Sulle tante reazioni degli haters in questi giorni per l’uscita del documentario di Ruggero Gabbai “Liliana”: “Un po’ me l’aspettavo, anche perché io sono da sei anni sotto scorta e se una vecchia donna come me viene messa sotto scorta… (…) Nel 2018 cominciò la scorta, la Ministra dell’Interno di allora che era Luciana Lamorgese mi disse: ‘Non te lo chiedo, da domani hai la scorta’ perché già allora avevo minacce, odiatori… Ma chi sono questi personaggi? Non riesco bene a definirli. Poi immaginavo che con il film ce ne sarebbero stati anche di più e così è”.
Sull’antisemitismo oggi: “L’antisemitismo c’è sempre stato, purtroppo io da quando ero bambina l’ho dovuto incontrare con le conseguenze. Dopo la guerra erano successe così tante cose che si fingevano o erano, questo è da decidere, tutti amici degli ebrei. Poi man mano, io l’ho sempre sentito l’antisemitismo. Non era manifesto come adesso, ma c’è sempre stato, dal punto di vista razzista proprio, dal punto di vista religioso, dal punto di vista personale: ci sono tanti motivi”.
Sulla paura: “Devo dire la verità, io non ho paura perché sono diventata così vecchia. Avevo molta paura quando ero bambina. Poi man mano che le cose mi sono capitate, c’è stata una ragione importantissima, etica, morale che era l’amore grande che io avevo ricevuto da bambina. E quando uno è stato amato nella vita ha uno scudo davanti a sé, che non è visibile, ma che ti protegge per tutta la vita. Io, ancora oggi che ho 94 anni, nel ricordo di mio padre, dei miei nonni ho una specie di scudo, di corazza che è fatta di amore e che ha vinto sull’odio”.
Sul suo pessimismo sul futuro e sul perdurare della memoria: “Purtroppo sono molto pessimista. Il pessimismo aumenta in un tempo come quello di oggi quando nessuno più studia storia, geografia. Quando nessuno si toglie da quel telefonino per pensare. Allora senza cultura, senza morale e senza pensare a se stessi come un ente eccezionale che è ognuno di noi, non si può che essere pessimisti. Quando tutti ormai saremo morti, noi sopravvissuti ormai siamo pochissimi, i nostri diretti eredi e i bravi insegnanti ricorderanno per un po’, poi ci sarà una riga in un libro di storia e poi più neanche quella”.