Change! Il cambiamento climatico è in mostra a Torino



Il titolo è insieme un allarme, un’esortazione, una promessa e una sfida. "Change! Ieri, oggi e domani. Il Po", a Palazzo Madama, Torino, fino al 13 gennaio 2025, vuole essere più di un progetto espositivo sul tema del momento, il cambiamento climatico.

L’ambizione è quella di un’azione di sistema, che propone - con una radicalità inedita per l’Italia, e forse non solo - un progetto culturale pienamente multidisciplinare. Che chiama a raccolta arti figurative, storia, fotografia, cinema, illustrazione, installazioni, e le fa dialogare con apparati scientifici ed educativi. Che sceglie come asse narrativo il Po, con la sua centralità storica e attuale per le fortune dell’Italia, ma amplia il discorso all’immaginario pop della climate fiction degli ultimi decenni, dal cinema alla tv. Che non si limita alla restituzione di uno stato di fatto, raccontando (o denunciando) gli effetti dell’azione antropica sul Grande Fiume, ma dedica una sezione all’idea di Adaptation: l’insieme di strategie e azioni che tutti assieme possiamo intraprendere per contrastare la catastrofe ambientale. 

La mostra inizia dieci milioni di anni fa, tra fossili, infografiche, carte storiche e spettacolari installazioni che raccontano genesi e sviluppo del bacino del Po. Per poi cedere il passo a una seconda sezione, centrale, dedicata alla vita naturale e al lavoro umano nell’area del fiume, attraverso fotografie e dipinti di grandi artisti in parte provenienti dalle collezioni dei Musei Civici di Torino. Olii, acquerelli, acqueforti e tempere di Giovanni Michele Graneri, Jean Louis Daudet, Giuseppe Pietro Bagetti, Antonio Fontanesi, Carlo Pittara, Giuseppe Pellizza da Volpedo, assieme alle fotografie di maestri quali Vittorio Sella, Mario Gabinio, Riccardo Moncalvo, Franco Fontana, Mimmo Jodice e Bruna Biamino, tratteggiano la vita e le attività degli uomini nei paesaggi padani attraverso i secoli. La terza sezione ci porta all’Antropocene, l’epoca in cui l’azione antropica si traduce in modifica ambientale: ne vediamo le conseguenze sul Po ma anche, allargando lo sguardo, sul resto del mondo. E scopriamo, nella coda della mostra, il significato di resilienza e adattamento: armi a nostra disposizione per non trasformare una storia in un destino. 

 

Un nutrito calendario di eventi, conferenze, incontri di approfondimento, attività didattiche (visibile a questo link) completa il quadro offerto da Change! nei mesi tra settembre e dicembre.  

 

Un progetto, dunque, dalla forte valenza educativa, civile, politica nel senso più forte del termine: che può fregiarsi per questo dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, e che non per caso nasce da uno dei centri culturali maggiormente attivi e attenti alle dinamiche istituzionali nazionali ed europee, Palazzo Madama con la Fondazione Torino Musei. Dal dialogo con l’Assessorato alla Cura della città, Verde Pubblico e sponde fluviali della Città di Torino e dalla collaborazione con fondamentali partner nazionali, da sempre impegnati sui temi della conservazione e tutela ambientale, in primis l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ABDPO) e l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (A.I.Po) insieme alle Riserve della Biosfera del Po, oggi unite nella Riserva MaB UNESCO Po Grande. Accanto a essi gli interpreti torinesi, dal Politecnico di Torino all’Università degli Studi di Torino, allo European Research Institute che quotidianamente portano avanti la ricerca e lo studio del Po e dell’acqua in generale da prospettive disciplinari diverse, e con la media partnership di Rai Radio3.

La mostra è curata da Tiziana Caserta, Anna La Ferla e Giovanni C.F. Villa, ed è accompagnata da un catalogo, edito da Silvana Editoriale, con contributi - fra gli altri - di studiosi dell’Università degli Studi di Torino, dell’Università degli Studi di Bergamo, del Politecnico di Torino, del Politecnico di Milano, dell’ENEA, di Slow Food, di Adaptation.it e di Mondoserie.it.

 

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