“La notte sbagliata” è il primo romanzo di Miranda Zagone.
Un romanzo che ha per protagonista Tosca, una brava giornalista che sta sprofondando nelle sabbie mobili di un matrimonio asfissiante. La storia parte da una cascina in campagna dove avvengono ritiri new age dall’apparenza innocua ma dagli strani retroscena. La storia entra nel vivo quando viene trovato il cadavere una donna, forse l'ennesima vittima di un femminicidio. Toccherà alla protagonista del romanzo scoprire che cosa è avvenuto davvero in quella notte sbagliata. Il nuovo romanzo di Miranda Zagone indaga il tema della manipolazione, quella che si interseca con la violenza di genere e quella che non ha genere perché nasce solo dal bisogno dei personaggi di lenire le proprie fragilità attraverso il controllo sull’altro. Incontro l'autrice per farmi raccontare qualche curiosità su questa sua opera prima.Ciao Miranda, intanto come stai? Che emozione si prova nel pubblicare un libro? È come cedere una parte di te?
Ciao Antonino, tutto bene, grazie. Che dire? Non ho figli ma mi sento di paragonare questa esperienza ad un piccolo parto. Solo che la gestazione è durata decisamente più di nove mesi. Credo che sia impossibile creare storie senza attingere a parti molto intime di se stessi quindi sì, certamente ho dovuto vincere una certa ritrosia per mettere nero su bianco un pezzetto della mia anima. Per quanto la storia sia inventata di sana pianta. Diciamo che la paura del giudizio è sempre dietro l’angolo.
Com'è nata l'idea di scrivere “La notte sbagliata”? Da cosa deriva il titolo?
Il titolo originale del libro era Come creta perché la creta evoca l’idea della manipolazione che poi è il leit motiv delle varie linee narrative che si intrecciano in questo romanzo. Da sempre sono interessata al tema della manipolazione e della seduzione disfunzionale. Dopotutto un pizzico di seduzione e manipolazione c’è in ogni relazione interpersonale; il punto è quando si supera il limite fisiologico. Ecco, i miei personaggi (o meglio alcuni di essi) si muovono al di là di quel limite. Però “La Notte Sbagliata” come titolo alla fine mi ha convinta di più.
Mi hai raccontato che inizialmente non pensavi di scrivere un “Giallo”. Possiamo definirlo “Giallo”, dico bene?
Più che un giallo io lo definirei un thriller anche se forse non rientra appieno negli standard del genere. Io sono una lettrice vorace e “onnivora” ma sicuramente con l’arrivo dell’estate i thriller iniziano a prendere il sopravvento e occupano decisamente la maggior parte dello spazio nella mia valigia estiva. Amando molto questo genere ho finito per cedere alla tentazione. Non lo definirei certamente un poliziesco perché ciò che davvero m’interessa non è l’indagine bensì la sfera più intima dei personaggi, il loro monologo interiore, la loro evoluzione psicologica. Tosca, la protagonista, alla fine della storia è una donna per molti versi diversa dal personaggio che incontriamo nelle prime pagine. Forse thriller psicologico può essere una buona definizione.
Quali sono gli stimoli esterni che ti hanno aiutato a scrivere questo libro?
Come tutti anche io nella mia vita ho incontrato decine di manipolatori, persone che mi hanno ricoperta di attenzioni e belle parole con uno scopo tutt’altro che sano: nutrire il proprio ego ferito. Il mondo ne abbonda e, probabilmente, a turno tutti siamo stati un po’ vittime e un po’ carnefici di questa modalità. Così sono nate figure come quella del marito violento e paranoico (devo fare l’elenco degli uomini disturbati che ho conosciuto? Purtroppo basta sfogliare un quotidiano per capire quanto reali siano queste persone), dell’amica bisognosa di conferme che non si sente mai all’altezza, del santone che, con la scusa della crescita spirituale, porta i suoi adepti a venerarlo come un dio. L’umano bestiario non ci lascia mai a corto di spunti. Volevo giocare un po’ con queste tipologie umane ma, allo stesso tempo, trattare temi forti come la violenza sulle donne e le sue dinamiche più subdole nella speranza di dare il mio piccolo contributo; se anche soltanto una donna si riconoscesse in quella situazione e ne traesse uno spunto di riflessione sarebbe valsa la pena di scrivere questo libro.
Ti riconosci in uno dei tuoi personaggi? Chi ti conosce potrà riconoscersi all'interno di questa storia?
Per certi versi la protagonista mi somiglia: ha un bellissimo gatto come il mio e ama la musica rock. I suoi pensieri spesso sono i miei ma la sua vita, la sua situazione personale e familiare, il suo lavoro (lei è una giornalista io un’insegnante, lei suo malgrado è sposata, io sono una single impenitente ecc) la rendono molto diversa da me. Di sicuro se il mio gatto sapesse leggere si riconoscerebbe in Marquez, l’amato felino di Tosca; scherzi a parte, come dicevo ho pienamente attinto dal mondo intorno a me e quindi dai suoi variopinti abitanti. Per molti personaggi ho preso spunto da tipologie di persone che ho incontrato nella mia vita, alcune mi hanno lasciato ricordi molto positivi altre meno ma, appunto, si tratta di tipologie, mi hanno offerto spunti per creare personaggi di fantasia che si muovono all’interno di una storia che è pura finzione. Per il resto non escludo che il nostro eterno bisogno di protagonismo possa farci sentire protagonisti e “muse ispiratrici” di ciò che leggiamo.
Qual è la tua più grande passione? C'è un autore al quale ti sei ispirata?
A rischio di essere banale ti risponderei la lettura. Sono una divoratrice compulsiva di romanzi ma devo dire che anche scrivere è bellissimo, è una delle cose più divertenti che esistano. Quando scrivo mi estraneo dal mondo e mi è capitato che fosse pomeriggio inoltrato e io avessi completamente dimenticato di pranzare, tanto avevo perso la concezione del tempo. Dovrebbero farlo tutti, indipendentemente dal risultato perché è davvero la cosa più divertente e catartica del mondo. Quasi quanto leggere. Con le debite distanze e senza osare minimamente paragoni, mi piacciono molto i romanzi di Camilla Lackberg, che mischiano thriller, denuncia sociale e leggerezza da ombrellone. Con in più quel pizzico di noir scandinavo che a noi abbronzati abitanti delle sponde del Mediterraneo è precluso. Temo che La Notte Sbagliata non somigli ai romanzi di Lackberg ma da sua umile lettrice ne ho certamente tratto ispirazione.