"Fuoriluogo" di Gianluca Amore è un brano che incarna il senso di spaesamento e di perenne inadeguatezza che può caratterizzare il percorso di un artista. La sensazione di essere sempre fuori sincrono con il mondo esterno si traduce in un testo che alterna introspezione e critica alla realtà circostante, un’oscillazione continua tra il desiderio di affermarsi e il timore di non trovare mai il contesto giusto. L’“eterno lunedì” diventa il simbolo di un’attesa che sembra non finire mai, ma nella seconda parte del brano emerge una luce di speranza: la consapevolezza che la musica, al di là delle etichette e delle convenzioni, resta il fulcro della propria identità.
La produzione di HiFunk amplifica questo viaggio
emotivo con un sound che mescola pop, soul e richiami agli anni ’90. Il beat
incalzante dà energia a un testo che oscilla tra malinconia e determinazione,
mentre gli arrangiamenti vocali aggiungono profondità al messaggio.
"Fuoriluogo" è un brano che racconta la fragilità e la forza di chi
sceglie di inseguire la propria strada, anche quando sembra non esserci un
posto perfetto in cui stare.
Parliamo del tuo nuovo singolo. Com’è
nato? Cosa rappresenta per te?
Fuoriluogo parte da una condizione di frustazione; ero ad un piccolo concorso di cantautori emergenti, e per vari motivi, mi sono sentito completamente fuori posto e fuori contesto. Credo che sia una condizione che vive spesso l’artista nel momento in cui si espone al giudizio altrui. Ho voluto raccontare queste sensazioni con ironia e ritmo, anche per esorcizzare il tutto. Fuoriluogo per me è un inno per tutti quelli che, almeno una volta nella vita, si sono sentiti inadeguati.
A quale idea si ispira il videoclip?
Il videoclip vuole rappresentare quello che succede nella testa di un cantante durante un’audizione, in cui spesso i pensieri intrusivi disturbanti hanno la meglio.
Quali sono le tue influenze musicali?
Ho avuto la fortuna di respirare tanta buona musica in casa. In primis sono rimasto sin da piccolo affascinato dalla black music e dalle grandi voci soul come Stevie Wonder, Ray Charles, Otis Redding, Whitney Houston, Prince, ma anche del pop come Celine Dion, e del rock come i Queen. In Italia, sicuramente, Giorgia, Alex Baroni, Claudio Baglioni, Mia Martini.
Come e quando è iniziata la tua passione
per la musica?
Direi da bambino, prima ancora che io possa ricordarmi; giocavo con una tastierina Bontempi in camera e mi perdevo ore ed ore su quei piccoli tasti che, ad ogni nota, regalavano sensazioni diverse e mondi inesplorati.
Con quale artista ti piacerebbe
collaborare e perché?
Mi piacerebbe molto collaborare con Giorgia, semplicemente perché il mio punto di riferimento per la vocalità in Italia, e sarebbe un sogno poter condividere qualche nota insieme a lei.
Progetti futuri?
Sto lavorando sulla promozione della mia musica
attraverso casting e concorsi. E sto lavorando ad un progetto acustico teatrale
su Claudio Baglioni.