dopo una tournée internazionale, l’altro
spettacolo per famiglie che concluderà la parentesi che curo assieme alla
pedagoga Vera Vaiano sarà Arcipelago
della compagnia Teatro Telaio, un ottimo esempio di commistione tra le arti e
una boccata d’aria fresca nel panorama italiano.
Tornerà Alessio Maria
Romano per dare continuità al suo lavoro laboratoriale. Formatore e
coreografo, Leone D’Argento Biennale Venezia, Alessio si lega a San Ginesio
come tanti altri artisti che hanno trovato in noi un luogo creativo aperto e
necessario. Island – parte 2 è il nostro spicchio di continuità dell’anno.
Sempre in continuità Christian La Rosa, dopo i successi con Massimo
Popolizio, torna al Ginesio Fest per guidarci negli appuntamenti di apertura e
chiusura del Festival. Per la serata del premio sarà con noi la Band dei Perturbazione
per uno spettacolo di teatro e canto sulla Buona
Novella di Fabrizio De Andrè, uno che di furore se ne intende.
Concludo dicendo che questo per il Ginesio Fest sarà un anno
particolarmente importante, come potete comprendere dalla proposta sono tanti i
grandi nomi del teatro nazionale e internazionale che porteranno nuove domande
e nuove complessità. Stiamo cercando, con l’aiuto di tutta la squadra e della
Direttrice Isabella Parrucci, di emanciparci ogni anno dall’anno precedente, di
portare sempre avanti la macchina con la consapevolezza che un Festival che
smette di rischiare è un Festival fermo. Ogni tanto potremmo incontrare spigoli
e mondi talmente lontani da noi da non risultarci comprensibili nell’immediato,
ma mai come quest’anno vi invito al nostro/vostro Festival con una smaccata
dose di orgoglio”.
RESIDENZA ISLAND 2: IL FURORE
📅
19–25 agosto 2025
A cura di Alessio Maria Romano
“Incontrare per la seconda volta, in questi luoghi, un gruppo di
giovani attrici e attori è sempre una preziosa e rara opportunità – racconta
Alessio Maria Romano - Quest’anno sulla nostra isola approderanno solo 14
liberi naufraghi. Viaggiatori studiosi e curiosi di scoprire quale reale
desiderio ci spinge a cercare un ipotetico oro di conoscenza e
libertà. Una consapevolezza, una gioia ma anche una frustrazione e alla fine
una rabbia. Cos’è rabbia? Un furore di contraddizioni che ci spinge a fare,
agire, reagire e forse infine a dire chi siamo e cosa desideriamo in
particolare in questo presente così precario. Una danza di furore. In un oggi
fatto di forme rotte, mal funzionanti, deludenti e piene di menzogne ma anche
di speranze ci domandiamo quale sia il nostro sogno e come fare per ottenerlo.
Dove vogliamo andare? Il nostro corpo è sempre il solo unico strumento e mezzo
insieme alla parola per affermare la propria esistenza? Cosa vogliamo ballare?
Forse solo una nuova danza collettiva può darci una idea di vita e unione.
Questi giorni possono solo essere uno spunto di riflessione e allenamento del
corpo e dell’anima. Una idea di formazione, critica, permanente. Una idea
di uno sguardo da artista ma anche da cittadino del mondo, vigile e attento, e
non solo della propria isola”.
Il Ginesio Fest deve la sua esistenza alla sua ideatrice e
fondatrice, ISABELLA PARRUCCI:
“Quando nel 2020 è nato il Ginesio Fest, sapevamo di voler costruire
qualcosa che andasse oltre il semplice cartellone di spettacoli: volevamo
restituire a San Ginesio, questo straordinario borgo marchigiano, la sua
vocazione più profonda, quella di luogo di incontro, di pensiero, di comunità
viva. In questi anni, il teatro è stato per noi non solo un linguaggio
artistico, ma uno strumento di rinascita, di memoria e di futuro. Il tema che
abbiamo scelto per questa edizione, il furore, nasce proprio da qui. È il
furore che ci muove quando tutto sembra crollare, quello che ci spinge a
ricostruire, a cercare nuove forme, a non accontentarci di ciò che è scontato.
È il furore che ha spinto la nostra comunità a non arrendersi, a scegliere la
cultura come collante e motore di ripartenza. E il teatro, con la sua capacità
di dare voce alle inquietudini e alle speranze, è stato il nostro alleato più
potente. Il Ginesio Fest 2025 vuole essere questo: un invito a farsi
attraversare dal furore delle idee, delle emozioni, delle parole. A condividere
la bellezza del teatro che abita piazze, chiostri, vicoli e palcoscenici,
trasformando ogni spazio in un luogo di senso. San Ginesio non è solo il cuore
geografico di questo festival: è il simbolo di una possibilità, quella di una
comunità che sceglie la cultura per raccontare la propria storia e immaginare
il proprio domani. Ringrazio tutte le artiste e gli artisti, le compagnie, i
cittadini, i volontari e le istituzioni che anche quest’anno hanno creduto in
questo progetto. Insieme, continuiamo a scrivere un racconto fatto di passione,
coraggio e furore."
Da sempre, è molto forte il sostegno istituzionale al Ginesio
Fest.
"Siamo profondamente orgogliosi di accogliere a San Ginesio
la sesta edizione del Ginesio Fest – dichiara Giuliano Ciabocco, Sindaco di
San Ginesio - un appuntamento che negli anni ha saputo consolidare il
proprio ruolo centrale nel panorama teatrale nazionale, diventando punto di
riferimento per la riflessione contemporanea sull'arte scenica e sulla figura
dell’attore. In un borgo che da sempre fa della cultura e della bellezza
condivisa i suoi valori fondanti, il Ginesio Fest rappresenta non solo un’occasione
di crescita culturale, ma anche un momento di dialogo, di confronto e di
valorizzazione del nostro patrimonio artistico e umano. Il Festival, con il suo
impegno costante nel promuovere i linguaggi del teatro contemporaneo e nel
sostenere la ricerca artistica, è oggi una realtà riconosciuta a livello
istituzionale, capace di attrarre nomi di grande prestigio e giovani talenti, e
di rinsaldare il legame tra arte e comunità. È un esempio virtuoso di come i
piccoli centri possano essere laboratori di cultura e innovazione, partecipi di
una rete nazionale che guarda al futuro senza dimenticare le proprie radici.
Desidero ringraziare tutti coloro che rendono possibile questo importante
appuntamento: Leonardo Lidi per la direzione artistica, gli artisti, le istituzioni
che ci sostengono e i cittadini di San Ginesio, che con il loro entusiasmo e la
loro partecipazione dimostrano, anno dopo anno, quanto il teatro possa essere
uno strumento vivo e vitale di coesione sociale e di sviluppo
per il territorio."
L’ Assessore regionale alla cultura Chiara Biondi, afferma:
“Il Ginesio Fest rappresenta un esempio straordinario di come la cultura possa
essere motore di rinascita, identità e attrattività turistica, soprattutto nei
borghi dell’entroterra marchigiano. San Ginesio, conosciuto come ‘Il Borgo
degli Attori’, diventa ogni anno ad agosto un palcoscenico diffuso dove si
intrecciano bellezza paesaggistica, memoria storica e passione teatrale. Questo
borgo, accoglie artisti e spettatori in un abbraccio autentico, trasformando la
fragilità in forza e l’arte in rinascita. Il Ginesio Fest non è solo un evento
culturale: è un simbolo di resilienza e di speranza, capace di attrarre nuovi
sguardi su un territorio che ha tanto da raccontare. Tra i momenti più
significativi, il Premio San Ginesio all’Arte dell’Attore, rende omaggio
all’impegno e alla profondità degli interpreti italiani, contribuendo a
rafforzare la centralità del teatro nel panorama nazionale. Come Regione
Marche, crediamo fermamente che la cultura sia un pilastro per il rilancio dei
territori e per la costruzione di comunità vive e partecipi.”
Importanti le dichiarazioni del Sen. Guido Castelli,
Commissario alla Ricostruzione: “C’è chi voleva mettere mano alla pistola,
quando sentiva parlare di cultura. Perché la cultura, quella vera, può fare
paura. Come la vita. Noi quando sentiamo parlare di cultura sentiamo il profumo
della vita, della sua fertile ebbrezza, del suo furore creativo, per usare la
parola che guida quest’anno la sesta edizione del Ginesio Fest. Ormai un
appuntamento irrinunciabile per chi voglia vivere la cultura, non solo assistere
da spettatore alla sua esibizione. Non a caso si parla di teatro. La messa in
scena riguarda tutti, chi sta sopra e chi sta sotto il palco. Questo bellissimo
borgo delle Marche propone come esempio di rinascita continua: metafora della
sorte orgogliosa di questo territorio e di queste comunità che non si sono
sottratte alle ferite del terremoto, ma hanno voluto condividerle, per curarle
insieme. Senza scappare, restando. Spesso con la voglia di tornare, per chi se
ne era andato. Cultura e teatro sono i
protagonisti anche quest’anno, coniugando la bellezza dell’arte con quella
della natura: non è secondario il luogo, in cui si svolge questo bellissimo
festival. Siamo di fronte ai “Monti azzurri” di Leopardi, quelli che
incorniciavano la vista sull’Infinito. Il fascino dei Monti Sibillini non è
estraneo alla magia che si celebra ogni anno in questo luogo di teatro,
protetto dal santo patrono dei musicisti, degli attori e di tutti quanti vivono
sopra e dietro il palcoscenico. Dobbiamo dire grazie a san Ginesio (il santo
che si celebra proprio il 25 agosto), al Comune di San Ginesio (diventato il
“borgo degli attori”), e a chi con entusiasmo, coraggio e fantasia ha dato vita
a un appuntamento - quest’anno per la sesta volta - che trasforma le emozioni
sul palco in nuova vita per tutti”.
Promosso e organizzato dal Comune di
San Ginesio in collaborazione con l’Associazione Culturale GINESIO FEST, il
festival si svolge in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo. Media
partner dell’iniziativa sono Rai Radio 3 e Teatro e Critica.
Il Festival gode del patrocinio e del
sostegno della Struttura Commissariale della Presidenza del Consiglio dei
Ministri e del MIC – Ministero della Cultura, insieme a Regione Marche, Camera
di Commercio delle Marche, Fondazione CARIMA, Provincia di Macerata, Parco
Nazionale dei Monti Sibillini e Unione Montana dei Monti Azzurri.
Completano il quadro delle
collaborazioni i partner culturali: Marche Teatro, AMAT – Associazione
Marchigiana Attività Teatrali, Fondazione Marche Cultura, Università degli
Studi di Macerata, Università degli Studi di Camerino, Università degli Studi
di Urbino Carlo Bo e Università Politecnica delle Marche.