Bosnia a Fattitaliani: "Sanremo Giovani è una grande rivincita per il mio percorso artistico". L'intervista


Bosnia con il brano “VENGO DAL SUD” (Aurora Dischi/ Universal Music Italia) disponibile da oggi su RaiPlay prenderà parte alle audizioni dal vivo che andranno in onda da martedì 12 novembre in seconda serata su Rai 2 (ma anche su Radio2 e RaiPlay).  Al termine dei cinque appuntamenti verranno selezionati i finalisti che il 18 dicembre, su Rai 1, si contenderanno 4 posti per il Festival di Sanremo, categoria “Nuove Proposte”.Al termine dei cinque appuntamenti verranno selezionati i finalisti che il 18 dicembre, su Rai 1, si contenderanno 4 posti per il Festival di Sanremo, categoria “Nuove Proposte”. Fattitaliani ha intervistato il cantautore/producer campano 

Che cosa ti auguri che venga compreso del brano "Vengo dal Sud" a Sanremo Giovani?

In primo luogo il messaggio che ho voluto lanciare è quello di una presa di coscienza sul precariato giovanile e sulle poche opportunità che il futuro riserva alla mia generazione. Viviamo in una società che ci spinge ad un confronto non spesso realistico, mi spiego. Frequentemente siamo portati a pensare che le occasioni migliori sono altrove, che i percorsi degli altri sono più funzionali dei nostri, che c’è sempre qualcosa che ci stiamo perdendo. Sicuramente uscire dalla “comfort zone” aiuta la crescita personale, ma questo deve avvenire per imparare a vivere e a viversi, non perché siamo nati o nate con pochi vantaggi. Infatti nel brano evidenzio proprio le aspettative di un futuro migliore con la realtà di un’incertezza che si palesa a chi approda in nuovi territori. L’arte di arrangiarsi, che può passare per un banale luogo comune, è in realtà un monito che dovrebbe rappresentare non solo le persone che vengono dal sud (anche perché siamo tutti e tutte il sud di qualcun altro), ma soprattutto coloro che sono alla ricerca del proprio posto nel mondo. In sostanza mi auguro che il brano possa essere un inno per tutte le persone che come me hanno il desiderio di esplorare e di esplorarsi, senza cedere alle avversità che si palesano lungo il proprio percorso, ma anzi di accoglierle come nuove opportunità per la propria crescita.

Quale esperienza reputi ti abbia formato di più al raggiungimento di questa tappa importante?

Più che singole esperienze bisognerebbe parlare di veri e propri itinerari. Ho avuto la fortuna di sapere fin da bambino quali fossero le mie passioni e a questo si è unito il supporto della mia famiglia, per la quale l’arte è stata sempre una realtà quotidiana a cui appellarsi. Oltre alla musica infatti, ho sempre coltivato anche la passione per il teatro e più in generale per le arti performative. Questo mi ha aiutato a sentirmi a mio agio sul palcoscenico e a dare all’esibizione un valore complessivo, che non riguardasse solo la tecnica canora o le movenze, ma una commistione di entrambi gli elementi. Anche il mio percorso accademico è stato in linea con le mie predisposizioni ed è infatti da lì che ho appreso le mie competenze in qualità di Producer e Compositore le quali hanno sicuramente completato il quadro con il mio amore per la scrittura e il canto.  

Che significato assume per un giovane artista "Sanremo Giovani"?

Dal punto di vista personale rappresenta una grande rivincita per il mio percorso artistico. Pubblico brani dal 2012 (all’epoca con un altro nome d’arte) e vedere che a distanza di così tanto tempo sia riuscito ad arrivare qui, sicuramente avvalora tutto ciò che ho fatto in passato. Inoltre la possibilità di mettersi in gioco con artisti e artiste che già hanno una carriera nonché un seguito alle spalle, mi fa capire che ho tutte le carte in regola per poter fronteggiare questa sfida. 

A freddo, secondo te quali elementi ti hanno permesso di accedervi?

Credo che a prescindere dal brano, gli elementi vincenti che ho dalla mia parte siano la spontaneità e la leggerezza. Infatti nonostante i momenti di ansia e frustrazione, tipici di qualsiasi sfida, quest’esperienza mi sta portando tanto divertimento e voglia di riscoprirmi, sia artisticamente che personalmente.

Come giovane fruitore di musica pensi che il Festival di Sanremo sia ancora rappresentativo delle tendenze e delle novità in campo discografico?

Mi è difficile dare una risposta generica in questo caso, poiché dipende dalle annate. Ci sono state edizioni in cui musicalmente alcune proposte non mi hanno entusiasmato e altre in cui ho avuto il piacere di scoprire sound innovativi e artisti e artiste che magari non avrei scoperto altrimenti. Negli ultimi anni sicuramente c’è stato anche tanto ricambio generazionale e questo ha portato ad un avvicinamento del pubblico più giovane. Ciò ha contribuito, dal mio punto di vista, a far sì che anche le proposte musicali dunque, siano più in linea conte tendenze musicali di adesso.

C'è qualche canzone sanremese che ti ritrovi a canticchiare o ami particolarmente?

“Pensa” di Fabrizio Moro credo sia stata tra le canzoni che mi hanno colpito di più e che tuttora oggi mi ritrovo a canticchiare. Tra l’altro con questo brano vinse Sanremo Giovani nel 2007 e chissà, magari può diventare il mio portafortuna.

Al di là di specifiche occasioni come questa, quale può essere quella caratteristica che fa emergere davvero una nuova voce?

Nel mondo discografico di oggi è difficile che qualcosa stupisca davvero. Siamo continuamente bombardati da mille stimoli, tra migliaia di video e canzoni che vengono pubblicate ogni giorno sui social e sulle varie piattaforme di streaming. Questo porta ad una “banalizzazione” del talento, poiché è come se venisse normalizzato visto che ne siamo continuamente esposti. Io credo che prima ancora della voce, del talento o delle capacità tecniche, le caratteristiche principali debbano essere la credibilità e la voglia di mettersi continuamente in gioco, unite ad una buona dose di auto-imprenditorialità  e duro lavoro.


Quali progetti, che idee ti aspettano dopo la manifestazione?

Per il momento voglio concentrarmi sulla sfida e mettercela tutta, ho paura che se mi concentrassi troppo sul futuro, mi perderei le meraviglie del presente che sto vivendo. Personalmente, sono sicuro che continuerò con il mio lavoro nelle scuole, amo insegnare e stare con i bambini e le bambine e spero che questa parte della mia vita non venga mai sacrificata. Non escludo però il desiderio di far ascoltare i brani che ho in cantiere, sia live che in studio, magari con l’uscita di un EP o perché no, di un vero e proprio concept album. 

Quando affronti una gara o una selezione dici a te stesso «ce la devo fare» oppure «l'importante è partecipare»?

Mi sento molto combattuto tra entrambe le risposte, da una parte mi ripeto di dovercela fare, perché ci credo tanto nel mio percorso, ma riconosco a me stesso che già  per il fatto di essere riuscito ad arrivare qui, devo essere orgoglioso di questo traguardo. Quindi sì, l’importante è partecipare ma con l’obiettivo di farcela, che se pure andasse male, non può che essere un nuovo spunto per lavorare ancora su se stessi. Giovanni Zambito.

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