Giadì si racconta: la rinascita dopo la delusione con il singolo Vabbè

“Vabbè” è un brano che descrive il contenuto emotivo di una delusione profonda, vissuta a causa di una persona che, inizialmente, sembrava genuinamente affettuosa, ma che si è rivelata egoista e superficiale. La canzone esprime il dolore derivante dall’indifferenza totale di questa persona, che ha ferito profondamente l'artista, nonostante gli anni di relazione e la fiducia riposta. Tuttavia, nonostante il dolore e l’amarezza, la canzone sottolinea anche un senso di liberazione e di resilienza, poiché l’autore è riuscito a superare la ferita. L’idea finale è che, nonostante tutto, il tempo guarisce e, alla fine, “tutto passa”.

 

Parliamo del tuo nuovo singolo. Com’è nato? Cosa rappresenta per te?

Nell’estate di quest’anno sono stata in contatto con l’autore della casa discografica Up Music Studio che mi ha permesso di realizzare questo inedito. Ho comunicato che mi avrebbe fatto piacere in questo inedito parlare di una “storia non storia” d’amore, che avevo vissuto in prima persona, ed il risultato è stato “Vabbè”, la mia prima canzone. Questa per me non è una storia difficile da raccontare, la parte difficile è stata superarla. È una storia complicata, purtroppo ho ferito anche io l’altra persona. È stata veramente una brutta batosta, rimarrò sempre con l’amaro in bocca. Ma era anche ora che io la superassi, come ha fatto anche l’altra persona, anche se più velocemente. Mi sono aperta su questa mia esperienza che volevo trasformare in musica, nella quale anche qualche ascoltatore si sarebbe potuto ritrovare.

A quale idea si ispira il videoclip?

Non c’era un’idea precisa. Sono molto contenta di come gli autori hanno realizzato il videoclip, in effetti hanno rappresentato appieno il senso della canzone, malessere, solitudine, voglia di stare sola, ma allo stesso tempo con un senso di tranquillità.

Quali sono le tue influenze musicali?

Mi piacciono molto Fulminacci, Marco Castello, Calcutta, Neffa, Fabio Concato, Stevie Wonder, Laufey, Raye, Corinne Bailey Rae, Billie Eilish, e tanti altri. Ma cresco con Pino Daniele e Eduardo De Crescenzo, che rimangono inevitabilmente i miei preferiti. Mi impegno ad essere il più versatile possibile. 

Come e quando è iniziata la tua passione per la musica?

Posso dire che sono nata in una famiglia dove la musica è la quotidianità. Concretamente mi sono avvicinata allo studio intorno agli 8/9 nove anni. Infatti, è da quell’età che ho iniziato a frequentare fino alla fine del 2023 una scuola di musica e di canto di Scafati, seguita da una eccezionale soprano e da un musicista talentuoso, Mariella e Gianfranco Bozzaotre. Dall’inizio del 2024 mi sono spostata a Napoli alla Camp Academy, dove ho incontrato una vocal coach bravissima, Monica Fiorillo, con la quale c’è stata un’empatia ed un feeling immediato. Modestamente, sono stata educata a dei gusti musicali che non tutte le persone della mia età amano ascoltare, nonostante a me piaccia variare e tenermi sempre aggiornata, anche con i generi che non mi piacciono. Poi col corso del tempo ho approfondito le mie preferenze musicali, che non a caso sono i generi che preferisco in assoluto cantare.

 

Con quale artista ti piacerebbe collaborare e perché?

Per dirne una, io amerei troppo collaborare con Fulminacci, è un cantautore talentuosissimo.

 

Progetti futuri?

Per adesso voglio pensare solo a godermi il momento. Ci sono altri progetti, perché quello della musica è il mondo al quale voglio appartenere, ma ripeto ora sono contenta del risultato e voglio vivermi il momento.


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